Ben 30 poliziotti con intervento della celere padovana,hanno protetto i loro amici di fogna impauriti da un'azione dei compagni antifascisti che però non si è fatta vedere:proprio un grande dispiego di forze del disordine quando negli ultimi giorni altri casi hanno invece fatto registrare la mancanza di un simile utilizzo(vedi Roma-Feyenoord).
D'altro canto nei giorni successivi alla manifestazione tutti i partiti politici hanno,chi più e chi meno,hanno condannato le violenze avvenute quel giorno,con una città non abituata a simili cortei e bla bla vari,schierandosi con le forze dell'ordine e secondo me anche(tra parentesi)a quegli imbecilli fascisti che nascosti dietro alle sovra citate hanno quasi ammazzato un uomo e sono i protagonisti del tentativo della rinascita del partito fascista.
L'Italia è una repubblica antifascista,solo che i compagni appena si può si manganellano,si gasano e gli si chiudono i centri sociali,mentre i ratti di fogna riaprono i loro tombini protetti da politici e decine di servi dello Stato loro difensori e complici.
Articolo preso da Il Fatto quotidiano(http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/24/cremona-sfrattati-i-centri-sociali-in-citta-riapre-sede-casapound/1451259/ ) e propongo questo di Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/antifascismoanuove-destre/item/13989-cremona-riapre-la-sede-di-casapound ).
Cremona,sfrattati i due centri sociali in città.Ma riapre la sede di Casapound.
“Abbiamo il diritto di rimanere qui”, sostiene il presidente Gianluca Galli. Un quartier generale – a oltre un mese dai fatti del 18 gennaio, quando al termine degli scontri tra militanti di destra e di sinistra venne gravemente ferito di uno dei fondatori del centro sociale Dordoni – ancora presidiato dalle forze di polizia. Una sede che effettivamente il proprietario – la voce circolava da settimane, fin dall’indomani del corteo del 24 gennaio sfociato in guerriglia – aveva messo in vendita. Ma CasaPound, forte, a suo dire, di un contratto di sei anni più sei, avrebbe il diritto di restarvi ancora nove anni.
Intanto Cremona ha vissuto un’altra giornata blindata. In occasione della riapertura della sede, rimasta chiusa a questo punto è lecito pensare per ‘consigliata’ prudenza, si è registrato lo spiegamento di una trentina tra agenti e dirigenti della locale questura, oltre ad investigatori della Digos e unità del secondo battaglione mobile arrivate da Padova. Si temeva una rappresaglia degli antagonisti, che invece, fortunatamente, non c’è stata. Solo pioggia e freddo, e il nome scelto dai militanti per il locale di riferimento: Stoccafisso. Quaranta iscritti al termine della prima giornata di tesseramenti. Più dell’anno scorso. “Ne abbiamo persi alcuni, ma guadagnati altri. Il saldo è positivo”, fanno sapere.
Intanto, rispetto alla decisione di sfrattare i poli autogestiti Kavarna e Dordoni, per la mancata presa di distanza dai fattacci del 18 e del 24 gennaio, dai due centri sociali soffia aria di sfida. I cavernicoli, così si fanno chiamare i militanti del Kavarna, ribadiscono: “Difenderemo i nostri spazi con i nostri corpi”. Dal canto suo il Dordoni, come se niente fosse, si appresta ad organizzare un’assemblea gestionale al fine di “mettere in cantiere nuovi eventi”. In barba alla scelta dell’amministrazione comunale.
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