Da domani e per tre giorni Livorno festeggerà il centenario della sua storia calcistica al Palamodì,ma quest'evento,che tra l'altro proporrà domani mostre,scambi di collezionisti,incontri di MMA con Igor Nencioni e di boxe con Lenny Bottai per finire con un concerto che si concluderà con l'esibizione della Banda Bassotti,va oltre la mera sfera calcistica.
Sarà indubbiamente molto più di calcio,con una curva che negli anni passati come le BAL ed oggi in minor misura(nel senso numerico ma non di impegno)si vede nella società con eventi benefici,solidarietà e tutto quello che spesso e volentieri i mass media scordano di dire quel che di buono fanno gli ultras,e questo non solo a Livorno ma anche a Bergamo,Genova,Terni,etc.
Perché è impossibile scindere la storia degli ultrà amaranto con quello che è accaduto a Livorno ed in Italia,non si possono dimenticare la cacciata di Porchezio,gli atleti proletari,le lotte sindacali,la campagna"No rigassificatore",la solidarietà alla Palestina ed ai compagni di tutto il mondo,Marcello Lonzi,la farsa della commemorazione di El.Alamein,il rogo di Pian di Rota,la Brigata di Solidarietà attiva,i cori per Tartaglia,"bandiere bombolotti e birre dev'essere una borgia"contro il Verona,la mattanza di Piazza Cavour seguita dall'assalto alla Prefettura ed il 21 Gennaio 1921.
Articolo preso da Senza Soste,calendario degli eventi qui:http://www.livornocalcio.it/it-IT/Pagina/Programma_Centenario .
Tra pochi giorni sarà il centenario del Livorno Calcio e sabato 14, domenica 15 e lunedì 16 febbraio ci sarà una festa lunga 3 giorni al Palamodì. Intanto c'è da premettere una cosa: per il livello di lontananza che c'è ora tra il mondo del calcio e chi lo segue, non è certo scontato che un centenario trovi persone che abbiano voglia, tempo e passione per trasformare un anniversario in qualcosa di concreto e emozionante. Il tifoso da divano e telecomando e il cittadino da tastiera e tg hanno già numericamente superato, anzi sovrastato, numericamente da anni i tifosi da stadio e gli attivisti/militanti. Nonostante questo, e parliamo della festa del sabato della Curva Nord, il centenario del Livorno verrà festeggiato degnamente. Grazie a qualche "vecchio" che non ha mai mollato e che c'ha sempre messo la faccia e grazie ai tanti giovanissimi che sabato si sobbarcheranno la trasferta a Varese e poi l'organizzazione della festa al loro ritorno.
Il programma della festa parla da solo: ci sarà tutto ciò e tutti coloro che hanno rappresentato gli anni più ruggenti del tifo livornese e della Curva Nord: Igor, Lenny, la Banda Bassotti, i giocatori simbolo del connubio squadra-curva, i compagni gemellati e quelli che da ogni parte d'Italia hanno sempre sostenuto la curva e il Livorno.
Ci sarà anche Senza Soste, che per l'occasione allestirà un proprio spazio in cui distribuirà il nuovo numero cartaceo dove troverete un'intervista con Lenny Bottai sul centenario, il suo incontro (guarda l'intervista video) e il mutamento delle curve in questi ultimi 10 anni.
Per questi motivi non possiamo che esserci tutti. Chi della curva ha fatto la propria seconda casa, la propria arena e la propria piazza non può mancare. Un tempo in tanti ci chiedevano continuamente cosa c'entrava la curva con la politica. Una curva è politica in sé in quanto ultimo luogo di aggregazione di massa e ultimo luogo dove si poteva esprimere un'appartenenza e una riconoscibilità. Tante relazioni, anche politiche o sindacali, sono nate lì. Ma anche solamente perché allo stadio ci si era visti e si aveva un riferimento. Quante volte è capitato di andare in aziende o ad assemblee sindacali ed avere il primo contatto e una riconoscibilità immediata con chi avevamo conosciuto allo stadio. Non bisogna dimenticare infatti che proprio da persone che hanno vissuto quella curva sono nate tante iniziative solidali, sono stati esposti tanti striscioni politici che hanno fatto notizia e sostenuto i più deboli o chi lottava e sono state fatte tante lotte in prima persona: dalla contestazione al Tim Tour sponsorizzato dalla banca che affondò il cantiere navale, all'occupazione della fabbrica di eliche ex Lips in opposizione alla speculazione della Porta a Mare fino alla vittoria legale sul call center Telegate, solo per citarne alcune. Tutte persone cresciute o conosciute in curva che anche fuori da quei cancelli blu hanno coerentemente agito in prima fila mettendoci la faccia.
Ma non è certo solo una questione politica, anzi. La curva ha rappresentato un riferimento aggregativo e sociale per migliaia di giovani che su quei gradoni hanno trovato anche senso di appartenenza, confronto, valori e radici. A Livorno sicuramente. Altrove è da vedere.
Poi c'è il fatto sportivo che tra successi, periodi bui e periodi grigi non ha mai scalfito l'amore di tutti per la maglia amaranto. Anzi, nelle difficoltà cresceva la passione, la presenza e la voglia di portare in alto il nome della città. Purtroppo il livornese è un soggetto facilmente condizionabile dalle mode, ma la festa di sabato dimostra che lo zoccolo duro c'è. C'era in eccellenza, c'è stato in serie A e c'è anche ora.
Sabato è la festa del centenario, ma è anche e soprattutto la festa della curva, di coloro che ci sono sempre stati, di quelli che sono venuti da poco, di quelli che non vengono più e di quelli che, purtroppo, ci hanno lasciato.
Per Senza Soste, Franco Marino
12 febbraio 2015
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