mercoledì 27 settembre 2017
L'ULTIMA ESECUZIONE NEL NOME DI FRANCO
L'ultimo atto ufficiale dell'orrore del regime franchista in Spagna si è avuto il 27 settembre del 1975 in diversi luoghi:Barcellona,Burgos e Hoyo de Manzanares,in distinte esecuzioni avvenute tutte nella mattinata di quel giorno orribile.
A distanza di poche decine di giorni vi fu la morte del caudillo che nonostante lo spostamento del potere come primi ministri nelle mani di Carrero Blanco e Arias Navarro fu sempre il dittatore che fin dai tempi della seconda guerra mondiale decise le sorti della Spagna.
L'articolo preso da Senza Soste(27-settembre-1975-gli-ultimi-fucilati-dal-regime-franchista )parla delle fucilazioni che ammazzarono cinque attivisti dell'Eta e della Frap e che ebbe un enorme rilievo mediatico con proteste che si scatenarono in tutta Europa contro queste esecuzioni sommarie.
27 settembre 1975: gli ultimi fucilati dal regime franchista.
All'alba dell'ultimo sabato di settembre del 1975, 5 persone furono crivellate dai fucili fascisti in tre diversi luoghi dello Stato spagnolo. Le fucilazioni dei cinque prigionieri antifascisti, erano state ordinate da Francisco Franco, dittatore fascista. Era il 27 settembre 1975: Juan Paredes Manot "Txiqui" militante dell'ETA, venne fucilato verso le 8.30 della mattina vicino al cimitero Norte o di Corserolla a Barcellona da un plotone di sei membri della Guardia Civil, tutti volontari del servizio di informazione fascista. Da lontano presenziarono al crimine Mikel -il fratello di Txiqui- e gli avvocati Magda Oranich e Marc Palmes. Le guardie fasciste, spararono uno alla volta con accanimento i due proiettili che disponevano per l'esecuzione. Txiqui, morì cantando l'Eusko Gudariak, l'inno di resistenza basco.
Angel Otaegui Etxevarria, anch'esso militante dell'ETA, venne fucilato nella prigione di Burgos, alle 8.40 del mattino, solo e senza testimoni.
Ramón García Sanz, José Luis Sánchez Bravo e José Humberto Baena, militanti del FRAP- organizzazione armata antifascista- alle 7.45 della mattina vennero portati in un poligono militare all'aperto a Hoyo de Manzanares, dove li aspettavano il plotone di fucilazione composto da membri della Guardia Civil e della Policia Nacional, tutti volontari. Ad assistere al crimine c'erano anche i giudici dei consigli di guerra, un prete militare e il parroco di Hoyo di Manzanares, un medico, la polizia militare e vari torturatori della Brigata Politico-Sociale, quest'ultimi vestiti con colori sgargianti e cravatte a fiori per l'occasione. I tre vennero fucilati tra le 9.10 e 10.15 della stessa mattina.
Le ultime esecuzioni del regime franchista ebbero molto eco a livello internazionale: varie manifestazioni si organizzarono spontaneamente nei giorni precedenti all'esecuzione delle condanne a morte e in molti Paesi europei migliaia di intellettuali, artisti, operai e studenti diedero vita a numerose mobilitazioni di massa. Negli stessi mesi, Franco invece garantiva la continuità del suo regime nominando Juan Carlos de Borbon, attuale monarca spagnolo, come suo successore, non dando di fatto mai passo alla mal chiamata transizione.
Negli anni successivi alla morte dei 5, questa data viene ricordata con grande dolore, non soltanto per essere stato l'ennesimo crimine fascista, ma anche per quello che rappresenta: un'esecuzione esemplare, a poco meno di un mese dalla morte di Franco, per colpire due organizzazioni l'ETA e il FRAP e per castigare e dimostrare come rispettivamente il problema dei nazionalismi e il problema sociale nello Stato spagnolo, debbano essere risolti in maniera radicale e con il prezzo più alto secondo il regime fascista.
tratto da www.infoaut.org
27 settembre 2011
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