giovedì 7 settembre 2017
LA DISPERAZIONE DEI MIGRANTI IN LIBIA
Nell'appello di oggi di Medici senza frontiere c'è tutta l'urgenza,le reali paure e un accorato appello ai leader dell'Ue perché si possano muovere a favore dei migranti detenuti in Libia in pseudo campi di accoglienza che sono vere e proprie prigioni teatro di stupri,uccisioni,violenze ed estorsioni.
Mentre l'Italia si pavoneggia per il minor numero di migranti approdato sulle nostre coste c'è un mondo di disperazione di gente affamata,torturata e costretta a lavori forzati,notizie con provenienza da fonti certe e non chiacchiere al vento.
L'articolo di Left(medici-senza-frontiere-cinque-motivi )fa suo il comunicato di Msf e lo propone per scuotere le coscienze degli europei e non solo,affinché possa essere uno strumento soprattutto per i governanti di poter creare corridoi umanitari per mettere in salvo persone che stanno diventando sempre più bestie su cui lucrare piuttosto che uomini e donne da salvare.
Medici senza frontiere, cinque motivi per non bloccare migranti e rifugiati in Libia.
di Leonardo Filippi
«Presidente Gentiloni, permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?». Queste le parole finali della lettera che oggi 7 settembre Medici senza frontiere ha inviato non solo al primo ministro italiano, ma anche a tutti i leader europei. Una lettera che denuncia le atrocità subite quotidianamente dai migranti in Libia e mette nero su bianco le gravi responsabilità dell’Unione europea.
«Accecati dall’obiettivo di tenere le persone fuori dall’Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi», si legge nella denuncia.
«La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un’attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni».
Medici senza frontiere ha assistito le persone nei centri di detenzione di Tripoli per più di un anno, come racconta la video testimonianza diretta della presidente nazionale di Msf Joanne Liu. «Quello che ho visto in Libia, lo descriverei come l’incarnazione della crudeltà umana al suo estremo. Ho ascoltato storie che mi tormenteranno per giorni, se non per anni», racconta nel video Liu.
«Le persone sono trattate come merci da sfruttare – prosegue poi la lettera, entrando nei dettagli -. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Gli uomini ci hanno raccontato come a gruppi siano costretti a correre nudi nel cortile finché collassano esausti. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. Tutte le persone che abbiamo incontrato avevano le lacrime agli occhi e continuavano ripetutamente a chiedere di uscire da lì. La loro disperazione è sconvolgente».
L’organizzazione umanitaria ha prodotto anche un altro video, 5 motivi per non bloccare migranti e rifugiati in Libia. Un mix di drammi, concentrati in un unico luogo: detenzioni arbitrarie e violenza, lavori forzati, rapimenti e le torture, violenza sessuale, fame e umiliazione. Il tutto è corredato da testimonianze dirette.
Il sito di news francese Infomigrants, nei giorni scorsi, aveva denunciato la medesima situazione, evidenziando la vera e propria riduzione in schiavitù di numerosi esseri umani bloccati in Libia.
Dalla Ue, risponde Cecilia Malmstroem, commissaria europea al Commercio, confermando di fatto le tesi della organizzazione non governativa. «È difficile – dice la commissaria – commentare un rapporto appena pubblicato ma ho visitato io stessa la Libia e ho visto le prigioni: la situazione era abominevole qualche anno fa e non ho informazioni che indichino che la situazione sia migliorata. L’Ue dà molti soldi alle organizzazioni internazionali, per lavorare con Unhcr e Iom per tentare di migliorare le condizioni in Libia, perché in effetti sono atroci»
Medici senza frontiere ha infine presentato 4 disegni (che abbiamo raccolto nella foto di apertura) che raccontano gli abusi. Disegni realizzati da migranti, tra cui un bambino di 10 anni.
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