sabato 10 dicembre 2016

MPS AD UN PASSO DAL BARATRO

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Le notizie sul Monte dei Paschi di Siena,una delle banche del Pd che nonostante gli aiuti governativi è tutt'ora messa maluccio,sono sempre più critiche e la minaccia che i risparmiatori ed i contribuenti possano pagare questa gestione scriteriata da parte di banchieri e politici,frutto del sistema bancario clientelare proprio dell'Italia.
Il redazionale di Senza Soste(monte-dei-paschi-verso )parla della possibilità che il salvataggio di Mps possa essere pagato da tutti gli italiani con un intervento diretto dello Stato modello Fiat visto che la Bce ha detto di no alla proroga fino a gennaio per gli interventi di ricapitalizzazione per 5 miliardi di Euro.
Per ora Mps va avanti con fondi privati ma come detto precedentemente il governo è pronto a varare il decreto sulle banche per salvare Mps e tutti gli altri istituti di credito che hanno mangiato letteralmente i risparmi di migliaia di persone.
Naturalmente i bancari non pagheranno nulla e abbiamo ancora nelle orecchie i proclami di Renzi che dal pulpito di Porta a Porta a gennaio diceva che Mps era risanata ed era un affare investirci,ma l'Ue non è affatto dello stesso parere e le dichiarazioni di Draghi preannunciano tempi oscuri(contropiano news-economia ).

Monte dei Paschi verso dove?

A gennaio Renzi disse che era risanata. Oggi la doccia fredda e la necessità di misure urgenti che pagheranno risparmiatori e contribuenti.

La nota dell’Agi,dedicata agli scenari futuri del Monte dei Paschi, non è di quelle fatte male. Anzi, prende in considerazione diversi scenari. Il punto è che la situazione di MPS sta precipitando entro una delicata situazione istituzionale. E che i contenuti del possibile decreto salva-MPS, per farla sintetica, rischiamo di essere pagati dai consumatori, come avvenuto per l’ormai mitica, per le farse che ha scatenato ai danni dei risparmiatori, vicenda di Banca Etruria e delle altre tre banche consorelle.
Certo, la sensazione, quando si sovrappongono crisi bancaria e crisi politica, è che qualcuno, i risparmiatori e le famiglie, finirà per farsi male. Anche perchè, legislazione europea alla mano, di certezze per famiglie e risparmiatori non ce ne sono.
La vicenda di MPS sarà poi sistemica, coinvolgendo altre banche, più grandi, come Unicredit? Non precorriamo i tempi e, in qualche caso, le fantasie. Vediamo i contenuti del decreto e del precipitoso, se ci sarà, “salvataggio” di MPS. Valutiamo se saranno contribuenti, risparmiatori e famiglie a pagarlo. Di lì, compresa la reazione delle borse, si capirà se ci sarà effetto, nella crisi MPS, contagio sulle altre banche. Certo, un Presidente del Consiglio che si dimette precipitosamente qualche ora prima della esplosione definitiva del caso MPS qualche retropensiero lo fa venire. Come dire: dopo aver straperso il referendum Renzi ha preferito farsi di lato sulla questione Mps.
E quella che viene chiamata convenzionalmente l’Europa ha aiutato in queste ore? Pare proprio di no, sollecitando una soluzione immediata, impedendo rinvii utili per la raccolta di capitale. E qui l’uso del “pare” non è prudenza curiale: in questa situazione, al momento in cui scriviamo, la Bce non ha ancora fatto comunicazioni ufficiali su MPS. Sicuramente Mps era vicina alla crisi finale, i rinvii sembravano essere solo tattici però è forte l’impressione che l'”Europa” voglia colpire il settore bancario italiano. Settore obsoleto, clientelare ma, come dire, una cosa è favorire l’innovazione un’altra il depauperamento degli strumenti bancari di un paese.
I media parlano di “nazionalizzazione” di Mps. Vedremo e non è una questione di spaccare il capello ma proprio l’incertezza degli eventi. Sul Guardian, qualche giorno fa campeggiava un’analisi che si vantava di dire che in Italia ci sono più banche che pizzerie. In un mondo bancario dove è lotta per la dura sopravvivenza se qualcuno cade, gli altri non sono dispiaciuti.
Ecco, in attesa dei provvedimenti su MPS gli scenari di Agi.
Certo, nel frattempo, sul fronte renziano, non è mancato chi ha detto che tutto questo è colpa del “no”. Voto che avrebbe fatto crollare, nei mercati, la fiducia nell’Italia e quindi verso una soluzione di MPS. D’altronde in Italia non mancano ne il sole e il mare ne i ciarlatani. Come quell’ex Presidente del Ponsiglio che, pochi mesi fa, diceva che MPS era un affare e che bisogna acquistare azioni della banca senese. Di chi stiamo parlando? Ma di quello che si è dimesso con una cerimonia nazional popolare la mezzanotte di domenica 4 dicembre.
redazione, 9 dicembre 2016
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