La storia delle proteste per la difesa del diritto all'abitare nel quartiere romano di San Basilio comincia negli anni settanta con la morte di Fabrizio Ceruso(madn 38-anni-fa-il-sacrificio-di-fabrizio )dei Comitati Autonomi Operai ammazzato dalla polizia l'otto settembre 1974.
A distanza di quarantadue anni c'è ancora l'enorme problema dell'assegnazione delle case popolari e così come allora il tutto è provocato dall'incompetenza nella gestione del patrimonio abitativo pubblico con l'aggiunta della tensione con i migranti propria di questi anni.
Che è amplificata e fomentata dalla televisione e dai vari gruppi di estrema destra che ogni tanto fanno propaganda a San Basilio e in altri quartieri popolari di Roma e non solo senza nemmeno abitarci solo per incitare all'odio razziale.
Il caso della famiglia marocchina mandata via dai vicini razzisti(san-basilio-residenti-piazza-fuori-negri-alloggi-ater )è ripresa nell'articolo proposto da Contropiano(san-basilio-viene-costruita-la-guerra-poveri )che spiega che il tutto è nato come detto sopra dall'irresponsabilità dello Stato,del comune di Roma e dell'Ater che giocano allo scaricabarile già dagli anni settanta in tempi non sospetti visto che il fenomeno migratorio era praticamente inesistente.
Il problema è a monte con centinaia di alloggi vuoti e che vengono occupati per necessita,con graduatorie ferme da anni ed un immobilismo che non è mai stato verificato e punito come dovrebbe essere.
San Basilio. Come viene costruita la guerra tra poveri.
Quanto avvenuto a San Basilio, storico e popolare quartiere periferico della Capitale, deve essere ben compreso. L'apparato mediatico e quello della stigmatizzazione d'ufficio sono scattate all'unisono liquidando il fatto come razzismo, xenofobia etc. etc. Nessuno ha cercato di andare in profondità e di rendere disponibili le informazioni necessarie per sapere – e per capire – come funziona esattamente una guerra tra poveri e quanto “dolo” istituzionale ci sia in essa.
A San Basilio da tempo è in corso uno scontro tra abitanti, Ater e Comune sugli alloggi occupati abusivamente. Le occupazioni abusive in pochi casi appartengono al mercato nero delle abitazioni, nella stragrande maggioranza dei casi derivano dallo stato di necessità. In questo caso, la famiglia che occupava abusivamente l'alloggio che l'Ater aveva assegnato alla famiglia di un operaio marocchino, aveva vissuto per tre anni in una roulotte dopo essere stata sfrattata.
Da un lato l'Ater rifiuta di dare soluzione alle occupazioni abusive rivendicando in via di principio la sola legittimità delle assegnazioni. Dall'altro l'offerta abitativa di case popolari a fronte dell'emergenza abitativa è irrisoria. Si crea così un cortocircuito micidiale in cui le graduatorie delle assegnazioni sono poca roba e ferme da anni. Dentro l'immobilismo istituzionale le famiglie senza casa, in modo individuale e spesso non organizzato, passano alle vie di fatto occupando gli alloggi popolari che rimangono inutilizzati.
A San Basilio, proprio alcuni mesi fa, gli attivisti dell'Asia avevano bloccato alcuni sfratti e rimosso le piastre che chiudevano le porte di alcuni alloggi inutilizzati, denunciando il fatto che l'Ater teneva chiuse le abitazioni a fronte di decine di famiglie in mezzo alla strada. Assemblee popolari, occupazioni di assessorati, blocchi stradali hanno provato a segnalare che questa gestione è irresponsabile. E qui forse c'è un errore: questa gestione del patrimonio abitativo pubblico è pienamente responsabile di quanto accade, inclusa la guerra tra poveri che abbiamo visto ancora una volta a San Basilio.
E' evidente che vedere una famiglia occupante messa nuovamente in mezzo alla strada e sostituita da una nuova famiglia – che ha tutti i diritti per vedersi assegnato l'alloggio – non è affatto un belvedere. Le reazioni erano non solo prevedibili, ma forse sono state anche indotte, cercate, incentivate affinchè venissero fuori e gestite mediaticamente esattamente come accaduto.
Vogliamo e possiamo dirlo con certezza: dentro l'Ater e il Comune di Roma c'è chi sceglie di gestire le cose esattamente come abbiamo visto a San Basilio per produrre e amplificarne l'effetto. I proletari dei quartieri periferici in alcuni casi sono più lungimiranti dei loro veri nemici (istituzioni, padroni del mercato abitativo etc.) in altri casi cadono esattamente nelle trappole che gli vengono allestite davanti. In alcuni casi imboccano con tutte le scarpe all'idea che il problema siano altri poveri come o peggio di loro, magari immigrati. In altri casi trascinano a giudizio popolare dirigenti e funzionari dell'Ater e del Comune. Ma i primi te li portano sotto casa e a tiro, i secondi al massimo mandano avanti i vigili urbani e restano al sicuro nei loro uffici. Sono questi che vanno stanati e messi di fronte alle loro responsabilità.
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