Sembrerebbe che l'inchiesta sugli appalti Consip riguardi solo Roma e Napoli,ma spulciando dietro le carriere degli indagati emerge che è Firenze l'origine di questa ennesima storia di corruzione e di criminalità che vedono politica,imprenditori,dirigenti pubblici e forze dell'ordine insieme nell'orgia del profitto e del potere sulle spalle degli altri.
Gli articoli del Messaggero(appalti_consip_interrogato_ministro_lotti )e Infoaut(semper-fidelis-quando-il-“marcio”-sta-nei-carabinieri )parlano delle indagini e degli interrogatori di personaggi quali il ministro dello sport Luca Lotti,l'ad di Consip(la società incaricata per gli acquisti della pubblica amministrazione italiana la cui proprietà è del ministero dell'economia e della finanza)Luigi Marroni,il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e l'imprenditore Alfredo Romeo,accusato di aver corrotto l'alto dirigente Consip Marco Gasparri.
A coronare questi giri di affari sporchi il testimone Filippo Vannoni,presidente di Publiacqua che è la società che ha in gestione il servizio idrico fiorentino,così come il già citato Marroni era stato il direttore generale dall'azienda sanitaria di Firenze ed ex assessore della regione Toscana per la sanità,mentre Lotti è un pappa e ciccia da sempre con Renzi.
Questi intrecci se districati e comprovati porterebbero a scoperchiare altri casi di corruzione e di cattiva gestione all'interno di ambiti pubblici che hanno visto uno sperpero di denaro di tutti i cittadini e un giro di mazzette milionario che coinvolgono anche papà Renzi il cui figlio aveva nominato sia il presidente Consip Luigi Ferrara anche vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio e Del Sette a comandante generale dei carabinieri.
Appalti Consip, interrogato il ministro Lotti: non sapevo nulla dell'indagine.
Ha negato le accuse durante un interrogatorio durato circa un'ora e mezza il ministro dello Sport, Luca Lotti, sentito dai pm della procura di Roma per la vicenda degli appalti Consip. Rispondendo alle domande del pm di Roma Mario Palazzi, il ministro avrebbe affermato, in base a quanto si apprende, di «non avere mai saputo nulla di indagini» relative alla Consip. Il ministro durante l'atto istruttorio è stato assistito dall'avvocato Franco Coppi.
Riferendosi all'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che sentito come persona informata sui fatti dai magistrati di Napoli avrebbe fatto il nome dell'allora sottosegretario, Lotti ha detto di «non frequentarlo» e di
«averlo visto solo due volte nell'ultimo anno».
Lotti è indagato per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Il procedimento è uno stralcio dell'inchiesta avviata a Napoli sugli appalti Consip e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell'inchiesta è indagato anche il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Semper fidelis: quando il “marcio” sta nei Carabinieri.
Non è certo una novità che il ruolo delle forze dell’ordine, in questo caso dei Carabinieri, sia saliente in campo politico, economico, finanziario e soprattutto nei suoi legami con la corruzione. Non ci stupisce il fatto che l’intera Arma dei Carabinieri, in particolare proprio nella figura del Comandante Generale, sia completamente a servizio dei poteri politici e finanziari di questo Paese, affermiamo questo concetto da sempre. Lo stesso non si può certo dire dei quotidiani e delle principali cariche dello Stato, che invece hanno la malsana abitudine di mostrarsi solo in situazioni che spesso e volentieri sfiorano il ridicolo.
E’ infatti di ieri la notizia che il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette è indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip. Da quanto emerso il Comandante Generale dei Carabinieri avrebbe intralciato un’importante indagine per corruzione portata avanti da tre Pm napoletani (H.Woodcock, E.Parascandolo e C.Carrano).
Ma proviamo a far luce sui fatti. L’imprenditore Alfredo Romeo di Napoli è indagato con l’accusa di aver corrotto Marco Gasparri, alto dirigente della Consip. Le accuse si riferiscono ad una grande gara d’appalto del 2014 denominata FM4, della quale tre lotti andrebbero direttamente alla società di Alfredo Romeo. Il Consip è una società per azioni del Ministero dell’Economie e delle Finanze (MEF), che ne è l’azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione, come cita direttamente il sito del Consip. Insomma un ginepraio fitto tra corruzione, gare d’appalto e fondi pubblici che ammontano ad un valore pari all’11% della spesa pubblica nel settore.
Così martedì i carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli sono entrati nell’ufficio di Luigi Marroni, l’amministratore delegato di Consip nominato dal Governo Renzi nel 2015 e hanno dato il via all’interrogatorio dal quale è emerso che alcune settimane fa, proprio Marroni aveva incaricato una società privata di compiere un vero e proprio repulisti negli uffici del Consip. Un’azione che esce fuori dall’ordinario e che lascia chiaramente molti dubbi. In men che non si dica ecco che emerge un dato importante: “E’ stato il presidente della Consip Luigi Ferrara a dirmi che lo aveva messo in guardia il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette” dichiara Marroni.
Ricordiamo che Renzi aveva nominato nel 2015 Luigi Ferrara a vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio e nel 2014 Tullio Del Sette a comandante generale dei carabinieri.
Quindi ricapitolando abbiamo una tavola marcia imbandita di corruzione alla quale al momento sono seduti un importante imprenditore (Alfredo Romeo), un alto dirigente del Consip (Marco Gasparri) e il comandante generale dei Carabinieri (Tullio Del Sette). Ovviamente non sono gli unici ad essere indagati o a risultare tra i nomi all’interno delle indagini. Infatti tra questi è emerso anche quello di Tiziano Renzi, il paparino del creatore del Giglio Magico, che ad oggi di magico non ha proprio niente se non le continue ed infinite sorprese che ogni giorno vengono a galla come sacchi d’immondizia dispersi in mare.
Guardiamo questi fatti con grande disillusione poiché se è vero che la Procura di Napoli ha fatto emergere questi legami, per tanti anni abbiamo assistito a sequele di indagini cadute nel nulla poiché i poteri politici e finanziari controllano quelli giudiziari.
Pertanto rimaniamo in attesa degli sviluppi continuando a pensare che un sistema fondato su corruzione, clientelarismo, e giochetti di potere sia un sistema da combattere e distruggere.
Nessun commento:
Posta un commento