giovedì 30 novembre 2017
CHI SPECULA SUI MIGRANTI?
Che l'immigrazione sia un business dove gente senza scrupoli guadagna sulla pelle di migranti e profughi,richiedenti asilo e chi cerca un permesso di soggiorno è purtroppo veritiero,e certo c'era da aspettarsi l'implicazione di chi accoglie pensando di lucrarci sopra e di chi è preposto al rilascio di documenti(vedi la vicenda di Leonardo Sacco:madn chiesa-e-politica-i-veri-criminali-nel caso dei migranti ).
Riportando due esempi,il primo recente e l'altro di qualche settimana più a ritroso nel tempo,ecco il caso dei sei poliziotti,quattro in carcere e due ai domiciliari(di cui due attivi in commissariati e gli altri presso gli uffici dell'immigrazione)che da anni vendevano con cifre tra i 500 ed i 5mila Euro i permessi di soggiorno per alcuni richiedenti(huffingtonpost vendevano-permessi-di-soggiorno ).
Con loro anche tre stranieri procacciatori di clienti e tramite con la sbirraglia corrotta,chissà se qualcuno di loro era stata presente durante i vari rastrellamenti avvenuti in città e chissà se per qualcuno di destra questo sia solo l'effetto delle loro"povere"paghe.
Il secondo parla dell'imprenditore bresciano nel settore immobiliare e del legno Angelo Scaroni ora agli arresti domiciliari per truffa allo Stato,si parla di circa 900mila Euro,guadagnati nell'ambito della gestione dei profughi inventando strutture fantasma e ospitando questi disperati in condizioni di pietosa igiene in locali fatiscenti(contropiano arrestato-limprenditore-dellaccoglienza ).
Vendevano permessi di soggiorno da 500 a 5mila euro: arrestati sei poliziotti a Milano.
Quattro in carcere e due ai domiciliari.
Sei agenti di polizia dell'ufficio immigrazione sono stati arrestati nell'ambito di una indagine relativa ad un giro di carte di soggiorno rilasciate dietro compensi che andavano da poche centinaia di euro ad alcune migliaia. Quattro sono finiti in carcere con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'illecito rilascio di permessi di soggiorno, oltre a falso in atto pubblico e accesso abusivo a sistemi informatici. Per due sono stati disposti gli arresti domiciliari perché estranei all'associazione.
Oltre ai sei poliziotti raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare, c'è un settimo collega che è stato sospeso per un anno dal lavoro. Tutti gli agenti erano già stati allontanati dall'ufficio Immigrazione da quasi due anni su disposizione dell'amministrazione interna, che ha avviato l'indagine nel 2013 e nel 2016 ha arrestato un altro poliziotto per i medesimi reati.
In manette anche due ristoratori cinesi e ricercato un nordafricano, che avevano il ruolo di intermediari e procacciatori di 'clienti'. Il tariffario oscillava da poche centinaia ad alcune migliaia di euro, a seconda della difficoltà nel procurare il documento. Per lo più si trattava di carte di soggiorno.
Nel corso delle indagini è emerso che gli agenti coinvolti si lamentavano dei controlli stringenti iniziati con l'arrivo della nuova dirigente dell'Immigrazione.
"Gli agenti hanno fra i 40 e i 50 anni, sono operatori esperti nel campo dell'immigrazione. Di fronte all'aumento dei controlli interni hanno iniziato ad appoggiarsi a colleghi in distaccamenti dell'ufficio all'interno dei commissariati - hanno spiegato gli investigatori della Squadra mobile - I casi scoperti sono sicuramente superiori al centinaio".
Da un minimo di 500 a un massimo di 5mila euro. Sarebbe stata questa la tariffa dei permessi di soggiorno 'a lungo periodo' fissata dai poliziotti arrestati oggi dai loro stessi colleghi della Squadra Mobile su disposizione del gip Livio Cristofano. Il prezzo più alto veniva chiesto agli imprenditori e ai clienti più danarosi, per gli altri scattava una tariffa più ridotta. Tra i poliziotti arrestati, due lavoravano per i Commissariati di Lorenteggio e Porta Genova, altri per l'Ufficio Immigrazione. L'inchiesta aveva già portato tempo fa all'arresto di un poliziotto e si e' allargata fino a svelare il presunto business relativo almeno a una cinquantina di permessi a lungo periodo che non hanno scadenza, non devono essere rinnovati e attribuiscono allo straniero più diritti rispetto al soggiorno ordinario.
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Arrestato l’imprenditore dell’accoglienza. Guadagnava 7mila euro al giorno coi profughi.
Un fulgido esempio di “imprenditoria settentrionale”, tutta efficienza e trasparenza, retorica contro migranti e lavoratori “sfaticati”. Col piccolo vizietto della truffa sui fondi pubblici, che non dipende dalla regione di residenza o di origine, ma da un sistema. Per il quale gli esseri umani – a prescindere dal coloro della pelle – “valgono” esattamente il denaro che si può ricavare da loro. Facendoli lavorare oppure curando “l’assistenza”, o meglio ancora intrecciando le due cose…
Arrestato l’imprenditore dell’accoglienza. Guadagnava 7mila euro al giorno coi profughi.
Accoglienza in strutture fantasma e alberghi fatiscenti.
di Andrea Tumiotto
Era chiamato l’imprenditore dell’accoglienza e guadagnava fino a 7 mila euro al giorno con i profughi. Ora però è stato arrestato.
La carriera «dell’accoglienza» di Angelo Scaroni, 43enne imprenditore bresciano di Montichiari attivo nel settore del legno e immobiliare, è terminata questa mattina con gli arresti domiciliari decisi dalla procura di Brescia.
Secondo le indagini l’imprenditore si era inventato il business dei migranti. Ora è accusato di truffa ai danni dello Stato nell’ambito della gestione dei profughi. Ed è l’ennesima conferma di come dietro al dramma migratorio sia fiorito un vero e proprio giro d’affari che truffa le casse dello Stato.
Di lui si era cominciato a parlare nel giugno scorso, quando la Procura di Brescia aprì un’inchiesta sugli affari di alcune strutture di accoglienza che ospitavano oltre 300 immigrati. Le strutture erano tutte gestite da imprenditori privati, con modalità poco trasparenti. Alcune di loro avevano vinto bandi della Prefettura per l’accoglienza degli immigrati destinati a Brescia e provincia, ma in alcuni casi le strutture indicate erano inesistenti e in altri casi non avevano le carte in regola per ospitare le persone.
L’imprenditore partecipava ai bandi, non ne ha perso uno dal 2015, mediante autocertificazioni relative alle varie strutture. Solo all’ultimo bando, del settembre scorso, non ha partecipato perché essendo indagato lo ha ritenuto “non opportuno”.
Scaroni, lui o la sua famiglia, è proprietario di una quarantina tra appartamenti, ristoranti e alberghi. Tutti vennero perquisiti dai carabinieri nel giugno scorso. Per vincere gli appalti Scaroni ammassava i profughi in spazi ristretti, guadagnando con essi cifre da capogiro con i famosi 35 euro al giorno che vengono stanziati per l’accoglienza degli immigrati.
A giugno, quando venne messo sotto inchiesta l’imprenditore diceva: “Ho piena fiducia nella magistratura. Sono sicuro che si chiarirà tutto molto presto” e aggiungeva che in merito alle strutture inesistenti forse si trattava solo di errori di compilazione, perché “solo chi non lavora non sbaglia”. In tutto la truffa che Scaroni ha orchestrato e messo in atto nel confronti dello Stato è di circa 900 mila euro.
Anche gli sfortunati profughi giunti a Carpeneda di Vobarno e vittime il 2 luglio del lancio di molotov da parte di ignoti erano arrivati in Val Sabbia proprio grazie a uno dei bandi vinti da Angelo Scaroni.
Per quell’episodio di violenza che fortunatamente si concluse senza feriti le indagini brancolano tutt’oggi nel buio. L’arresto di questa mattina è soltanto l’ennesima tegola giudiziaria nei confronti di Scaroni poiché lo scorso 5 aprile il suo deposito di pellet a Novagli di Montichiari fu distrutto da un gigantesco incendio sviluppatosi per cause mai chiarite.
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