venerdì 7 ottobre 2016

I CORTEI STUDENTESCHI CONTRO LA BUONA SCUOLA E RENZI


Oggi in tutte le città italiane si sono tenute manifestazioni da parte di studenti dove si sono visti anche molti docenti per dire no alla riforma della buona scuola(madn un-salto-nel-buio-per-docenti-e-studenti )e ribadire anche il no alla riforma costituzionale che si voterà con un referendum il prossimo 4 dicembre.
Migliaia di studenti hanno invaso le strade e le piazze con cortei e comizi incentrati sulle proposte molto criticate di quella che sta diventando sempre più un'azienda e non un servizio pubblico atto a fornire educazione e preparazione al mondo del lavoro(madn azienda-scuola ).
Da rilevare che non ci sono stati scontri ma solo dei momenti di tensione con le forze dell'ordine in alcune situazione come a Roma e Firenze nonostante ci siano state provocazioni da più parti cui i giovani hanno saputo resistere.

7 Ottobre, migliaia di studenti in piazza contro il governo Renzi!

Cortei in tutta Italia per un 7 Ottobre di lotta degli studenti e delle studentesse di licei e istituti tecnici. Parola d'ordine comune di pressochè tutte le manifestazioni è stata il rifiuto di Renzi e del suo governo, con in mente la scadenza del referendum costituzionale vista come opportunità di delegittimare l'avanzata renziana, come il momento di dire NO ad un presente che è promessa solo di ulteriore precarietà e sfruttamento.
Obiettivo di quella che si è definita nelle piazze come la generazione ingovernabile è dare un volto sociale ad una battaglia che non può essere lasciata ad uso e consumo di costituzionalisti e dibattiti nei talk show. E' invece una battaglia da giocare nelle piazze, una scommessa da vincere, una sfiducia dal basso che permette di rappresentare la diffusa ostilità a Renzi presente nel paese.
Si parte allora dall'opposizione nelle piazze a politiche come la Buona Scuola, che include l'alternanza scuola-lavoro che mette sotto sfruttamento gratuito decine di migliaia di persone chiamandolo falsamente “apprendimento formativo”; che sempre di più rende le scuole aziende alla mercè dei presidi; che alimenta, come hanno dimostrato recenti ricerche, la pratica dell'emigrazione e lo svuotamento sempre maggiore delle possibilità di una vita dignitosa. Non solo studenti in piazza, ma anche tanti docenti che hanno vissuto le pratiche delle emigrazioni forzate e che lamentano i sempre minori spazi di libertà all'interno di scuole gestite con criteri sempre più manageriali.
A Roma migliaia di studenti sono stati caricati dalla polizia [video] mentre cercavano di raggiungere i palazzi del potere della città. Obiettivo era il Parlamento, da raggiungere attraverso la violazione dell'ordinanza prefettizia che impedisce le manifestazioni durante i giornali feriali nel centro storico. Gli studenti non si sono scomposti di fronte alla carica, per poi proseguire il corteo fino al Miur dove sono state contestate le politiche sulla formazione del governo.
Già in precedenza, numerose provocazioni sono state portate nei confronti del corteo romano, tra striscioni sequestrati dalle forze dell'ordine durante il concentramento e una generale intimidatoria presenza poliziesca; ciò non ha intimidito i partecipanti alla piazza di ribadire il loro dissenso al governo e di rilanciare il grande corteo nazionale che il 27 Novembre, una settimana prima del referendum, attraverserà le strade della Capitale.
Cariche anche a Firenze [video], dove la polizia è intervenuta per impedire che il corteo procedesse all'occupazione di un istituto a termine del suo svolgimento, e a Torino dove in circa un migliaio hanno sanzionato il locale USR e la sede del PD del quartiere San Salvario. A Pisa occupata l'ex sede della CPT in protesta contro il caro-servizi dopo che il corteo aveva sfilato contestando il PD e la giunta cittadina.

A Milano migliaia di persone in corteo, che arriva dopo l'occupazione di uno spazio negli scorsi giorni, e che ha visto contestazioni sotto la sede di Assolombarda e il consolato turco. Centinaia di studenti in piazza anche a Bologna, dove sono stati effettuati blocchi stradali e sanzionato l'Ufficio Scolastico Regionale difeso da decine di agenti in tenuta antisommossa.
Numeri alti anche a Napoli e Palermo, dove anche qui migliaia di persone hanno attraversato i rispettivi centri cittadini. Nella città partenopea due cortei sono sfilati per il centro, focalizzandosi soprattutto sull'opposizione all'alternanza scuola-lavoro, mentre a Palermo il corteo ha puntato verso la sede di Confindustria per esprimere il dissenso contro un'istruzione che è sempre più finalizzata ai profitti degli industriali. A Catania il corteo studentesco che puntava la sede locale di Confindustria è stato bloccato a centinaia di metri di distanza da uno schieramento poliziesco, sanzionato con uova e fumogeni.
Alessandria, Brescia, Bari, Cosenza, Padova, Vicenza e Treviso sono state altre città dove cortei studenteschi hanno attaccato le politiche del governo Renzi, in una giornata che ha segnato una prima discesa in campo dei soggetti reali che si oppongono al governo e che necessiterà sia di ulteriori tappe di mobilitazione sui temi della formazione, sia di legarsi ulteriormente ad altre forme del conflitto sociale, a partire dalla giornata di sciopero generale e metropolitano lanciato dal sindacalismo di base conflittuale. Fa piacere la solidarietà ricevuta dagli studenti francesi, che negli scorsi mesi hanno ribadito quello che il necessario avvento di protagonismo giovanile deve significare..ingovernabilità e ripresa in mano delle proprie vite!

Per l'intanto, iniziamo a vedere nella piazza studentesca di oggi la messa in pratica di quello che ci attenderà nei prossimi mesi..ovvero che nelle strade, nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro..c'è chi dice NO!

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