Mentre Parigi è ancora sotto assedio e sembra che si siano conclusi nel sangue i due asserragliamenti dei terroristi con ostaggi,negli scorsi giorni in Nigeria c'è stato un eccidio di proporzioni devastanti compiuto dalle forze salafite di Boko Haram.
Da una decina di anni questa organizzazione radicale jihadista è presente nello stato centrafricano ma solo dagli ultimi tempi ci sono stati episodi di odio e azioni di massacro nel nord della Nigeria e anche gli stati confinanti ora sono in angoscia perché questi criminali stanno agendo incontrastati.
Boko Haram è salita agli onori della cronaca lo scorso aprile quando un commando rapì duecento ragazzine in una scuola e da allora sono ancora nelle mani dei terroristi.
La notizia della strage di cui sotto,presa da"La Repubblica"(http://www.repubblica.it/esteri/2015/01/08/news/nigeria_bbc_attacco_boko_haram_duemila_morti-104550006/?ref=HREC1-15 )parla del massacro di circa duemila persone avvenute a Baqa e nei villaggi adiacenti,con la popolazione fuggita con imbarcazioni nel lago Ciad che ha lasciato una città fantasma costellata di cadaveri abbandonati per le strade.
Nigeria, Bbc: nuovo attacco di Boko Haram a Baqa: "Si temono duemila morti".
La città a nord-est del Paese devastata assieme ad altri 16 villaggi tra lo scorso weekend e la giornata di mercoledì. Un amministratore locale ha raccontato di corpi sparsi per le strade e case in fiamme. Caduto il quartier generale della forza multinazionale chiamata a contrastarli. E anche il Camerun chiede aiuto.
Abuja.Case in fiamme, cadaveri ovunque. E' la testimonianza di quanto accaduto a Baqa, città del nord-est della Nigeria, nel corso di due attacchi portati da Boko Haram tra lo scorso weekend e le giornate di martedì e mercoledì. "I cadaveri giacciono sulle strade, si temono 2000 persone uccise" nei raid, scrive la Bbc citando un ufficiale militare. La città "è stata completamente devastata, le case date alle fiamme".
Nel raid del weekend i morti sarebbero stati un centinaio. La stima complessiva ma non confermata delle vittime di Baqa, tra il 3 gennaio ed oggi, è stata fatta sulla base di quanto raccontato dai parenti, ha spiegato al telefono Musa Bukar, presidente del governo locale per il distretto di Kukawa nello Stato del Borno, che include la città teatro delle violenze. Parlando da un accampamento a Maiguri, dove hanno trovato rifugio gli scampati al massacro, Bukar ha raccontato di corpi sparsi nelle strade e nella boscaglia.
Lo scorso 3 gennaio, i miliazi di Boko Haram si erano impadroniti del quartier generale che la forza multinazionale incaricata di combatterli aveva eretto a Baqa. Il nuovo attacco a nord-est ha portato alla distruzione di 16 tra cittadine e villaggi sulle rive del lago Ciad, compresa Baqa. "Gli islamisti hanno bruciato tutto" hanno riportato le autorità locali, la città di Baqa, che aveva una popolazione di 10.000 persone, di fatto "non esiste più". Quelli che sono riusciti a fuggire "non sono stati in grado di seppellire i morti, i loro cadaveri ora giacciono nelle strade". Molti sono fuggiti, già da domenica, attraversando il lago Ciad.
In ottobre, le autorità nigeriane avevano annunciato il raggiungimento di un'intesa per un cessate il fuoco con Boko Haram, anche in vista del rilascio delle oltre 200 studentesse rapite a Chibok, nel Borno, lo scorso aprile, e per un regolare delle prossime elezioni presidenziali e legislative, programmate per il prossimo febbraio. Tregua poi smentita dal sedicente leader del movimento, Abubakar Shekau. Da allora, le violenze sono continuate senza interruzioni di sorta. E ieri, in un video diffuso su YouTube, un uomo presentatosi come Shekau ha lanciato la minaccia degli integralisti contro il presidente del Camerun Paul Biya. "Oh Paul Biya, se non fermerai questo complotto maligno, assaggerai quanto è accaduto in Nigeria... I tuoi soldati non possono nulla contro di noi", ha dichiarato Shekau in arabo.
E adesso anche il Camerun chiede aiuto. Il presidente Biya ha rivolto oggi un appello alla comunità internazionale per fermare Boko Haram. "Dal Mali, alla Somalia, fino alla Repubblica Centrafricana, questi terroristi hanno la stessa agenda - ha detto Biya - di fronte a una minaccia globale serve una risposta globale". Biya ha mobilitato l'esercito contro Boko Haram in maggio, dopo che il gruppo terrorista è sconfinato più volte in Camerun dalla vicina Nigeria. Migliaia di soldati e uomini delle forze speciali sono stati dispiegati nella Regione dell'Estremo Nord, uccidendo dozzine di jihadisti.
In Nigeria, gli ultimi eventi non hanno impedito al presidente Goodluck Jonathan di lanciare oggi la sua candidatura per un nuovo mandato. Il 57enne Jonathan ha parlato di fronte a migliaia di sostenitori radunati a Lagos, ricordando i progressi nell'agricoltura e nell'industria e la recente privatizzazione della complicata fornitura dell'energia elettrica, che ancora non raggiunge con continuità molte aree del Paese. Nella sua prima vera sfida elettorale, Jonathan dovrà vedersela con Muhammadu Buhari, proprio un esponente della precedente dittatura, deciso a giocarsi la carta di una competenza militare superiore a quella dell'attuale e contestato presidente per sconfiggere Boko Haram.
Nel raid del weekend i morti sarebbero stati un centinaio. La stima complessiva ma non confermata delle vittime di Baqa, tra il 3 gennaio ed oggi, è stata fatta sulla base di quanto raccontato dai parenti, ha spiegato al telefono Musa Bukar, presidente del governo locale per il distretto di Kukawa nello Stato del Borno, che include la città teatro delle violenze. Parlando da un accampamento a Maiguri, dove hanno trovato rifugio gli scampati al massacro, Bukar ha raccontato di corpi sparsi nelle strade e nella boscaglia.
Lo scorso 3 gennaio, i miliazi di Boko Haram si erano impadroniti del quartier generale che la forza multinazionale incaricata di combatterli aveva eretto a Baqa. Il nuovo attacco a nord-est ha portato alla distruzione di 16 tra cittadine e villaggi sulle rive del lago Ciad, compresa Baqa. "Gli islamisti hanno bruciato tutto" hanno riportato le autorità locali, la città di Baqa, che aveva una popolazione di 10.000 persone, di fatto "non esiste più". Quelli che sono riusciti a fuggire "non sono stati in grado di seppellire i morti, i loro cadaveri ora giacciono nelle strade". Molti sono fuggiti, già da domenica, attraversando il lago Ciad.
In ottobre, le autorità nigeriane avevano annunciato il raggiungimento di un'intesa per un cessate il fuoco con Boko Haram, anche in vista del rilascio delle oltre 200 studentesse rapite a Chibok, nel Borno, lo scorso aprile, e per un regolare delle prossime elezioni presidenziali e legislative, programmate per il prossimo febbraio. Tregua poi smentita dal sedicente leader del movimento, Abubakar Shekau. Da allora, le violenze sono continuate senza interruzioni di sorta. E ieri, in un video diffuso su YouTube, un uomo presentatosi come Shekau ha lanciato la minaccia degli integralisti contro il presidente del Camerun Paul Biya. "Oh Paul Biya, se non fermerai questo complotto maligno, assaggerai quanto è accaduto in Nigeria... I tuoi soldati non possono nulla contro di noi", ha dichiarato Shekau in arabo.
E adesso anche il Camerun chiede aiuto. Il presidente Biya ha rivolto oggi un appello alla comunità internazionale per fermare Boko Haram. "Dal Mali, alla Somalia, fino alla Repubblica Centrafricana, questi terroristi hanno la stessa agenda - ha detto Biya - di fronte a una minaccia globale serve una risposta globale". Biya ha mobilitato l'esercito contro Boko Haram in maggio, dopo che il gruppo terrorista è sconfinato più volte in Camerun dalla vicina Nigeria. Migliaia di soldati e uomini delle forze speciali sono stati dispiegati nella Regione dell'Estremo Nord, uccidendo dozzine di jihadisti.
In Nigeria, gli ultimi eventi non hanno impedito al presidente Goodluck Jonathan di lanciare oggi la sua candidatura per un nuovo mandato. Il 57enne Jonathan ha parlato di fronte a migliaia di sostenitori radunati a Lagos, ricordando i progressi nell'agricoltura e nell'industria e la recente privatizzazione della complicata fornitura dell'energia elettrica, che ancora non raggiunge con continuità molte aree del Paese. Nella sua prima vera sfida elettorale, Jonathan dovrà vedersela con Muhammadu Buhari, proprio un esponente della precedente dittatura, deciso a giocarsi la carta di una competenza militare superiore a quella dell'attuale e contestato presidente per sconfiggere Boko Haram.
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