venerdì 23 febbraio 2018
NON TOCCATE LE NOSTRE ARMI
Dopo l'ennesima strage avvenuta in un liceo negli Usa a Parkland in Florida e costata la vita a 17 persone,Trump non fa un passo indietro sulla vendita delle armi e anzi rilancia,sembrerebbe una battuta ma è vero,dicendo che insegnanti armati,qualificati ed addestrati potrebbero stroncare questi avvenimenti sul nascere.
Forte dell'immenso potere nell'Nra(Nationl Rifle Association)che ha ampiamente foraggiato la sua campagna elettorale e che da sempre è parte integrante del tessuto economico nonché formativo dei repubblicani da eleggere,il folle presidente non si piega alle accuse che piovono da ogni dove.
L'articolo di Contropiano(trump-sparatorie-nelle-scuole )parla di questa ennesima provocazione e di alcuni suggerimenti proposti,oltre a quelli elencati vi è la possibilità di vendere armi solo a chi abbia più di 21 anni,che comunque non ledono il diritto sacrosanto degli americani di poter acquistare armi e soprattutto di poterle usare.
Trump: “Sparatorie nelle scuole? Armiamo gli insegnanti”.
di Alessio Ramaccioni
A pochi giorni dall’ennesima strage in un liceo, sono due le soluzioni concrete proposte da Donald Trump: la prima è la messa al bando dei “bump-stock”, che sono dei dispositivi che permettoni di trasformare le armi a colpo singolo o semiautomatiche in automatiche, ossia in grado di sparare raffiche di colpi causando evidentemente molti più danni. Per essere precisi, questi dispositivi (uno dei quali è stato utilizzato dal killer di Parkland) sono ancora in commercio: Trump si è limitato ad emettere una direttiva che “ordina di varare al più presto un provvedimento di messa al bando”.
La prima riflessione che viene da fare è che anche un’arma a colpo singolo può causare immensi danni, e che il problema semmai è la diffusione incontrollata delle armi all’interno di una società ipercompetitiva, ingiusta, totalmente disomogenea dal punto di vista sociale ed economico e satura di contraddizioni e repressione. Nessuno sano di mente consentirebbe il libero accesso ad armi di ogni tipo in un paese del genere, eppure è esattamente quello che avviene, per due motivi principali: uno di natura culturale, l’altro di natura speculativa ed economica.
Il business delle armi è enorme, negli Usa, ed infatti la National Rifle Association (NRA) – l’associazione di categoria dei produttori di armi – è una delle lobby più politicamente influenti.
Barack Obama, in uno dei rari tentativi di discontinuità con le politiche delle precedenti amministrazioni, ha più volte provato ad inserire delle moratorie nella vendita delle armi, anche a fronte dei frequenti casi di stragi. Non ci è riuscito.
Adesso, all’indomani della mattanza di Parkland, l’opinione pubblica statunitense è scossa, ed aspetta delle risposte da Trump: ed è qui che la più oscena delle fantasie irrompe nella realtà.
Il presidente degli Stati Uniti, nel corso di un incontro con i superstiti di Parkland, ha indicato la seconda soluzione al vaglio: si è detto disposto a considerare l’ipotesi di armare gli insegnanti nelle scuole. “Se ci fossero insegnanti esperti di armi, potrebbero porre fine ad un attacco molto velocemente” ha dichiarato, facendo propria una proposta partita da ambienti vicini alla NRA.
La risposta da parte delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti è arrivata immediatamente, : “Armare gli insegnanti non è la soluzione”, ha dichiarato la madre di una vittima di un’altra strage, quella della scuola elementare Sandy Hook.
Uno studente del liceo Douglas di Parkland ha aggiunto: “Non capisco come sia possibile che io sia ancora in grado di acquistare un’arma d’assalto. Come è possibile che sia così facile acquistare questo tipo di armi da guerra dopo Columbine, dopo Sandy Hook”.
In un paese in cui la corsa al profitto è il vero motore delle scelte politiche – e vendere armi di profitto ne assicura a volontà – è possibile.
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