domenica 11 febbraio 2018
FOIBE:UNA GOCCIA NELL'OCEANO
L'ignoranza dei falsi benpensanti,dei reazionari,dei fascisti e della marmaglia che gli sta dietro,ivi compresi i politicanti a volte convinti,a volte obbligati dalla propria carica istituzionale a ricordare il giorno del ricordo per gli infoibati,poche vittime innocenti a fronte del disastro insensato del nazifascimo,evento creato ad hoc dall'allora governo Berluscojoni per pareggiare il giorno della memoria,è contagiosa e fa pure ridere.
L'immagine proposta,documentata ampiamente nel corso degli anni e che vede un plotone di fascisti italiani fucilare cinque sloveni nei pressi di Lubiana,è proposta delle teste di minchia destronze ogni 10 febbraio quale monito delle terribili persecuzioni titine dal 1943 al 1945(articolo di:contropiano ).
Che poverini ne avevano viste di ogni nel ventennio precedente e con un attimino di voglia di rivalsa e vendetta ammazzarono bontà loro qualche italiano che per tutti quegli anni gli aveva bruciato la casa,stuprato mamma,moglie,figlia e sorella,ammazzato genitori e figli,insomma gli italiani brava gente esportatori di democrazia fascista.
Vedi anche:madn foiberiapriamole ,madn 10-100-1000-foibe ,madn il-revisionismo-non-puo-vincerese abbiamo buonamemoria ,madn storico-di-che .
La Meloni inciampa nelle foibe, per pura ignoranza.
di Redazione Contropiano
Questa foto è famosa, tra gli storici e non solo. Mostra un plotone italiano – fascista, perché il regime non era ancora caduto – che fucila alla schiena 5 civili sloveni. L’episodio è stato registrato e conservato negli archivi, mostrato decine di volte – nei decenni intercorsi da allora – per mostrare i crimini del fascismo nell’occupazione della Jugoslavia.
In particolare sull’attuale linea di confine con la Slovenia, nel Carso, i fascisti si abbandonarono ad ogni sorta di nefandezze sulla popolazione civile meritandosi il soprannome di “Italiani palikuca”, letteralmente “bruciatetti”. Non è difficile capire perché.
La pulizia etnica delle province slovene prima della guerra fu effettuata come sempre da stupri, fucilazioni (documentate dalle stesse milizie e dall’esercito, per dimostrare la propria “produttività”), infoibamenti. Come sempre accade, la ritirata di un paio di anni dopo fu segnata da vendette e inammissibili “restituzioni della gentilezza”.
Da decenni storici di grande valore, come Alessandra Kersevan e altri, hanno scavato nella storia delle foibe fino a ricostruire esattamente o quasi le diverse “ondate” – prima gli sloveni e jugoslavi, poi gli italiani – di morti e uccisioni.
Insomma, un vero cultore della tristissima materia “foibe” avrebbe a disposizione materiale a iosa per affinare le proprie conoscenze, o se non altro almeno le informazioni di base. Di tutta la documentazione questa foto è uno dei cimeli più noti, anche perché una delle poche prove fotografiche esistenti, al punto che – evento rarissimo – se ne conoscono persino i nomi: Franc Znidarsic, Janez Kranjc, Franc Skerbec, Feliks Znidarsic e Edvard Skerbec. L’pisodio è avvenuto a a Dane (oggi nel comune di Loska Dolina, alcune decine di chilometri a Sudest di Lubiana), il 31 luglio del 1942.
Già altri fascisti di seconda fascia avevano provato a rovesciare le parti, attribuendo la parte dei carnefici agli odiati “titini”, sventolando la stessa foto e incrementandone la notorietà.
Questa volta è toccato addirittura a una presunta leader del neofascismo nostrano, tale Giorgio Meloni, che ha inveito contro un sindaco che aveva dato il nulla osta a una iniziativa sul tema di carattere storico – non fascista, insomma: «A Orvieto l’amministrazione Pd è impazzita e ha concesso il patrocinio ad una iniziativa negazionista delle foibe. Il sindaco Giuseppe Germani abbia la decenza di dimettersi perché è indegno di ricoprire il suo ruolo e chieda scusa per questo indegno oltraggio al popolo italiano».
Ha fatto il suo comizietto twitter postando ancora una volta la stessa immagine. A dimostrazione del fatto che a lei, della vera storia delle foibe, non interessa sapere nulla. Le basta spremere qualche voto…
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