lunedì 26 febbraio 2018
FOLCO QUILICI
Uno dei più importanti documentaristi mondiali è morto l'altro ieri dopo una vita lunga e piena di emozioni e di avventure,e ciò per cui Folco Quilici verrà ricordato lo potremo rivedere e leggere grazie alle sue opere.
Nell'articolo di Bergamo news(morto-documentarista-folco-quilici )il ricordo e alcune curiosità su questo personaggio grande divulgatore della natura e uno dei miei primi"miti"da bambino quando lo sentivo parlare alla televisione o leggevo suoi articoli su riviste dedicate al mondo animale.
Il suo mestiere l'avrei sempre voluto fare ma la vita poi offre o toglie sempre qualcosa,fatto sta che la sua figura rimarrà sempre cara nei miei ricordi soprattutto quelli dell'infanzia e dell'adolescenza:aggiungo il ricordo di Fulco Pratesi,altro ambientalista e divulgatore della natura e fondatore di WWF Italia(www.corriere.it ).
È morto il documentarista Folco Quilici, sfollato in Val Brembana durante la guerra.
Sfollato in Val Brembana durante la guerra, il piccolo Folco girava su una bicicletta cui aveva legato un tricolore, che gli evitò di essere fucilato da partigiani e fascisti; divenne amico di Pjotr, un cosacco nostalgico dello zar e odiatore dei comunisti, cui ha dedicato un romanzo.
di Davide Agazzi
È morto all’ospedale di Orvieto Folco Quilici, uno dei più importanti ambientalisti e documentaristi italiani. Aveva 87 anni ed era originario di Ferrara.
Quilici aveva da oltre 40 anni un casale nelle campagne di Ficulle, comune di 1.600 abitanti dell’alto orvietano. Era ricoverato all’ospedale di Orvieto da qualche giorno e lì è morto stamani.
Scrittore, naturalista e divulgatore, uno dei più influenti pensatori al mondo (come riconobbe Forbes nel 2006) in tema di ambiente e culture, è ricordato per i suoi tanti film pluripremiati dedicati al rapporto tra uomo e mare. Nel 1971 uno dei suoi documentari della serie L’Italia vista dal cielo “Toscana” gli è valsa una candidatura agli Oscar.
Con “Oceano” si era aggiudicato il Davide di Donatello. Non ha avuto una vita facile; ma ha avuto una vita bellissima. Il padre, Nello, morì sull’aereo di Italo Balbo, abbattuto dal fuoco amico nel cielo di Tobruk.
Sfollato in Val Brembana durante la guerra, il piccolo Folco girava su una bicicletta cui aveva legato un tricolore, che gli evitò di essere fucilato da partigiani e fascisti; divenne amico di Pjotr, un cosacco nostalgico dello zar e odiatore dei comunisti, cui ha dedicato un romanzo.
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