lunedì 30 ottobre 2017
ALCUNI HANNO DUBBI SUL'INDIPENDENZA CATALANA
Molta gente che pensa politicamente a sinistra si è domandata se l'indipendenza proclamata dal Parlament catalano sia un'opportunità favorevole o meno rispetto al fatto che al posto di unire popoli si costruisca un altro confine.
In un recente viaggio in terra basca molti pensavano non necessaria almeno in questo periodo e/o con le modalità che si sono usate questa indipendenza della Catalunya da Madrid,sia per la creazione di un nuovo Stato che per le mire di una certa borghesia catalana cui fa comodo tutto questo discorso.
Evidentemente molta altra gente era a favore incondizionatamente di questo strappo netto e deciso voluto da Barcellona,e l'articolo preso da Contropiano(interventi )casca proprio a fagiolo in quanto si fa un ragionamento proprio sulle tematiche che hanno visto molti compagni essere dubbiosi su quanto accaduto nelle ultime settimane(madn e-repubblica ).
Senza stare tanto a menarla con Lenin,la rivoluzione russa ed altri riferimenti che sono storia passata il mio appoggio verso l'indipendenza catalana è totale e sono d'accordo che le ultime e ancora potenti monarchie europee debbano finire perché il medioevo è finito da un pezzo,nonostante certi rigurgiti e atti possano fugare questa certezza.
Di sicura i riferimenti agli articoli(a partire da quello 155)della costituzione fascista spagnola ed il riferimento a Franco(ancora ieri gli unionisti hanno fatto mostra di saluti romani e violenze)non fanno altro che accrescere la mia stima per la Catalunya ed il suo popolo.
Ai compagni che non condividono il mio omaggio alla Catalogna.
di Giorgio Cremaschi
Alle compagne e ai compagni che mi hanno criticato per il mio omaggio al popolo della Catalogna, giudicando la sua lotta sbagliata, ambigua, borghese, egoista, nazionalista, eccetera, e che hanno contrapposto ad essa la lotta di classe di Marx e Lenin, rispondo ricorrendo proprio al più grande rivoluzionario della storia moderna.
Mi permetto di citare ciò che Lenin disse dell’emiro dell’Afghanistan, un reazionario che nel 1920 si batteva contro gli inglesi… Lenin disse che aveva fatto più danni all’imperialismo quell’emiro che tutta la socialdemocrazia e la sinistra europea…
Per favore, a cento anni dalla Rivoluzione contro Il Capitale, come la definì Gramsci, non usate Marx e Lenin in senso scolastico e soprattutto da menscevichi.
Le rotture del sistema avvengono oggi su faglie non previste dal manuale delle giovani marmotte marxiste-leniniste. E sono piene di ambiguità e contraddizioni… ma sono rotture. E in questo caso lo stato confusionale dei poteri forti UE dimostra che la rottura c’è.
E poi con chi stareste voi, con un popolo che si ribella, ripeto con ambiguità e contraddizioni, e che in questa ribellione matura, o con il Re e e i postfranchisti che lo reprimono? Siete sicuri di potervi chiamare fuori da tutto questo? Aggiungo che quando Fidel ed il Che sbarcarono dal Granma a Cuba dicendo “liberiamo la Patria”, il partito comunista di allora, di cui nessuno di loro faceva parte, li definì come avventuristi piccolo borghesi.
Sono stato nel Donbass; non ho visto il socialismo, che non c’è, ma un popolo antifascista e progressista che lotta per la propria autodeterminazione… Cosa dovevano fare? Aspettare la rivoluzione in tutta l’Ucraina e intanto farsi massacrare?
Lenin scriveva che per la rivoluzione vale il motto di Napoleone: si comincia lo scontro e poi si vede…
Per favore compagni non date i voti a chi ci prova nella condizione reale in cui sta, soprattutto da un paese, il nostro, che dopo essere stato per decenni all’avanguardia dei conflitti in Europa oggi è alla più triste retroguardia.
Cari compagni non fate i pedanti, ma siate generosi…
Per nostro interesse, prima di tutto.
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