A bocce ferme dopo una giornata di episodi e di commenti sulla morte di Fidel Castro facendo attenzione a non condannare per partito preso tutto quello detto su questo evento soprattutto in riferimento a interpretazioni negative sulla sua figura e sul suo operato,ecco alcune considerazioni in merito a tutto questo.
Parlando in generale su larga scala c'è uno Stato in un lutto vero e diverse persone in differenti luoghi del mondo che hanno reagito con tristezza alla dipartita del lider maximo di Cuba,in particolar modo in Sudamerica dove Castro negli ultimi anni ha contribuito ad una sollevazione popolare e ad una rinascita del movimento bolivariano di sinistra contro le varie dittature fasciste che avevano contraddistinto gli ultimi decenni dello scorso secolo.
Gli esuli cubani soprattutto in Florida hanno esultato alla notizia di questo decesso,non voglio nemmeno commentare più di tanto questo perché liberi di farlo così come io ho fatto per altre dipartite cui mi sono trovato in uno stato d'animo da poter se non gioire comunque festeggiare.
Invece restringendo il campo all'Italia e in modo particolare a Crema e nel cremasco,che comunque rispecchia abbastanza fedelmente le reazioni a livello nazionale,riferendomi a contatti su social network di persone che comunque conosco anche di persona,vorrei fare una puntualizzazione ribadendo il fatto che ognuno ha il diritto di esprimere le sue idee che comunque essendo esternate pubblicamente possono essere apprezzate o criticate.
Leggendo commenti di uomini e donne,chi più e chi meno giovani o più vecchietti,di sicura provenienza del partito della nazione attuale(il Pd),trovo allucinante certe reazioni e commenti che lasciano,senza dubbio alcuno,che questi rappresentati poco o nulla c'entrino con gli ideali basilari di democrazia e buon senso degli anni novanta dei transfughi del Partito Comunista.
Chi per motivi anagrafici di fresca età e chi per giunta comunque adulto e vaccinato,e questi sono i peggiori,fanno capire che sono eredi non di un movimento comunista di enorme rilievo ma della vecchia democrazia cristiana ma non solo,con infiltrazioni cielline e pure reazionarie se non apertamente di destra,in un partito non per le persone ma per le poltrone e per tutti gli intrallazzi col mondo del lavoro e del potere che spesso sfociano nell'illegalità e nella criminalità.
Un popolo di arraffatori e seguaci del sistema clientelare che fu come detto prima proprio della vecchia Dc,dei famosi culi di legno,pari pari all'altra feccia che si è ricreata una verginità con Berlusconi & company.
Personaggi politici cremaschi con ruoli importanti nel Pd che parlano di Castro dittatore e che si dimenticano che da giovani indossavano la maglietta del Che e che magari in Birroteca Rock alla festa dell'Unità,in una coerenza propria dei così detti"comunisti"di facciata pippa spinelli che se ne andavano(e vanno tutt'ora)in giro da"straccioni"col culo parato dai soldi del papi,sono tutti compagni ma che appena ti giri te lo ficcano in culo.
Sono stufo di questa gente piena di sé ed arrogante ai limiti della sopportazione,che ti sorridono e parlano di peace & love ma che poi parlano male di Castro ma appoggiano per esempio Poroshenko e il suo regime nazista ucraino,tifano per il Ttip tra Usa ed Europa,inneggiano alla suddetta Unione Europea e strizzano l'occhio ad Erdogan,vanno a fare affari in Arabia Saudita con i finanziatori dell'Isis,vogliono destituire Assad in Siria,sostengono la Tav e le grandi ed inutili opere,foraggiano i signori della guerra ma comunque per fortuna è morto Fidel!
Non credo abbiano mai commentato con felicità le morti di Pinochet piuttosto che Carrero Blanco,di Videla o di Trujillo,dei colonnelli greci o di Franco:senza la memoria storica e la coerenza non si va avanti e stiamo consegnando il paese nelle mani di questi maiali,io vedo un altro motivo ulteriore per un bel NO al voto di domenica prossima.
Articoli presi da Senza Soste(senzasoste )e Contropiano(contropiano )che parlano rispettivamente di numeri e non parole di quello compiuto da Castro a Cuba e di commenti infelici di quaquaraquà di casa nostra.
Vedi anche il post di ieri dove mi ero ripromesso di tornare a parlare dell'argomento(adios-fidel ).
In occasione della scomparsa del comandante Fidel Castro riproponiamo un articolo pubblicato il giorno del suo 90° compleanno, il 13 agosto scorso, sui risultati delle politiche sociali attuate a Cuba dalla vittoria della Rivoluzione ad oggi. Al di là di tutte le incertezze sul prospettive del socialismo nell’isola e nel mondo, questi dati rimangono indiscutibili e costituiscono l’espressione concreta di quello che la Rivoluzione cubana ha rappresentato e rappresenta, con buona pace dei professorini di tutte le provenienze. (redazione).
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Fidel Castro, riformatore sociale
di Salim Lamrani (*)
Cuba è universalmente rinomata per il suo sistema di protezione sociale e i suoi eccezionali risultati nei campi dell’educazione, della salute, della scienza, della cultura e dello sport. Dando la priorità ai diseredati, Fidel Castro ha creato la società più egualitaria del continente latinoamericano e del Terzo Mondo.
Le cifre sono eloquenti. Per quanto riguarda l’educazione, il tasso di analfabetismo in America Latina è dell’11,7% e a Cuba dello 0,2%. Il tasso di scolarizzazione nell’istruzione primaria (fino agli 11 anni) è del 92% nel continente latinoamericano e del 100% nell’isola caraibica. Il tasso di scolarizzazione nell’istruzione secondaria (fino ai 14 anni) è del 52% in America Latina e del 99,7% a Cuba. Circa il 76% dei bambini latinoamericani raggiungono il livello del liceo e questa cifra è del 100% per gli alunni cubani.[1] Il Consiglio Economico e Sociale dell’Unione Europea riconosce che “queste cifre sono eccezionali tra i Paesi in via di sviluppo”. [2] Il Dipartimento dell’Educazione dell’UNESCO segnala che Cuba registra il tasso di analfabetismo più basso e il tasso di scolarizzazione più alto del continente. Secondo questo organismo un alunno cubano ha il doppio di conoscenze di un bambino latinoamericano. Aggiunge che “Cuba, anche se è uno dei Paesi più poveri dell’America Latina, fa registrare i migliori risultati quanto a educazione di base” perché “l’educazione è stata la priorità più importante a Cuba”.[3]
L’UNESCO sottolinea che Cuba occupa il sedicesimo posto nel mondo -il primo del continente americano- nell’Indice di Sviluppo dell’Educazione per tutti (IDE), che valuta l’insegnamento primario universale, l’alfabetizzazione degli adulti, la parità e l’uguaglianza tra i sessi e anche la qualità dell’educazione. A titolo di paragone, gli Stati Uniti sono al 25° posto.[4] L’organismo informa inoltre che Cuba nel mondo è la nazione che dedica la parte più grande del suo bilancio all’educazione, con circa il 13% del PIL.[5] Questa percentuale è del 7,3% negli Stati Uniti, il 6,7% in Svezia, 6,4 in Finlandia, 6,3 in Francia, 6,2 in Holanda, 6% nel Regno Unito e in Australia, 5,6% in Spagna, 5,3% in Germania, 5,2% in Giappone e 4,9% in Italia.[6]
Alcuni indicatori permettono di valutare l’eccellenza del sistema sanitario a Cuba. Come il tasso di mortalità infantile, che è del 32 per mille in America Latina e del 4,6 per mille a Cuba, il più basso del continente dal Canada all’Argentina.[7] La speranza di vita è di 70 anni per i latinoamericani e di 78 per i cubani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Cuba è uno dei Paesi che contano il più alto numero di centenari rispetto alla loro popolazione.[8] Il numero di medici su 100.000 abitanti è di 160 in America Latina e di 590 a Cuba.[9] Cuba è la nazione che dispone di più medici per abitante in tutto il mondo.
La American Association for World Health, il cui presidente onorario è James Carter, segnala che il sistema sanitario cubano è “considerato in modo uniforme come il modello preminente per il Terzo Mondo”.[10] Secondo la American Public Health Association, “non ci sono barriere razziali che impediscano l’accesso alla salute” e si evidenza “l’esempio fornito da Cuba, un Paese con la volontà politica di offrire una buona assistenza medica a tutti i cittadini”.[11]
Secondo il New England Journal of Medecine, la più prestigiosa rivista medica del mondo, “il sistema sanitario cubano sembra irreale. Ci sono troppi dottori. Tutti hanno un medico di famiglia. Tutto è gratis, totalmente gratis […]. Nonostante che Cuba disponga di risorse limitate, il suo sistema sanitario ha risolto problemi che il nostro [quello degli Stati Uniti] non è ancora riuscito a risolvere”. Il NEJM aggiunge che “Cuba dispone del doppio di medici per abitante degli Stati Uniti”.[12]
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, nell’ultimo decennio Cuba è l’ unico Paese dell’America Latina e del Terzo Mondo che si trova nelle prime dieci nazioni con il miglior indice di sviluppo umano sui tre criteri “speranza di vita, educazione e livello di vita”.[13]
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Cuba è un modello per i Paesi in via di sviluppo riguardo all’assistenza medica fornita alle mamme e ai bambini.[14] L’UNICEF evidenzia che “Cuba è un esempio nella protezione dell’infanzia”.[15] Secondo Juan José Ortiz, rappresentante dell’UNICEF a L’Avana, “la denutrizione grave non esiste a Cuba […]. Qui non c’è nessun bambino per strada. A Cuba i bambini sono sempre una priorità e per questo non soffrono le carenze che colpiscono milioni di bambini in America Latina che lavorano, che sono sfruttati o che si trovano nelle reti della prostituzione”.[16] Secondo lui, Cuba è un “paradiso dell’infanzia in America Latina”.[17] L’UNICEF segnala che Cuba è l’unico Paese dell’America Latina e del Terzo Mondo che ha sradicato la denutrizione infantile. [18]
L’Organizzazione non Governativa Save the Children colloca Cuba al primo posto tra i Paesi in via di sviluppo per le condizioni offerte alle mamme, davanti ad Argentina, Israele o Corea del Sud. In questo studio sono stati presi in considerazione vari criteri come il sistema sanitario e l’educazione, ossia l’assistenza da parte di personale qualificato durante il parto, la diffusione dei metodi anticoncezionali e il livello di educazione delle donne e dei bambini. Si è tenuto conto dell’uguaglianza politica ed economica tra uomini e donne, ossia la partecipazione delle donne alla vita politica e l’uguaglianza salariale.[19]
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT) ha definito il sistema di sicurezza sociale cubano un “miracolo”, data la protezione che offre ai lavoratori e il tasso di disoccupazione molto basso (1,9%). Secondo la OIT, in America Latina l’11% delle persone senza lavoro e circa il 65% degli abitanti non hanno accesso alla sicurezza sociale. In America Latina uno dei grandi paradossi sta nel fatto che 25 milioni di bambini sono obbligati a lavorare mentre 19 milioni e mezzo di adulti si trovano senza lavoro.[20]
Mettendo l’essere umano al centro del progetto della società nuova, Fidel Castro ha dimostrato al mondo che è possibile, nonostante risorse molto limitate e uno stato d’assedio economico imposto dagli Stati Uniti, offrire a tutti i cittadini un sistema di protezione sociale simile a quello delle nazioni più ricche.
Traduzione per Senzasoste di Nello Gradirà
*Dottore in Studi Iberici e Latinoamericani dell’Università di Parigi Sorbona-Paris IV, Salim Lamrani è professore titolare dell’Universidad di La Reunión e giornalista, specialista di relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Il suo ultimo libro si intitola Cuba, the Media, and the Challenge of Impartiality, New York, Monthly Review Press, 2014, con un prologo di Eduardo Galeano. http://monthlyreview.org/books/pb4710/
lamranisalim@yahoo.fr
https://www.facebook.com/SalimLamraniOfficiel
Note
[1] United Nations Development Program, «Human Development Indicators 2003: Cuba», 2003. www.undp.org/hdr2003/indicator/cty_f_CUB.html (sitio consultado el 22 de marzo de 2004); Commission Economique Pour l’Amérique Latine (CEPAL), Indicadores del desarrollo socioeconómico de América Latina. (Nations Unies, 2002), pp. 12, 13, 39, 41, 43-47, 49-56, 66-67; 716-733.
[2] Mick Hillyard & Vaughne Miller, «Cuba and the Helms-Burton Act», House of Commons, Research Paper 98/114, 14 de diciembre de 1998, 8.
[3] Latin American Laboratory for Evaluation and Quality of Education, «Learning in Latin American», UNESCO, 3 de septiembre de 1999. Margarita Barrio, «Obtuvo Cuba las más altas calificaciones de la calidad de la educación», Juventud Rebelde, 21 de junio de 2008. http://www.juventudrebelde.cu/cuba/2008-06-21/obtuvo-cuba-las-mas-altas-calificaciones-en-evaluacion-de-la-calidad-de-la-educacion/ (sitio consultado el 22 de junio de 2008).
[4] UNESCO, Informe de 2012. Los jóvenes y las competencias: trabajar con la educación, 2012, p. 370. http://www.unesco.org/new/es/education/themes/leading-the-international-agenda/efareport/reports/2012-skills/ (sitio consultado el 2 de enero de 2013).
[5] Ibid., p. 180.
[6] Ministère de l’éducation nationale, «L’éducation nationale en chiffres», République française, 2012. http://www.education.gouv.fr/cid57111/l-education-nationale-en-chiffres.html (sitio consultado el 11 de febrero de 2013).
[7] Opera Mundi, «Cuba registra menor taxa de mortalidade infantil das Américas», 3 de enero de 2013. http://operamundi.uol.com.br/conteudo/noticias/26374/cuba+registra+menor+taxa+de+mortalidade+infantil+das+americas+.shtml (sitio consultado el 3 de enero de 2013).
[8] Le Figaro, «Cuba : centenaires grâce au système», 22 de mayo de 2009.
[9] Para América Latina (CEPAL), Indicadores del desarrollo socioeconómico de América Latina. (Nations Unies, 2002), pp. 12, 13, 39, 41, 43-47, 49-56, 66-67; 716-733.
[10] American Association for World Health, «Denial of Food and Medecine: the Impact of the U.S. Embargo on the Health and Nutrition in Cuba», marzo de 1997.
[11] Diane Kuntz, «Statement from American Public Health Association», American Public Health Association, 2 de mayo de 1996.
[12] Edward W. Campion & Stephen Morrissey, «A Different Model: Medical Care in Cuba», New England Journal of Medecine, 24 de enero de 2013, p. 297-99.
[13] O. Fonticoba Gener, «Mantiene Cuba alto índice de desarrollo humano», Granma, 1 de octubre de 2011. http://www.granma.cu/espanol/cuba/1octubre-mantiene.html (sitio consultado el 5 de octubre de 2011).
[14] AIN, «Cuba, 4,7 de mortalidad infantil, la más baja de su historia», 2 de enero de 2009; José A. De la Osa, « ¡4,7! », Granma, 2 de enero de 2008.
[15] José A. De la Osa, « Cuba es ejemplo en la protección a la infancia », Granma, 12 de abril de 2008.
[16] Fernando Ravsberg, «UNICEF: Cuba sin desnutrición infantil», BBC, 26 de enero de 2010.
[17] Marcos Alfonso, «Cuba: ejemplo de la protección de la infancia, reconoce UNICEF», AIN, 18 de julio de 2010.
[18] UNICEF, Progreso para la infancia. Un balance sobre la nutrición, 2011.
[19] Save the Children, «Informe Estado Mundial de las madres 2011», 2012. http://www.savethechildren.es/ver_doc.php?id=115 (sitio consultado el 2 de enero de 2012).
[20] Granma, «Director regional de OIT califica de ‘casi un milagro’ sistema cubano de seguridad social», 30 de marzo de 2005. www.granma.cu/espanol/2005/marzo/mier30/califican.html (sitio consultado el 13 de mayo de 2005).
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di Sergio Cararo
Ci sono occasioni in cui il silenzio o il rispetto valgono più delle parole. Lo scrittore cortigiano Roberto Saviano, i cui riconoscimenti superano abbondantemente le sue qualità, non ha saputo resistere alla insana tentazione di mettere bocca anche su materie che non conosce.
In un tweet che ha reso felice il ciarpame reazionario in Italia e nel mondo (vedi sotto) ha attaccato Fidel Castro come dittatore e come persecutore di omosessuali. Se Saviano si fosse informato prima, avrebbe evitato l’ennesima brutta figura.
Saviano scrive da un paese – il nostro – dove negli ultimi anni sono emigrati all’estero più cittadini di quanti ne siano arrivati fuggendo da fame e guerra. E’ evidente che in qualsiasi paese del mondo si cerchi di andare fuori dal proprio se si ritiene che le proprie aspettative possano essere realizzate meglio di quelle che si hanno a disposizione. E' valido per Cuba, è valido per l'Italia. Se Saviano avesse messo a confronto gli indicatori sociali di Cuba con quelli dei paesi limitrofi – e quindi simili per condizioni materiali – avrebbe potuto verificare la distanza abissale tra Cuba, Repubblica Dominicana, Haiti. Ma Cuba è anche un paese povero. Le poche risorse di cui dispone le ha distribuite piuttosto che concentrarle in poche mani. Gli ideali di Cuba e di Fidel Castro? Hanno fatto la storia e hanno influenzato l’America Latina dando vita ad una stagione progressista che ha cambiato il volto di quel mondo. Quelli di Saviano al massimo hanno influenzato Fabio Fazio
Quei tre giorni di pubblicità che gli possono venire da un tweet fetido come quello che ha scritto, verranno presto dimenticati (non da tutti però). Di Fidel Castro parlerà la storia. Di Saviano chi si ricorderà?
Saviano dovrebbe inoltre avere l’umiltà di informarsi, leggere, sapere prima di parlare.
L'omosessualità è stata depenalizzata a Cuba venti anni fa, nel 1997, quando è stata eliminata dal Codice penale che la perseguiva come scandalo pubblico. Nel 2010 lo stesso Fidel Castro mise fine alla discriminazione verso gli omosessuali anche attraverso una onesta autocritica: "Se qualcuno è responsabile, sono io. Non darò la colpa a nessuno", aveva dichiarato Fidel Castro in un'intervista alla direttrice del quotidiano messicano La Jornada. “E’ stata una grande ingiustizia” ha riconosciuto Fidel, "In quei momenti non mi potevo occupare di questo problema.
Nel 2015, all’Avana, un migliaio circa di persone hanno dato vita al Gay Pride . Al corteo c’erano anche sacerdoti che hanno benedetto una ventina di coppie. Con un dettaglio. Nessuno dei religiosi presenti apparteneva alla Chiesa Cattolica. C’era infatti il pastore metodista Raul Suarez (per anni deputato all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare), c’erano il reverendo americano Troy Perry della Metropolitan Community Churches di Los Angeles e Roger LaRade, il capo della Chiesa cattolica di Toronto, ma nessuno della Chiesa Cattolica di Cuba.
E proprio il reverendo Raul Suarez, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare di persona negli anni scorsi (lo abbiamo invitato due volte in Italia negli anni terrbili del "periodo especial"), ci disse con grande acume che in una società si può sconfiggere la segregazione razziale abolendone le leggi, si può sconfiggere il razzismo impedendogli di manifestarsi, ma la cosa più difficile è sconfiggere il pregiudizio razziale perchè sta dentro il senso comune delle persone. E questa era la situazione anche a Cuba. Per cambiare il senso comune e battere i pregiudizi servono generazioni, non decreti.
Saviano continua ad essere una vittima. Non della camorra, che ormai se lo è scordato e forse non lo neanche mai temuto, ma della sua megalomania. Una brutta bestia che ha rovinato anche teste migliori delle sue, quando non se ne sono rese conto per tempo.
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