La mobilitazione di sabato scorso che ha avuto nelle città di Bilbao e di Baiona il fulcro delle rivendicazioni di migliaia di cittadini baschi sui temi dei prigionieri politici,ha avuto un enorme successo ed il fatto che una manifestazione compatta sia avvenuta anche nel territorio francese la dice lunga sulla coesione di un popolo diviso tra due Stati.
I temi del riavvicinamento dei carcerati ai luoghi di origine,la liberazione di quelli gravemente ammalati e il rispetto dei diritti fondamentali dei baschi che sono costantemente violati sono stati il piatto forte delle proteste.
E tante associazioni,di volontari per permettere visite a familiari ed amici ai carcerati a centinaia di chilometri di distanza,politiche e sindacali,hanno contribuito alla riuscita degli eventi nonostante le ultime elezioni la coalizione Eh Bildu ha raccolto molto meno di quello che si poteva ottenere.
Articolo di Infoaut.
Paesi Baschi. 71mila persone in difesa dei prigionieri
politici baschi.
Sabato scorso si è tenuta a Bilbao l'annuale mobilitazione per reclamare a gran
voce la fine della dispersione dei prigionieri politici baschi, l'immediata
libertà per coloro che sono gravemente malati e il rispetto dei diritti dei
prigionieri politici che continuano ad essere costantemente calpestati.
A differenza degli anni passati, quest'anno le organizzazioni indipendentiste
basche in difesa dei diritti dei prigionieri hanno organizzato due
manifestazioni: una a Bilbao e una a Baiona, nel paese basco in territorio
francese. 63 mila a Bilbao, 8mila a Baiona. Sono questi i numeri delle due
manifestazioni di quest'anno, che rappresentano un esito positivo delle
mobilitazioni, al di sopra delle aspettative.
La manifestazione di Bilbao era formata da 6 fungoncini che aprivano il
corteo, le stesse che settimana dopo settimana percorrono le strade spagnole e
francesi per aiutare i famigliari dei prigionieri a visitare i propri cari. I
cartelli luminosi affissi sui veicoli segnalavano i km che separano i
prigionieri nelle carceri più importanti in cui sono rinchiusi: 780 km per
Alicante, 850 per Cordoba e Murcia, 875 per Granada, 945 per Clairueaux e 1.040
per Almería, tutte distanze imposte dalla politica penitenziaria dello Stato
spagnolo e che obbligano i famigliari a percorrere viaggi interminabili per
vedere i propri cari. A seguire i fungoncini, i famigliari dei prigionieri
gravementi malati, con addosso dei cartelli che richiamavano i loro nomi e la
malattia da cui sono affetti. Dietro di loro le file composte da centinaia di
famigliari e ancora più indietro lo striscione che richiamava l'attenzione su i
"diritti umani, la risoluzione e la pace" e il ritorno a casa dei
prigionieri.
La mobilitazione a Bilbao si è conclusa con i consueti interventi di alcuni
compagni, politici e sindacalisti e il messaggio finale scaturito continua ad
appellarsi agli stati spagnolo e francese, affinchè affrontino la risoluzione
del conflitto, allo stesso tempo facendo appello alla società basca ad essere
soggetto attivo a favore della pace. In una fase delicata e di cambiamento
all'interno del movimento sociale basco, le manifestazioni di sabato hanno dato
un segnale forte rispetto alla questione dei prigionieri politici, attualmente
ancora circa 400 rinchiusi nelle carceri (spagnole e francesi): se da una parte
la società basca continua a tenere a cuore il destino e le condizioni degli
incarcerati politici, dall'altra manda un segnale forte anche rispetto al
desiderio di una risoluzione per il proprio Paese, con la possibilità e
l'auspicio di riattivare la lotta per i diritti dei prigionieri, interpellando
in questo modo anche quei soggetti politici che hanno deciso di rimanere al
margine della risoluzione proposta, e di tutto quello che ne concerne.
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