martedì 19 gennaio 2016
ANCHE A BRUXELLES SI SONO ACCORTI DI GENTILONI L'INCAPACE
Anche a Bruxelles si sono accorti di Gentiloni l'incapace,voglio cominciare rimarcando il titolo di questo post preso da Repubblica(http://www.repubblica.it/politica/2016/01/18/news/tensioni_italia-ue_gentiloni_da_bruxelles_polemiche_inutili_-131513340/ )viste le ultime dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea Juncker che schernisce l'attuale titolare del ministero degli esteri in quanto afferma che con Roma non c'è nessun interlocutore,ed io aggiungerei serio.
Perché già dalla risposta di Gentiloni(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2014/11/gentiloni-ministro-degli-esteri.html )si capisce la pochezza di un ministro di scarsissima levatura che risponde che in Italia c'è un governo,diciamo anche l'ennesimo non eletto dai cittadini,che in politica estera ha in comune credo assieme agli ultimi dieci,una totale assenza di conoscenza e di calcoli riguardo la politica estera.
Perché ormai siamo considerati pressoché zero in Europa e figuriamoci ne resto del mondo,pronti ad elemosinare con i vari premier che si sono succeduti delle commesse d lavoro all'estero mentre il vero made in Italy ormai non esiste più svenduto ad attori provenienti fuori dall'Italia.
Irritazione Juncker, fonti Ue: "A Roma nessun interlocutore". Gentiloni risponde: "C'è un governo".
Continua il botta e risposta fra il presidente della Commissione Ue Juncker e l'esecutivo italiano. Mogherini: "Sulla flessibilità in campo economico e sull'immigrazione l'Italia e la Commissione lavorano per raggiungere gli stessi obiettivi".
Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra il governo italiano e la Commissione europea e lo scambio di battute al vetriolo tra il premier Matteo Renzi e il presidente dell'esecutivo Ue Jean-Claude Juncker, oggi il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, al suo arrivo al Consiglio Affari esteri, è intervenuto nel dibattito con un appello al buon senso. Ma c'è preoccupazione nei piani alti delle istituzioni europee per i rapporti con l'Italia.
Secondo fonti Ue, Jean-Claude Juncker era e resta amico di Matteo Renzi ed il miglior alleato dell'Italia. Ma il presidente della Commissione Ue venerdì ha sostanzialmente perso la pazienza a causa di troppi malintesi, nati perché "Bruxelles non ha un interlocutore per dialogare con Roma sui dossier più delicati".
La risposta italiana non si è fatta attendere. "L'Italia ha un Governo nel pieno dei suoi poteri - replica Gentiloni - Abbiamo un continuo dialogo con le istituzioni, abbiamo un ministro degli Esteri, dell'Interno, dell'Economia".
Per Giovanni Toti, che prima di essere eletto presidente della Regione Liguria faceva l'eurodeputato di Forza Italia, la vera rottura è fra Renzi e Mogherini.
L'appello di Gentiloni. Come accennato, il ministro degli Esteri questa mattina, prima di entrare al Consiglio affari esteri, ha provato a smorzare i toni: "Francamente credo che da Bruxelles siano arrivate delle polemiche che io considero inutili. Noi non partecipiamo. Teniamo, certo, alle nostre posizioni, ma lo facciamo come lo fa ciascun Paese discutendo sui diversi argomenti".
In risposta anche alla battuta dell'alto rappresentante Federica Mogherini ("Stupido creare divisioni in Europa"), Gentiloni ha aggiunto: "Penso che la situazione in Europa sia molto delicata sia sul fronte economico che sul fronte migratorio e credo che vada affrontata senza accenti polemici come quelli che ho sentito da Bruxelles nei giorni scorsi".
L'origine dello scontro. Le polemiche con Juncker hanno avuto origine da un generale il malumore nei confronti dell'operato della Commissione non solo da parte del governo italiano. A preoccupare Francia, Germania e Italia è un sostanziale rallentamento su una serie di temi ritenuti determinanti: piano di investimenti, flessibilità, occupazione e, non in ultimo, il flusso dei migranti. La richiesta comune a Juncker è quella di un "cambio di passo", per arrivare in tempi rapidi a una svolta soprattutto sul fronte economico e sociale.
I temi del Consiglio Affari esteri. Al centro della riunione odierna dei ministri degli esteri europei il tema della Siria. "Lavoriamo - ha ricordato ancora Gentiloni - per dare un segnale europeo di spinta sulla crisi umanitaria in Siria" che "non è mai stato così grave". "Far partire i negoziati fra regime e forze di opposizione il 25 gennaio (la data proposta dal mediatore Onu Staffan de Mistura per l'inizio delle trattative, ndr) - ha aggiunto - è più che mai urgente. Il negoziato non è facile e la voce dell'Europa può contribuire a renderlo possibile".
Mogherini: "Roma e Bruxelles dalla stesa parte". Anche Mogherini ha ribadito che l'Ue ha la responsabilità di includere nell'agenda internazionale la necessità di "mettere fine alla catastrofe in Siria e di lavorare per garantire l'accesso umanitario nelle città del Paese".
"È chiaro - ha detto l'alto rappresentante per la politica estera Ue - che siamo dalla stessa parte". È chiaro - ha aggiunto - che io lavoro per tutta l'Unione europea e i cittadini europei, ma la mia storia politica, le mie idee e la mia nazionalità non scompaiono da un giorno all'altro". E, rispondendo alle indiscrezioni sulla presunta assenza di interlocutori nel governo italiano, diffuse oggi a Bruxelles, ha aggiunto che "i canali con il governo italiano ci sono, funzionano, sono aperti e ci sono scambi costanti. Da quello che vedo quotidianamente, il lavoro comune funziona: l'invito è quindi a seguire le fonti ufficiali e non quelle non specificate".
"Su due questioni fondamentali come la flessibilità e l'immigrazione Ue e Italia lavorano con gli stessi obiettivi e in un anno di lavoro sono stati introdotti strumenti che prima non c'erano e questo grazie all'Italia e alla Commissione".
"Non significa che tutto quello che è stato fatto basti o vada bene, ma se guardiamo indietro di un anno, non esisteva né la flessibilità né la gestione dei flussi. È l'agenda politica italiana, di altri Stati membri e anche della Commissione. Stiamo dalla stessa parte anche se mi sembra che questo forse sfugga ad alcuni commentatori".
La situazione in Siria è "disastrosa", per questo per l'Unione europea "occorre proteggere il processo, fragile ma importante, per porre fine al conflitto siriano". La linea dell'Ue, ha spiegato Mogherini, è lavorare per "superare la guerra civile e contrastare Daesh, che resta una minaccia per il Paese e per la regione". Il percorso, ha lasciato intendere l'Alto rappresentante, non sarà in discesa. "Non mi aspetto che questo processo sia facile e veloce, ma dobbiamo permettere che cominci". Per questo in primo luogo "dobbiamo porre fine ai conflitti interni". In tal senso Mogherini ha tenuto a precisare che la conferenza sulla Siria del 4 febbraio "sarà conferenza dei donatori, ma sarà anche una conferenza politica per discutere come gestire" la crisi e trovare una soluzione al conflitto.
In primavera delegazione Ue in Iran. Federica Mogherini, e altri commissari Ue, si recheranno in primavera in Iran per esplorare possibili aree di cooperazione dopo l'attuazione dell'accordo sul nucleare. Scopo della visita, "studiare in dettaglio con la nostra controparte quali campi di cooperazione pratica possiamo esplorare dopo le elezioni parlamentari del Paese".
Il razzo a Kabul. Quanto, infine, al razzo esploso nei pressi dell'ambasciata italiana a Kabul, Gentiloni ha chiarito che l'obiettivo "non era direttamente l'Italia", ma più in generale "le rappresentanze diplomatiche occidentali e la Nato".
Il sottosegretario Gozi: "Nessun problema con la Commissione". Sulla stessa linea di Mogherini anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi. "Non è vero - ha detto - che ci siano problemi fra il governo italiano e l'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini. "Non abbiamo problemi personali con nessuno in Commissione - ha aggiunto - e non c'è nessun problema di dialogo sui singoli dossier tra governo e commissione europea". E se il problema esiste nei rapporti di Roma con i "piani alti" dell'Esecutivo comunitario, "ben venga" un'eventuale iniziativa per "riavviare il dialogo".
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