La notizia è ancora del dicembre dello scorso anno ma è venuta a galla negli ultimi giorni,ovvero il tentativo,anzi una proposta di risacimento dell'attuale esecutivo italiano nei confronti di alcuni manifestanti del G8 di Genova 2001 che furono massacrati di botte a Bolzaneto e nella scuola Diaz.
Visto che le sentenze ultime a livello europeo(vedi anche:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/04/la-sentenza-europea-sulle-torture.html )hanno sanzionato l'Italia per quello che è già stata definito come la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale per i pestaggi avvenuti alla Diaz,il governo mette le mani avanti e propone 45 mila Euro a chi ha denunciato lo Stato italiano per i pestaggi nella caserma di Bolzaneto.
Quindi siccome le richieste del caso Cestaro hanno già avuto accoglimento lo scorso aprile da parte della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo,il governo Renzi ha mangiato la foglia e ha messo le mani avanti offrendo quella somma di denaro per abbandonare la causa anche se nessuno ha accettato.
Questa scelta di dignità potrebbe però far trovare a mani vuote i richiedenti perché l'Italia,nonostante le pressioni europee,non riconosce il reato di tortura,ma è comunque una scelta condividibile e degna di rispetto e di solidarietà.
45mila euro non cancellano Bolzaneto.
Meschina e indecente mossa del governo Renzi nei confronti delle vittime di
violenze da parte della polizia durante il G8 di Genova del 2001: la proposta di
un indennizzo di 45 mila euro in cambio della disponibilità ad abbandonare le
accuse e i ricorsi fatti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo
dai manifestanti torturati all’interno della caserma di Bolzaneto.
Con questa mossa il governo Renzi vuole cercare di cancellare i ricorsi che
vedono lo Stato italiano sul banco degli imputati per le violenze perpetrate
all’interno della caserma Bolzaneto e all’interno della scuola Diaz durante il
G8 di Genova. Nulla di sorprendente se si pensa che dalle file del Partito
Democratico provengono alcuni tra quanti si sono sempre opposti all’apertura di
una commissione parlamentare su questi fatti.
Il ministro Gentiloni nel dicembre dello scorso anno, in accordo con Alfano,
ha infatti inviato una proposta alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per
cercare una conciliazione con i ricorrenti, ovvero l’elargizione di 45 mila
euro. Un tentativo di “conciliazione amichevole” che è però stato rimandato al
mittente dalla maggioranza delle vittime di Bolzaneto, dato che in pochissimi
hanno accettato questa proposta insultante e vergognosa. Una conciliazione
monetaria non è certo quello che si vuole ottenere e nessuna cifra può bastare
per riparare gli abusi subìti, indegne violenze che hanno trovato il loro posto
sotto le più comuni pratiche di tortura.
La volontà è invece quella di arrivare a una sentenza. Non solo per quanto
riguarda i fatti di Bolzaneto ma anche per la Diaz, per la quale l’Italia è già
stata condannata alcuni mesi fa in seguito al ricorso presentato da Arnaldo
Cestaro, manifestante picchiato all’interno della scuola.
Non saranno certo i soldi a cancellare la volontà di andare fino in fondo a
questa storia. Una giustizia vera non arriverà certamente dalle sentenze dei
tribunali, anche perché quelli italiani - non riconoscendo il reato di tortura -
hanno fatto in modo che tutti i reati attribuiti alle forze dell’ordine siano
finiti prescritti. Ma si tratterebbe comunque di una sentenza che comporterebbe
un precedente importante, anche in vista dell’altro ricorso (non ancora
concluso) presentato da 40 manifestanti che si trovavano all’interno della
scuola Diaz. Ed è proprio questo che il governo Renzi vuole evitare con queste
vergognose proposte di “conciliazione”.
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