L'insuccesso di una strada completamente inutile fin dal suo principio di idea solo abbozzata come la Brebemi,che taglia la bassa bergamasca e bresciana tra Milano e Brescia,era cosa risaputa,così come il fatto che la sua costruzione da parte dei privati sia stata sovvenzionata a larghe mani dallo Stato.
Ma allora il dubbio che si pone l'articolo preso da BgReport(http://bgreport.org/i-soldi-degli.html )sembra lecito se tale opera sia stata concepita per interrare rifiuti tossici ormai troppo rintracciabili se spediti in altre zone d'Italia o fuori confine.
Perché le cifre qui sotto parlano di debiti per i privati che hanno cominciato la costruzione di questa autostrada sono da fallimento totale con un meno 35,4 milioni di Euro in un solo anno da quando è stata inaugurata.
Passandoci sopra in auto spesso e vedendola vuota ad est ed ovest e qualche volta con pochissimi mezzi in transito,mi è capitato di percorrerla da Caravaggio alla barriera di Chiari incontrando praticamente il nulla lungo le corsie,pagando 6,10 Euro per forse 30 chilometri,e da come si nota dall'immagine iniziale la differenza tariffaria con l'A4 è ancora abissale.
L'articolo continua con lo scempio che ha avuto la zona interessata dalla Brebemi non solo in quanto attraversata dalle carreggiate ma soprattutto per gli svincoli e le tangenziali più o meno grandi e i raccordi per raggiungere i caselli che hanno cementificato una zona una volta verde,per finire con altre cifre e allungamenti della convenzione con lo Stato che alla fine di essa dovrà sborsare ai privati 1205 milioni di Euro,un affare per i costruttori già aiutati con altre sovvenzioni milionarie alle spalle dei cittadini.
I soldi degli altri.
Era solo un anno fa: Renzi inaugurando la Brebemi sottolineava come essa fosse “un’opera di eccellenza realizzata nei tempi previsti, che tiene conto dell’impatto ambientale, delle richieste territorio e fatta con soldi privati”.
Già allora, il primo ministro si era dimenticato di Pierluca Locatelli, l’imprenditore di Grumello al Piano rinviato a processo per traffico illecito di rifiuti nocivi. Non vedeva i chilometri di asfalto che per sempre hanno tagliato e rovinato la pianura, cambiato l’assetto delle comunità, modificato le geometrie dei territori.
«L’unico scopo al quale fino a questo momento è servita la BreBeMi è stato per interrare rifiuti. Io, che curo da poco il collegamento con Brescia, spesso vado da Brescia a Napoli in ferrovia. La ferrovia corre parallelamente alla BreBeMi e io la vedo sempre vuota. Purtuttavia, a noi la BreBeMi è nota nella misura in cui ha formato oggetto di una validissima indagine della Dda di Brescia anche per traffico illecito di rifiuti. C’è tutto un fenomeno particolarmente complesso, che non si può esaurire in poche battute». Parola di Roberto Pennisi, procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia sentito dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti lo scorso 4 novembre.
Ma lo scempio della Brebemi non si ferma qui. Probabilmente a Renzi è sfuggito anche il fatto che nella stessa giornata dell’inaugurazione, il presidente della Regione, Roberto Maroni, chiedeva una defiscalizzazione dell’autostrada. Tale misura non fu mai accolta e la Brebemi in un anno di attività ha registrato un passivo di 35,4 milioni di euro. Cosa fare allora?
La notizia è di pochi giorni fa: il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) ha stanziato 320 milioni, che permettono ora alla società della Brescia-Bergamo-Milano di rilassarsi. Ad un’autostrada che doveva essere pagata solamente dai privati, il Cipe ha dunque assegnato un contributo statale di 260 milioni in tredici anni e uno regionale da 60 milioni in tre rate annue, più una proroga della concessione fino a 25 anni e mezzo e la previsione di aprire entro il 31 gennaio 2017 il collegamento da 40 milioni con l’A4 a Brescia. E’ stato inoltre previsto il subentro: alla scadenza della concessione l’autostrada passerà allo Stato in cambio di 1.205 milioni di euro.
Un bell’affare per i privati che già hanno venduto la strada e nel frattempo, vista l’esiguità di traffico, si vedono risanati da questo contributo. Chi invece ci perde è il cittadino, dalle cui tasche escono questi soldi e per il quale nulla è fatto. Basta prendere un treno in questi giorni per rendersi conto di quale sia la situazione del trasporto pubblico. Non si investe sull’ammodernamento di treni o autobus né si amplia la rete dei trasporti a servizio del cittadino.
Di fatto, il governo, di fronte alla probabile minaccia di risoluzione unilaterale del contratto con richiesta di risarcimento miliardaria e chiusura dell’autostrada per mancanza di gestore, ha deciso di premiare chi da anni specula sul territorio.
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