martedì 4 aprile 2017
LA TRANQUILLA(E RAZZISTA)PROVINCIA LOMBARDA
Non sono tutte rose e fiori come decantato da poemi e da romanzi che ci hanno insegnato a scuola o che abbiamo visto in fiction o in sceneggiati alla televisione:la provincia lombarda,oppure cremasca o cremonese o alla regione padana oltre che nascondere bellezze e paesaggi splendidi scanditi da ritmi di vita lenti e agresti,cela al suo interno retaggi razzisti e di intolleranza che sono frutto più dell'ignoranza dei propri abitanti che della loro cultura di vita contadina,da elogiare.
Spesso soggiogati e facilmente persuasi da programmi televisivi che incitano e sputano odio e sentenze,questi abitanti dell'habitat fluviale del Po e dei suoi affluenti spesso sono talmente staccati dalla realtà che li circondano(manco abitassero in luoghi dimenticati da dio sperduti nelle montagne,deserti o foreste impenetrabili)che si fanno del male da soli ma che soprattutto cercano di fare del male agli altri,soprattutto se di colore e di lingua diverse dalla loro.
E così si possono"spiegare"(e certamente non giustificare)le bombe molotov a Cumignano sul Naviglio contro un'abitazione destinata ad ospitare sei profughi(vedi sotto:cremaonline.it Attentato+incendiari )oppure l'incendio di un ristorante a pochi chilometri,a Villacampagna vicino a Soncino,dove le voci(rivelatesi infondate)dicevano che si sarebbe potuto ospitare una trentina di altri profughi nel sito.
Sono bastate solo dicerie che la gente ha tirato fuori il peggio di se,l'ignoranza è saltata fuori e assieme alla paura ha preso il sopravvento:quindi quando sentite parlare di provincia del Nord Italia non pensate solo a pace e tranquillità ma anche a odio e razzismo.
Cumignano. “Attentato incendiario”, tre persone denunciate dai carabinieri.
Tre persone sono state denunciate “per danneggiamento seguito da incendio, fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto in luogo pubblico di materiale esplodente, esplosione di ordigni al fine di incutere pubblico timore con l’aggravante di aver agito con finalità di discriminazione razziale”. Come spiega il maggiore Giancarlo Carraro, durante le perquisizioni domiciliari sono state sequestrate “bottiglie di birra uguali a quella utilizzata come molotov, proiettili ed altro materiale di interesse investigativo”. Secondo i militari i tre sono “i responsabili dell’attentato incendiario compiuto lo scorso 20 marzo in un’abitazione destinata ad ospitare dei profughi, di Cumignano sul Naviglio”.
Il lancio della molotov
Poco dopo le 16 di lunedì 20 marzo in una villetta a schiera di un complesso residenziale alle porte del Comune di Cumignano sul Naviglio alcuni volontari stavano pulendo le stanze del piano superiore di una casa destinata ad ospitare alcuni migranti. “Tre persone – prosegue Carraro - sono entrate in casa e hanno lanciato una bomba molotov incendiaria che, esplodendo, aveva attinto ad alcuni mobili e suppellettili presenti nella sala da pranzo. I due volontari della cooperativa sono riusciti a domare il principio di incendio gettando all’esterno i suppellettili in fiamme, evitando così che il grave gesto criminale potesse avere conseguenze peggiori”.
Le indagini dei carabinieri
Durante il sopralluogo dei militari non è sfuggito il nervosismo di alcuni residenti. “Dalle prime testimonianze raccolte – sottolineava Carraro - si percepiva che probabilmente l’autore dell’evento criminoso era uno di loro, visto che poco prima aveva affrontato a muso duro uno dei volontari, di colore, chiedendo se fosse uno dei profughi che doveva prendere possesso della casa”. Le indagini hanno evidenziato che “presso un distributore di carburanti si era presentato poco prima dell’attentato uno degli abitanti del complesso residenziale. Aveva chiesto di lavare la tappezzeria del bagagliaio della propria auto poiché intriso di benzina. Grazie anche alla collaborazione di alcuni residenti, è stato acclarato che non aveva agito da solo ma con la complicità di altri due vicini di casa. In una delle loro abitazioni è stata confezionata la bomba molotov, utilizzando oltre alla benzina anche una bottiglia di birra, poi lanciata dentro la casa”.
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