mercoledì 26 aprile 2017
HA VINTO LA DIGNITA' DEI LAVORATORI ALITALIA
Il governo,i padroni ed i sindacati confederali hanno ricevuto l'ennesima bastonata nei denti con il referendum capestro proposto proprio da loro e che ha visto la schiacciante vittoria dei No nella consultazione dei lavoratori Alitalia.
Che preferiscono,intanto la situazione sarebbe stata critica comunque,scommettere d'azzardo sul loro futuro lavorativo piuttosto che sottomettersi all'accordo-ricatto-minaccia previsto dalla trojka sopra citata(vedi madn il-referendum-alitalia )e vedere comunque i loro diritti molto peggiorati.
L'articolo sottostante preso da Infoaut(il-no-dei-lavoratori-e-alitalia )parla del risultato che ha visto la vittoria dei sindacati di base e le possibili situazioni dopo i comunicati pre e post referendari dei ministri che hanno proposto il documento,Poletti,Calenda e Delrio,assieme alla dirigenza Alitalia e ai sindacati prostrati sia al governo che ai padroni.
Fortunatamente è prevalsa la dignità piuttosto che l'accontentarsi,e male,di tutto il personale sia di terra che di volo,che non si sono fatti prendere per il culo dalle minacce piuttosto che le proposte loro fatte,aggiungendo pure un altro contributo sul tema(contropiano la-nazionalizzazione-no-siete-un-governo-amministratori-condominio ).
Il NO dei lavoratori e Alitalia.
E’ arrivato poco dopo la mezzanotte il risultato definitivo del referendum tenutosi ieri per i dipendenti Alitalia. Il referendum chiamava al voto sul pre-accordo proposto dagli azionisti della “compagnia di bandiera” e controfirmato da tutti i sindacati confederali e di settore. Le percentuali sono state abbastanza nette, 67% per il no, 33% per il si. I lavoratori hanno detto no al ricatto dell’azienda.
Se ne parlava da giorni, le operazioni di voto sono iniziate giorno venti e si sono concluse ieri. I lavoratori erano chiamati a votare a favore o meno di un accordo che prevedeva 980 esuberi, riduzione dell’8% sui redditi di lavoro, diminuzione del personale di volo affiancato all’aumento del carico di lavoro con diminuzione delle pause. L’accordo è stato firmato senza colpo ferire da CGIL, CISL, UIL, UGL e corrispettivi sindacati di settore e sottoposto ai dipendenti Alitalia. Anche questa volta i sindacati decidono di schierarsi dalla parte di chi rappresenta il male necessario.
Delle condizioni completamente a perdere, l’ennesimo ricatto rispetto allo possibilità di scegliere tra l’ulteriore riduzione di diritti garanzie e retribuzione e la chiusura dell’azienda e quindi il timore di perdere definitivamente il lavoro. Sindacati che partecipano attivamente al gioco della compagnia di bandiera privatizzata che ogni tre anni rischia il fallimento. modello di privatizzazione diffuso e consolidato ormai da anni dai governi, che lo propongono come unica strada possibile per far fronte alle difficoltà dovute alla crisi economica e al debito pubblico. Modello che evidentemente sta dando risultati disastrosi e questo caso parla chiaro.
Questa volta, però, le aspettative di governo, azionisti e sindacati sono state disattese. Sapevano che il personale navigante avrebbe rifiutato senza remora l’accordo. Il contributo che, questa volta, ha dato una spinta in più è stato il no dei lavoratori di terra; questa volta di fronte al ricatto c’è stata una risposta forte è chiara. I lavoratoti attraverso la consultazione hanno espresso la volontà di essere pronti a far fallire l’azienda. E’ vero, il governo parla di procedimento per la liquidazione della società e qualcuno spera nel salvataggio all’ultimo minuto ma comunque si è deciso. Hanno scelto di dire no alla diminuzione di garanzie e di salario. Hanno scelto per quei 980 lavoratori che con la vittoria del Si sarebbero stati licenziati. Hanno scelto per la dignità.
Ancora una volta lo strumento del voto è stato identificato da chi subisce l’arroganza quotidiana del potere e delle leggi di mercato, come uno strumento utile per mettere in difficoltà l’establishment stesso. La tornata referendaria di dicembre, che ha mandato a casa l’allora presidente del consiglio Renzi, ne è un esempio ancora recente e vivo.
Cosa produrrà questa tornata referendaria non lo sappiamo ancora: quello che è certo però è che i dipendenti Alitalia non hanno ceduto al ricatto di chi chiedeva ulteriori sacrifici; non hanno avuto paura né remore nel bocciare un accordo che pure tutte le parti presentavano come “l’unico possibile”. E questa è una rottura che comunque porta con sé il sapore di una vittoria... della dignità prima di tutto!
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