Ancora una volta gli Stati Uniti sono di fronte all'ennesima strage che la leggerezza con la quale si possano vendere armi può comportare,e a farne le spese sono state cinquanta persone per il momento,che erano presenti in un locale(Pulse)di Orlando,Florida.
Che poi il locale fosse un club gay e che l'uccisore sia o meno appartenente all'Isis poco conta per il discorso di una cultura americana basata anche sul fatto del diritto di possedere un'arma,condizione nata principalmente come difesa della proprietà e poi abusata su tutti i fronti.
Anche in Italia si discute su questo e sul diritto di possedere un'arma a scopo difensivo ma è un altro discorso:negli Usa dall'inizio dell'anno 278 persone sono state uccise a seguito di episodi simili,quasi tutti incentrati sull'odio verso il prossimo soprattutto se di idee,fede o sessualità diversa da chi mette in pratica tali azioni.
E gli articoli di Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/17229-orlando-ce-la-faremo-per-una-volta-a-parlare-di-patriarcato? )e Contropiano(http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/06/13/strage-orlando-crimine-dodio-terrorismo-jihadista-080392 ) danno un commento a questo senza entrare troppo nella cronaca ampiamente descritta dai notiziari che hanno visto un assalitore armato a punto che da solo ha tenuto in scacco decine di persone uccidendone e ferendone un centinaio.
Si parla di odio dettato dall'omofobia come principale motivo della strage,con gli investigatori vuoi per abitudine e vuoi per indirizzare l'opinione pubblica verso un determinato nemico,che stanno lavorando sui presunti contatti che Omar Mateen avrebbe avuto con il terrorismo islamico.
Così tanto per evitare per l'ennesima volta di approfondire il discorso sull'omofobia che anche in un paese aperto culturalmente come gli Usa continua ad essere un problema per chi ha deciso di amare in maniera differente e non convenzionale come la religione dice.
Chissà se ora sulle bacheche dei social compariranno le scritte Je suis Pulse come quelle per Charlie e Bataclan,visto che anche il locale dov'è avvenuta la strage non era convenzionale.
Orlando. Ce la faremo, per una volta, a parlare di omofobia?
Come posso esprimere ciò. Come posso convincerti, fratello, sorella che la tua
vita È in pericolo. Che ogni giorno tu ti svegli, viva, abbastanza felice, come
un essere umano fatto e finito, e per questo stai commettendo un atto di
ribellione. Tu, come frocia viva e presente sei rivoluzionaria. Non c’è nulla in
questo pianeta che convalidi, protegga o incoraggi la tua esistenza. È già un
miracolo che tu sia qui a leggere queste parole. Tu, senza ombra di dubbio,
dovresti essere morta.
Queer Nation Manifesto
Queer Nation Manifesto
L’America da stanotte (ieri sera, ora italiana)
lavora per coprire le vere ragioni della sparatoria di massa, forse la peggiore
della storia degli States. Omar Seddique Mateen, cittadino americano figlio di
rifugiati afghani, ha aperto il fuoco al Pulse, locale gay di Orlando, dove ha
ucciso 50 persone, ferendone 53. Dopo alcune ore, barricato dentro il locale, la
polizia lo ha ferito e poi ucciso.
"Matrice jihadista" urlano i giornali di tutto
l'occidente, lo stragista era iscritto al Partito democratico ed anche nella
lista nera dei simpatizzanti dell’Isis del Fbi, che indagò su di lui due volte
tra il 2013 e il 2014 per possibili legami con il terrorismo. Una
rivendicazione dell’Isis: “uno dei nostri”, hanno fatto sapere attraverso Amaq,
l’agenzia di stampa del Califfato. Non esiste prova, ma poco importa ai
giornalisti, di un contributo in termini di pianificazione e organizzazione da
parte di Daesh, in un attacco compiuto con armi da fuoco acquistate legalmente
negli ultimi giorni: una pistola e un fucile. Per il padre all’origine della
tragedia ci sarebbe stato un bacio tra due omosessuali: “Mateen ha visto due gay
che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato”.
L'America lavora per coprire, per non raccontare
la violenza della propria omo-trasfobia. Una strage mossa dall'odio, ora
definita dai media statunitensi "atto di terrorismo", perché appunto l'uomo
armato era musulmano. In quell’angolo di mondo, chiunque compie semplicemente
degli atti (siano essi crimini d'odio, autodifesa, rivoluzioni, servizio
militare, qualsiasi cosa) mentre ogni atto violento compiuto da un musulmano si
riflette in maniera uniforme su un'intera, enorme ed eterogenea collettività: i
musulmani compiono solamente "terrorismo". Questa strage è ora a disposizione
della politica iper-violenta statunitense (interna ed estera), campagne contro
il boicotaggio di Israele (perché, ovviamente, essendo "l'unica democrazia del
medioriente, baluardo della difesa GLBT in terra di barbari, madre del turismo
gay friendly di Tel Aviv, etc." Israele non può essere indicato come
matrice della massiccia violazione dei diritti e delle vite di migliaia di
Palestinesi ogni giorno). A cavalcare la tragedia si lancia Donald Trump,
insospettabile paladino della comunità gay dopo anni di dichiarazioni contro
l'equiparazione del matrimonio tra persone eterosessuali e quello tra persone
omosessuali, che chiede le dimissioni di Obama, colpevole di essere troppo
politically correct poiché non ha usato le parole Islam radicale nella
dichiarazione di cordoglio. Non solo Trump, ma anche i nostrani cavalcatori di
odio si stanno muovendo per dare il peggio di se (Mario Adinolfi e Matteo
Salvini in testa).
L'America forse si ricorderà, e poi cercherà di
dimenticare molto in fretta, che a poco o nulla serve la legalizzazione del
matrimonio tra persone dello stesso sesso lanciato come grande evento di
consenso di fine mandato dal presidente Obama esattamente un anno fa, in un
paese dove in questo momento i servizi sanitari di emergenza di Orlando chiedono
con urgenza che la gente doni sangue per aiutare i soccorsi ai feriti
sopravvissuti, ma dove, ad un uomo che abbia fatto sesso con un'altro uomo
nell'ultimo anno, è legalmente vietato di donare sangue per una legge federale
iper-omofoba, approvata nel 1985 sull'onda della paranoia che legava HIV e
"stile di vita omosessuale". Qualcuno invocherà, molto probabilmente, qualche
restrizione nell'accesso alle armi, per lo meno per i cittadini non-bianchi,
senza neanche interrogarsi sulla cultura trasversale che fai dei gay un
bersaglio ovunque nel mondo. Gli Stati Uniti non si ricorderanno oggi della
violenza omo-transfobica che si consuma nelle proprie famiglie tradizionali, e
che costringe migliaia di adolescenti a diventare senza fissa dimora (le
statistiche dicono che circa
il 40% dei senzatetto USA sono giovani LGBT scappati dalle famiglie)
Repubblica.it stamattina titola "Due piste,
terrorismo o atto omofobo". Ci sono pochi dubbi su quale sarà la scelta da parte
della narrazione mainstream, giornali ed investigatori insieme.
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Strage di Orlando,tra crimine d'odio e terrorismo jihadista.
di Mario Di Vito
L’Fbi è al lavoro per capire chi fosse davvero Omar Mateen, la guardia giurata di nemmeno 30anni che nella notte tra sabato e domenica ha aperto il fuoco all’impazzata, uccidendo 50 persone e ferendone altre 53 in un locale gay di Orlando, in Florida.Gli investigatori stanno cercando di capire quali fossero e quanto fossero profondi i legami tra Mateen e il fanatismo islamista: «Non è ancora stato accertato se la sparatoria sia un crimine d’odio o un atto terroristico», si legge in una nota dei federali.
È noto, però, che tra il 2013 e il 2014 il killer di Orlando sia stato interrogato due volte per presunti legami con l’Is e che, poco prima di dare il via alla carneficina, Mateen ha chiamato il 911 e abbia giurato fedeltà ad ‘califfo’ al-Baghdadi. Sul web, infine, l’Is ha rivendicato l’attacco, seppure a molte ore di distanza dall’inizio della strage, definendo il 30enne «un nostro combattente» che ha offerto «il miglior regalo per il Ramadan», così almeno si legge su Amaq News Agency. Su Site, invece, si leggono altri proclami, più o meno sulla stessa lunghezza d’onda: «Possa Allah accogliere l’eroe di Orlando e ispirare altri a fare lo stesso» o «Mateen è l’eroe che ha ucciso 25 crociati pervertiti in un nightclub, possa Allah accettarlo tra i suoi martirti».
Errori nel conto dei morti a parte, il problema con l’Is è che non siamo di fronte a una struttura organizzata, ad una cellula che pianifica ogni attacco in maniera militare, con strategie dietro e tutto il resto, quanto a una specie di cappello che calza bene su ogni lupo solitario. In buona sostanza, è difficile affermare che l’Is abbia pianificato un attacco sul suolo statunitense servendosi di Mateen, mentre appare più ragionevole sostenere che il killer sia stato ‘arruolato’ tra le file del califfato dopo la sparatoria e la sua morte per mano delle truppe speciali, accettando a cose fatte la sua dichiarazione di fedeltà. Intanto, i media statunitensi parlano di presunti rapporti tra il padre del 30enne e i Talebani, ma le voci non sono confermate. Indicativo, infine, che l’attacco sia stato fatto contro la comunità Lgbt proprio nel giorno in cui tutto il mondo marciava per il Pride.
La strage di Orlando sta ovviamente diventando un tema della campagna elettorale per la Casa Bianca. Donald Trump è andato all’attacco, sparando a zero: «Apprezzo le congratulazioni per aver avuto ragione sul terrorismo radicale islamico, ma non voglio congratulazioni, voglio durezza e vigilanza. Dobbiamo essere svegli».
Più moderata Hillary Clinton: «Mi sono svegliata con la devastante notizia della Florida. In attesa di ulteriori informazioni, i miei pensieri vanno alle persone colpite d questo orribile atto». Il presidente in carica Barack Obama dice qualcosa di un po’ più sensato, anche se durante il suo mandato non ha fatto moltissimo (scontrandosi comunque con la strenua opposizione dei Repubblicani e di molti Democratici) per rimediare al fenomeno che pure giustamente ha più volte denunciato: «Sappiamo abbastanza per dire che si tratta di un atto di terrore e di un atto d’odio. Ma tutto questo non cambierà il nostro modo di vivere, il massacro mostra come sia facile per gli americani essere uccisi a scuola, in chiesa, nei cinema o nei club. Questa strage è un ulteriore richiamo a quanto sia facile per qualcuno entrare in possesso di un’arma. Dobbiamo decidere se questo è il tipo di paese che vogliamo essere».
Insomma, al di là del movente, bisognerebbe prestare un minimo di attenzione anche alla facilità con cui negli Usa si può entrare in possesso di pistole, fucili e ordigni esplosivi. Oltre a Orlando, poi, nella giornata di domenica si è andati vicini a un’altra potenziale strage: non lontano da Los Angeles, infatti, la polizia ha fermato un uomo (tal James Howell, di Jeffersonville in Indiana) che si stava dirigendo al Pride con un vero e proprioarsenale nella propria automobile. L’uomo non ha saputo spiegare alle forze dell’ordine quali fossero le sue intenzioni e attualmente è in stato di arresto. Per lui la cauzione è stata fissata a 500mila dollari.
Mario Di Vito
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