Perché non c'è da illudersi che Expo sia finito il 31 ottobre,le sue influenze rimarranno a Milano e in Italia ancora per anni,come per l'esplosione di un ordigno nucleare cominciando da un territorio una volta agricolo cancellato irrimediabilmente.
I due articoli di Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/16606-conti-sala-ti-per-expo-2015-siamo-solo-all’inizio )e Scenari Economici(http://scenarieconomici.it/expo-2015-chiude-in-profondo-rosso-ecco-i-conti/ ),pur essendo di ideologie differenti raccontano lo scempio di Expo,e mentre l'ultimo articolo scritto l'indomani della chiusura dell'evento ci racconta di ogni sorta di infiltrazione mafiosa,di arresti e di privilegi per gli amici degli amici,il primo parla di Sala "eroe" di Expo 2015 catapultato a sindaco del Pd a Milano.
Un sindaco,come ammesso dall'altro candidato del centrodestra Parisi che sarebbe stato presentabile benissimo al posto suo,ed effettivamente Sala(già collaboratore della giunta Moratti)è tutto tranne che un uomo di sinistra come ogni tanto qualche giornalista gli fa estorcere nelle sue dichiarazioni.
Non che Pisapia sia stato brillante nel suo mandato tanto da ricordare la precedente amministrazione tanto da non capire la differenza tra lui e quella precedente della già citata Letizia Moratti e di alcuni suoi scagnozzi come De Corato su tutti.
Ma di Sala e dell'elezione del sindaco di Milano se ne parlerà nei prossimi mesi più dettagliatamente:per approfondire vedi anche:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/11/leredita-di-expo.html e questo del lontano 2009(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2009/11/ndrangheta-sdoganata-milano.html ).
Conti Sala-ti per Expo 2015. Siamo solo all’inizio....
Mentre Renzi annunciava un progetto per la creazione di un polo medico nell’area dell’Expo, si scopre che quello che è stato riconosciuto da una parte di Milano come businessman di successo, Giuseppe Sala, candidato PD a Milano, sia tutt’altro che privo di insuccessi.
Del resto è difficile ignorare la notizia dei conti in rosso del grande evento di Expo, che certo non verrà ricordato come “ Il trampolino del Made in Italy, da far vedere e apprezzare a tutto il mondo” tanto sbandierato dagli stessi organizzatori e sostenitori, in primis il premier Matteo Renzi.
Ancora risuonano nelle orecchie dei milanesi le parole di Giuseppe Sala, che incalzato dalle domande sulla sua gestione dell’evento centrale del 2015 (che ha rappresentato la propaganda maggiore per il candidato) alla luce delle primarie sosteneva: “Abbiamo fatto la più bella Expo degli ultimi vent’anni, chiudendo in utile”.
Chiaramente oggi, come la politica di questo paese sa fare, Giuseppe Sala nega di avere mai detto una frase del genere, l’arte di mentire sapendo di farlo è nei fatti una qualità che il governo Renzi ha fatto sua.
Molti sono stati i dati che i movimenti hanno portato all’attenzione della società civile sin da prima che l’Expo nascesse, dati che inequivocabilmente dimostravano come il rischio fosse il solito sperpero di soldi e spazi pubblici a favore della politica e delle lobby. Un sempreverde bancomat che nei fatti ha permesso di condurre, come spesso accade, quel disegno “criminoso” del quale ancora si dovrà vedere la fine.
Queste critiche in merito ad Expo 2015 restano a maggior ragione valide oggi: entrando nei fatti, le menzogne di Sala non solo sono smascherate dai fatti documentati ma addirittura dalla sua firma su questi documenti. A fiera conclusa a parlare di conti in rosso è lui stesso.
Si tratta di una relazione del consiglio di amministrazione di Expo2015 presentata a gennaio e discussa alcuni giorni fa, dove Sala sostiene che “le coperture disponibili sono sufficienti per le prossime tre o quattro settimane”. Nel documento della società che ha gestito l’esposizione universale si parla di una chiusura nel 2015 con un rosso tra i 30,6 e i 32,6 milioni di euro. Il documento, sempre a firma Sala, rileva come “in considerazione delle spese strutturali previste nei primi mesi del 2016 (quantificabili in 4 milioni mensili), è probabile una ricaduta nelle previsioni dell’articolo 2447 del codice civile durante il mese di marzo”. Le disponibilità liquide quindi sono esaurite, ma non le spese. A detta dello stesso consiglio di amministrazione: “è prevedibile che entro il mese prossimo la società arrivi ad accumulare perdite superiori a un terzo del suo capitale”.
Se, come la legge prevede, s’impone l’abbattimento del capitale stesso e il suo contemporaneo aumento per riportarlo al minimo legale, la conseguenza inevitabile sarà quella di un ulteriore apporto di soldi pubblici da parte di Stato, Regione e Comune.
Come al solito a spese di tutti saranno rattoppati i danni di pochi, e che tra una cosa e l’altra arriveranno a fine Marzo a toccare gli 80 milioni di euro, rivelando quel che Giuseppe Sala è nella realtà: l’ennesimo venditore di fumo, coerentemente con la retorica con cui Renzi ha accompagnato e sostenuto la costruzione di Expo.
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La televendita Expo 2015 chiude in profondo rosso: ecco i conti
E’ finita, finalmente la smetteranno di triturarci i cabbasisi h24 con Expo 2015. Con il televenditore nr. 1 impegnato in prima persona, vero patrigno politico dell’evento.
E dietro i proclami trionfali della cerimonia di chiusura, con retorica e demagogia a volumi inauditi, l’Expo si è rivelato quello che temevano tutti i cittadini di buon senso: un fiasco colossale pagato dai contribuenti italiani.
Cittadini che ricorderanno per molto tempo questa Expo 2015. Memorabile per molti versi, ad esempio:
- Terreni agricoli pagati 7 volte il loro valore di mercato;
- Subappalti mafiosi – presunti per ora – e commissariamenti di imprese;
- Arresti a non finire, da Gianstefano Frigerio e Primo Greganti ai vertici di Infrastrutture Lombarde;
- Interessi di cosche calabresi;
- Ritardi causati dall’infingardia dei politici recuperati ricoprendo di denaro pubblico le imprese, per pagare turni notturni e straordinari;
- Biglietti Expo abbinati alla tessera del PD (“due pacchi al prezzo di uno”)
- Affidamento dell’intera ristorazione a Eataly: ottomila metri quadrati, 20 ristoranti e circa 2,2 milioni di pasti da distribuire, senza gara e a condizioni da amico (ben il 95% dei ricavi restano a Farinetti);
- Consulenti di comunicazione che fatturano poche centinaia di migliaia di euro che si aggiudicano appalti per decine di milioni
- Donazioni perlomeno singolari da parte di Expo, come gli 80 mila euro concessi all’associazione ecclesiale“Rinnovamento nello Spirito Santo” per la manifestazione “10 piazze per 10 comandamenti“, dall’evidente legame con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”.
- Almeno 1.000 ettari di terreni agricoli cementificati per sempre: una vera cattedrale nel deserto di cui nessuno sa cosa fare
- La scarsa trasparenza dell’organizzazione Expo: il bilancio consuntivo 2014 non è consultabile online (“file corrotto”, ovviamente il formato è incompatibile con quello di un normale PC) e quello previsionale 2015 non è pubblicato, anche se si parla di soldi nostri.
- E infine la cosa più insopportabile: la retorica renziana sparsa a quintalate, il martellamento di TV e giornali, i dati falsi spacciati per grandi successi in stile staliniano
Ma ancora non bastava ai nostri politici. Ed eccovi la beffa finale: il commissario Sala insieme ai colonnelli del PD celebra il successo dei 21.5 milioni di biglietti (quanti omaggio, non sappiamo). Sala: “21,5 milioni visitatori totali, abbiamo conquistato il mondo”. Peccato che lo stesso Sala 6 mesi fa dichiarasse:
“Per pareggio di bilancio bisogna vendere 24 milioni di biglietti”.
“Le spese di gestione di una macchina come Expo ammontano a 800 milioni di euro. Dagli sponsor abbiamo ottenuto 300 milioni: per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario vendere 24 milioni di biglietti”.
Vi diamo noi i numeri preliminari (fonte Expo).
- Biglietti venduti: 21.5 milioni
- Ricavo medio per biglietto: 19 euro
- Ricavo totale biglietti: ca. 410 milioni
E attenzione!!! Per costi qui Sala intende solo quelli della macchina organizzativa, ovvero della società Expo 2015. I costi reali dell’Expo sopportati dal contribuente italiano, terreni acquisiti da Arexpo, infrastrutture logistiche e padiglioni, sono stimati dall’economista Perotti, oggi commissario alla spending review, a 14 miliardi di euro.
Non fatevi infinocchiare dalla narrativa televisiva sul grande successo di visitatori. Con un calcolo per assurdo – ma indicativo delle assurdità che ci propinano i teleimbonitori – per coprire i 14 miliardi Expo avrebbe dovuto vendere 360 milioni di biglietti a 39 euro. Una cifra surreale che rende bene l’inganno di chi parla di successo di Expo in base a 19 o 20 milioni di ingressi. Ingressi che sono stati in ogni caso molto inferiori a quasi tutte le Expo precedenti (es. Siviglia 1992: 41 milioni).
Concludiamo col prof. Perotti, che nel suo e-book “PERCHÉ L’EXPO È UN GRANDE ERRORE” scrive:
“Ma né la corruzione né i ritardi sono il problema principale di Expo 2015. Il problema principale è che l’Expo non sarebbe dovuto accadere. Esso è nato e cresciuto per una amnesia collettiva della razionalità umana, sospinto da un’orgia di retorica“.
Ecco spiegato perché Matteo Renzi si è appropriato con tanto entusiasmo di Expo 2015. Sonno della ragione, orgia di retorica.
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