Il doppio contributo preso da Infopal(http://www.infopal.it/?p=82985 e http://www.infopal.it/?p=82972 )parlano di Israele e Palestina e spesso i notiziari in questo ultimo periodo indaffarati per i fatti legati al terrorismo dimenticano di ricordarci che l'orrore e la persecuzione israeliana continuano.
Infatti il primo articolo parla dell'esecuzione di due presunti accoltellatori di soldati di Israele avvenuti ad un check point a Hebron,uno ammazzato sul colpo e l'altro finito dopo diversi minuti che era steso a terra inoffensivo da parte di un militare(aveva detto"questo cane è ancora vivo")con immagini riprese dall'organizzazione pacifista B'tselem(vedi:http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/israeliano_spara_palestinese_ferito_arrestato_netanyahu-1631993.html ).
La seconda parte parla dell'approvazione da parte del Knesset,il parlamento israeliano,di una legge sulla deportazione delle famiglie dei Palestinesi uccisi dalle forze israeliane e accusati di aver eseguito attacchi con una larga maggioranza.
ONU: L’esecuzione di un ferito palestinese da parte di Israele è raccapricciante e ingiusta.
Betelemme-Ma'an.Un funzionario delle Nazioni Unite venerdì ha condannato con la massima fermezza la brutale “esecuzione extra-giudiziaria” di un ferito palestinese da parte di un soldato israeliano, catturata da una macchina fotografica a Hebron il giorno prima.
Il Coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, ha affermato di aver duramente condannato l’apparente “esecuzione extragiudiziale” del Palestinese, che è stato colpito alla testa a bruciapelo nonostante si trovasse a terra, dove giaceva ferito da diversi minuti, dopo il presunto accoltellamento di un soldato israeliano.
“Questo è stato un atto raccapricciante, immorale e ingiusto che può solo alimentare più violenza e degenerare una situazione già instabile”, ha detto Mladenov.
Ha accolto con favore la condanna dell’esecuzione da parte del ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, e ha invitato le autorità israeliane a “assicurare rapidamente alla giustizia”, il soldato israeliano responsabile.
Il funzionario delle Nazioni Unite ha continuato: “E’ il momento di fermare la spirale negativa della violenza e iniziare passi positivi verso la fine dell’occupazione e portare la pace attesa da tempo e la sicurezza ai popoli di Israele e Palestina”.
Israele è stato ripetutamente accusato da gruppi per i diritti umani, leader internazionali e funzionari palestinesi di attuare una politica di “esecuzioni extragiudiziarie” contro i Palestinesi da quando un’ondata di disordini ha invaso i Territori Palestinesi Occupati e Israele lo scorso ottobre.
Tuttavia, l’eccezionale filmato dell’incidente di giovedì – ripreso da un membro del personale del gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem – ha raccolto condanne da parte della leadership israeliana e ha portato l’esercito di Israele a incarcerare il soldato responsabile e ad avviare un’indagine.
I residenti palestinesi di Hebron, Abed al-Fattah Yusri al-Sharif e Ramzi Aziz al-Qasrawi, entrambi di 21 anni, sono stati colpiti giovedì dopo un presunto accoltellamento e il lieve ferimento di un soldato israeliano nei pressi di un check-point militare nella Città Vecchia di Hebron.
Al-Qasrawi è stato ucciso sul colpo, mentre il filmato ha mostrato al-Sharif disteso a terra per diversi minuti – che muoveva leggermente la testa, ma che non presentava nessuna minaccia – prima che un soldato israeliano gli si avvicinasse e gli sparasse alla testa.
Il soldato ha dichiarato di aver ucciso al-Sharif per paura che l’uomo bloccato stesse per farsi esplodere, secondo i media israeliani.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato in risposta al comportamento del soldato che non rappresenta i valori dell’esercito israeliano, che a suo dire “si aspetta che i suoi soldati si comportino in modo equilibrato e in conformità con le regole di combattimento”.
Il ministro della Difesa Yaalon da parte sua ha dichiarato: “Anche se siamo costretti a combattere i nostri nemici e a superarli in battaglia, siamo anche obbligati a rispettare la nostra morale. Essere umani”.
Le dichiarazioni giungono nonostante il fatto che entrambi i politici siano stati accusati dai Palestinesi e da gruppi per i diritti umani di istigazione contro i Palestinesi e di sostenere la politica di “sparare per uccidere” i Palestinesi che compiono attentati.
Il membro palestinese della Knesset, Ayman Odeh, ha dichiarato: “Israele è diventato un luogo dove le esecuzioni pubbliche sono effettuate con le acclamazioni della folla, il prezzo della sicurezza e il deterioramento morale viene pagato da entrambi i popoli”.
Il parlamentare ha chiesto che Netanyahu sia giudicato con il soldato responsabile per l’esecuzione di giovedì, insieme ad altri funzionari israeliani responsabili di istigazione contro i Palestinesi.
Traduzione di Edy Meroli
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Il parlamento israeliano approva legge per la deportazione delle famiglie dei Palestinesi coinvolti in attacchi.
Mercoledì 23 marzo, il Knesset, parlamento israeliano, ha approvato una legge sulla deportazione delle famiglie dei Palestinesi uccisi dalle forze israeliane e accusati di aver eseguito attacchi. .
La legge, proposta dal ministro dei Trasporti israeliano, Israel Katz, e sottoposta al Knesset dal deputato David Bitanem, è stata sostenuta da rappresentanti del Likud, della Casa Ebraica e da altri partiti, compreso Yish Atid.
Il consiglio legale di Israele aveva inizialmente rifiutato la legge, dicendo che “deportare a Gaza o in Siria le famiglie degli autori degli attacchi potrebbe portare all’isolamento globale di Israele”, ma Katz ha proposto un’altra legge che chiede il trasferimento delle famiglie in Cisgiordania e inserisce ulteriori restrizioni ai loro movimenti.
Parlando al Channel 7, Katz ha affermato: “La legge ha ottenuto ampio appoggio da parte della coalizione al governo e dell’opposizione. Invieremo la legge per l’approvazione finale, la settimana prossima. Il terrorismo diminuirà appena sarà approvata. Tale legge non è un’alternativa all’esercito, allo Shabak, alla polizia e alle attività di sicurezza. E’ invece una misura complementare di controllo dei minori”.
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