Assieme a Piccolo manco a dirlo apposta sono stati arrestati pure il fratello,il padre(ai domiciliari)e indagata la madre...una famiglia di criminali che mi fa ricordare quella di Bossi:l'articolo preso da Repubblica on-line traccia il profilo di questo delinquente,votato da ben 12mila persone alle ultime elezioni grazie ad una campagna martellante in cui ha speso tanti soldi,troppi secondo la magistratura.
Un altro figlioccio di Alemanno è in carcere,e pian piano tra amici e parenti in Atac o in comune lo stillicidio continua,e piccoli e grandi criminali vengono allo scoperto anche se il fascio con la fascia tricolore si dice fiducioso nelle indagini degli inquirenti.
Comune, arrestato vicepresidente del consiglio
accusato di finanziamento illecito ai partiti
accusato di finanziamento illecito ai partiti
Samuele Piccolo ai domiciliari con il padre Raffaele. In carcere il fratello Massimiliano, considerato "capo, organizzatore e promotore" di una associazione a delinquere. Indagata la madre. L'inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo, Mario Palazzi e Barbara Sargenti. Sospeso dal Pdl. Per la campagna elettorale del 2008 allestito un call center con 500mila contatti.
Il vice presidente del consiglio comunale di Roma, Samuele Piccolo (Pdl), è finito agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, finanziamento illecito ai partiti e appropriazione indebita. E' stato, dunque, sospeso "a scopo cautelare dal Popolo delle Libertà fino a che non sarà concluso l'iter giudiziario che lo riguarda", come confermato dal deputato e coordinatore Pdl del Lazio, Vincenzo Piso, e da Gianni Sammarco, deputato e coordinatore del Pdl di Roma.
Il ritratto di Samuele Piccolo / Mister preferenze e signore delle tessere
L'autista di Piccolo al servizio della famiglia. E Samuele "prendeva ordini da Massimiliano"
Ai domiciliari anche il padre, Raffaele, insieme ad altre quattro persone. Per la Procura il "capo, organizzatore e promotore" dell'associazione a delinquere è il fratello di Samuele Piccolo, Massimiliano,finito però in carcere. Si trovava in vacanza fuori Roma ed è rientrato nella capitale proprio per costituirsi a Rebibbia dopo aver saputo di essere il destinatario di un provvedimento cautelare emesso a suo carico del gip Filippo Steidl. Ad accompagnarlo nella struttura penitenziaria l'avvocato Luca Petrucci.
Le indagini sono partite da verifiche svolte dall'Agenzia delle Entrate e in particolare dall'ufficio centrale antifrode. Accertamenti poi sono stati condotti, su delega della Procura, dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza della capitale guidato dal generale Virgilio Pompon. L'inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo, Barbara Sargenti e Mario Palazzi. In totale sono sette i provvedimenti di custodia cautelari firmati dal gip. In base all'impianto accusatorio, attraverso una serie di società sarebbero stati creati finti crediti Iva e dirottati i fondi drenati al fisco all'attività politica del vicepresidente del consiglio comunale. Questa mattina sono scattate le perquisizioni degli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma nell'ufficio del consigliere comunale romano del Pdl in Campidoglio. La Guardia di finanza avrebbe acquisito carte e documenti.
In particolare a Samuele Piccolo si contestano tre diversi episodi di finanziamento illecito con riferimento all'ultima campagna elettorale amministrativa. Si tratta di cene elettorali e anche dell'organizzazione dei call center per il cui allestimento sarebbero stati sottratti al fisco 122mila euro. A capo dell'organizzazione, secondo le conclusioni dei magistrati, Massimiliano Piccolo che ha avuto un ruolo di vertice insieme al padre Raffaele. Ai domiciliari anche quattro persone legate all'attività imprenditoriale dei Piccolo. Si tratta di Franco Cannone, Silvia Fortuna, Rosario Meglio e Riccardo Sorbara. Complessivamente sono 13 le persone coinvolte e indagate, tra queste anche Elena Ciaravolo, madre di Samuele Piccolo. Il giudice ha invece respinto la richiesta di arresto fatta per Ezio D'Angelo, assessore nel municipio VIII.
Dagli uomini della Gdf sono stati sequestrati 2 milioni di euro di Massimiliano Piccolo, fratello del vicepresidente del consiglio comunale. Per i pm della Procura di Roma il denaro sarebbe il frutto dei reati fiscali. Gli inquirenti hanno anche eseguito il sequestro del 50 per cento delle quote di una società immobiliare. I crediti fittizi dell'Iva venivano investiti dai Piccolo anche nell'acquisto di case.
Elezioni e call center. Nella tornata elettorale del 2008, quella che ha portato Gianni Alemanno a diventare sindaco della capitale, il giovanissimo consigliere (allora di An), Samuele Piccolo, classe 1981, fu quello più votato: entrò in Campidoglio con 12mila voti. La sua fu una campagna elettorale sul territorio, imponente ma anche porta a porta: fatta di maxi cartelloni e iniziative nei centri anziani, manifesti ovunque e incontri con i cittadini. Ma soprattutto coordinata da un call center efficentissimo che portò Piccolo a trionfare con un vero e proprio boom di preferenze elettorali.
"Ad inizio attività - scrivono i magistrati - sono state somministrate al call center una lista di circa 500mila anagrafiche di abitanti di Roma, da chiamare secondo esigenze, che fossero inviti a cena, ricerca rappresentati di lista, appuntamenti, avendo ben specificato di non utilizzare le stesse anagrafiche per più di un evento per non incorrere nell'incontrare sempre le stesse persone".
Dell'attività del call center, creato in via Casilina 1803d in un seminterrato dove era stata sistemata la segreteria politica di Piccolo nel 2010 quando era candidato per le elezioni regionali, il gruppo Piccolo, sarebbe rimasto "insoddisfatto, tanto da affidare ad un legale una valutazione circa le eventuali azioni da intraprendere". Ad ogni modo fu poi "fatto un piano di cene da rispettare, con indicato il numero di persone da invitare in base alla capienza del ristorante e di quante avevano necessità di incontrare per strategie politiche. Alcune cene si sono aggiunte in seguito in base a necessità e poteva capitare di informarli anche la mattina prima della cena, tenendo in considerazione che le postazioni da richieste erano ben 268, un numero altissimo di operatori che, chiamando contemporaneamente ad una media di 12 chiamate con risposta l'ora per otto ore al giorno avrebbero dovuto sviluppare un numero elevatissimo di inviti".
Alemanno. Con poche parole il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato: "Sulla vicenda di Piccolo abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e speriamo in un rapido chiarimento di questa vicenda sicuramente molto brutta". L'pposizione invece pretende chiarimenti. "La notizia sull'arresto di Samuele Piccolo, primo dei consiglieri eletti nel Pdl e vicepresidente dell'assemblea capitolina getta l'ennesima ombra inquietante sull'amministrazione Alemanno - hanno dichiarato Umberto Marroni, capogruppo Pd, e Gemma Azuni, capogruppo di Sel - Chiediamo che sia fatta piena luce sulla vicenda e di verificare se siano intercorsi rapporti tra le società della famiglia Piccolo e il Comune di Roma. Pur nella presunzione di innocenza appare opportuno che il consigliere Piccolo, in attesa del svolgimento del procedimento della magistratura, si dimetta immediatamente almeno dalla carica vicepresidente dell'assemblea capitolina al fine di tutelare l'istituzione".
Il ritratto di Samuele Piccolo / Mister preferenze e signore delle tessere
L'autista di Piccolo al servizio della famiglia. E Samuele "prendeva ordini da Massimiliano"
Ai domiciliari anche il padre, Raffaele, insieme ad altre quattro persone. Per la Procura il "capo, organizzatore e promotore" dell'associazione a delinquere è il fratello di Samuele Piccolo, Massimiliano,finito però in carcere. Si trovava in vacanza fuori Roma ed è rientrato nella capitale proprio per costituirsi a Rebibbia dopo aver saputo di essere il destinatario di un provvedimento cautelare emesso a suo carico del gip Filippo Steidl. Ad accompagnarlo nella struttura penitenziaria l'avvocato Luca Petrucci.
Le indagini sono partite da verifiche svolte dall'Agenzia delle Entrate e in particolare dall'ufficio centrale antifrode. Accertamenti poi sono stati condotti, su delega della Procura, dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza della capitale guidato dal generale Virgilio Pompon. L'inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo, Barbara Sargenti e Mario Palazzi. In totale sono sette i provvedimenti di custodia cautelari firmati dal gip. In base all'impianto accusatorio, attraverso una serie di società sarebbero stati creati finti crediti Iva e dirottati i fondi drenati al fisco all'attività politica del vicepresidente del consiglio comunale. Questa mattina sono scattate le perquisizioni degli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma nell'ufficio del consigliere comunale romano del Pdl in Campidoglio. La Guardia di finanza avrebbe acquisito carte e documenti.
In particolare a Samuele Piccolo si contestano tre diversi episodi di finanziamento illecito con riferimento all'ultima campagna elettorale amministrativa. Si tratta di cene elettorali e anche dell'organizzazione dei call center per il cui allestimento sarebbero stati sottratti al fisco 122mila euro. A capo dell'organizzazione, secondo le conclusioni dei magistrati, Massimiliano Piccolo che ha avuto un ruolo di vertice insieme al padre Raffaele. Ai domiciliari anche quattro persone legate all'attività imprenditoriale dei Piccolo. Si tratta di Franco Cannone, Silvia Fortuna, Rosario Meglio e Riccardo Sorbara. Complessivamente sono 13 le persone coinvolte e indagate, tra queste anche Elena Ciaravolo, madre di Samuele Piccolo. Il giudice ha invece respinto la richiesta di arresto fatta per Ezio D'Angelo, assessore nel municipio VIII.
Dagli uomini della Gdf sono stati sequestrati 2 milioni di euro di Massimiliano Piccolo, fratello del vicepresidente del consiglio comunale. Per i pm della Procura di Roma il denaro sarebbe il frutto dei reati fiscali. Gli inquirenti hanno anche eseguito il sequestro del 50 per cento delle quote di una società immobiliare. I crediti fittizi dell'Iva venivano investiti dai Piccolo anche nell'acquisto di case.
Elezioni e call center. Nella tornata elettorale del 2008, quella che ha portato Gianni Alemanno a diventare sindaco della capitale, il giovanissimo consigliere (allora di An), Samuele Piccolo, classe 1981, fu quello più votato: entrò in Campidoglio con 12mila voti. La sua fu una campagna elettorale sul territorio, imponente ma anche porta a porta: fatta di maxi cartelloni e iniziative nei centri anziani, manifesti ovunque e incontri con i cittadini. Ma soprattutto coordinata da un call center efficentissimo che portò Piccolo a trionfare con un vero e proprio boom di preferenze elettorali.
"Ad inizio attività - scrivono i magistrati - sono state somministrate al call center una lista di circa 500mila anagrafiche di abitanti di Roma, da chiamare secondo esigenze, che fossero inviti a cena, ricerca rappresentati di lista, appuntamenti, avendo ben specificato di non utilizzare le stesse anagrafiche per più di un evento per non incorrere nell'incontrare sempre le stesse persone".
Dell'attività del call center, creato in via Casilina 1803d in un seminterrato dove era stata sistemata la segreteria politica di Piccolo nel 2010 quando era candidato per le elezioni regionali, il gruppo Piccolo, sarebbe rimasto "insoddisfatto, tanto da affidare ad un legale una valutazione circa le eventuali azioni da intraprendere". Ad ogni modo fu poi "fatto un piano di cene da rispettare, con indicato il numero di persone da invitare in base alla capienza del ristorante e di quante avevano necessità di incontrare per strategie politiche. Alcune cene si sono aggiunte in seguito in base a necessità e poteva capitare di informarli anche la mattina prima della cena, tenendo in considerazione che le postazioni da richieste erano ben 268, un numero altissimo di operatori che, chiamando contemporaneamente ad una media di 12 chiamate con risposta l'ora per otto ore al giorno avrebbero dovuto sviluppare un numero elevatissimo di inviti".
Alemanno. Con poche parole il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato: "Sulla vicenda di Piccolo abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e speriamo in un rapido chiarimento di questa vicenda sicuramente molto brutta". L'pposizione invece pretende chiarimenti. "La notizia sull'arresto di Samuele Piccolo, primo dei consiglieri eletti nel Pdl e vicepresidente dell'assemblea capitolina getta l'ennesima ombra inquietante sull'amministrazione Alemanno - hanno dichiarato Umberto Marroni, capogruppo Pd, e Gemma Azuni, capogruppo di Sel - Chiediamo che sia fatta piena luce sulla vicenda e di verificare se siano intercorsi rapporti tra le società della famiglia Piccolo e il Comune di Roma. Pur nella presunzione di innocenza appare opportuno che il consigliere Piccolo, in attesa del svolgimento del procedimento della magistratura, si dimetta immediatamente almeno dalla carica vicepresidente dell'assemblea capitolina al fine di tutelare l'istituzione".
(13 luglio 2012)
Nessun commento:
Posta un commento