giovedì 19 novembre 2020

VESPA E L' ENNESIMO TENTATIVO DI REVISIONISMO STORICO

 


Quando il servo del palazzo e dei potenti in generale Bruno Vespa promuove un suo libro le sue comparse televisive,bastano e avanzano già quelle del suo"salotto buono" di Porta a porta pagato dal canone di tutti i contribuenti,è sempre uno spettacolo pietoso con i vari intervistatori che si prostrano verso questo volpone del giornalismo italiano,prima di cronaca ora di leccaculismo patetico(vedi:madn vespa-siano ).

Nell'articolo di Contropiano(le-fake-news-di-bruno-vespa )l'ennesimo esempio della sua ammirazione verso il Dvce(lui stesso vanta di esserne il figlio),protagonista del suo ultimo racconto dove gli errori sia su carta che via etere che sciolina durante le suddette presentazioni(soprattutto in campo lavorativo,sindacale e pensionistico)abbondano e non si possono relegare a posizioni di simpatia o meno verso Vespa ma attenendosi a fatti storici sono molti e gravi gli errori che continua a predicare.

Un altro di quelli del partito del"Mvssolini ha fatto anche cose buone"(tipo morire e venire appeso a piazza San Loreto)che negli ultimi anni ma anche più hanno rivalutato la sua figura con un'opera di revisionismo storico colmo di falsità raccapriccianti così come lo è stato il regime dittatoriale fascista con uno sdoganamento delle ideologie di odio che hanno fatto sì al ritorno anche a livello istituzionale della feccia che ha mandato a gambe all'aria l'Italia durante il ventennio dello scorso secolo.

Le fake news di Bruno Vespa.

di  Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo)  

Di queste affermazioni di Bruno Vespa, diffuse dalla TV pubblica che promuove il suo libro, non ce ne è una vera. 

1) Il primo contratto nazionale dei metalmeccanici fu firmato 1919, mentre il golpe del Re che portò al potere Mussolini fu nel 1922. 

2) L’INPS nacque nel 1898 e nella forma attuale nel 1919. 

3) Le 40 ore settimanali in Italia furono raggiunte dopo l’autunno caldo del 1969. Nel 1923 una legge già voluta da Giolitti, a seguito dei contratti nazionali già firmati stabilì orario giornaliero di 8 ore per 6 giorni, cioè 48 ore settimanali più gli straordinari 

4) Nel 1925 Mussolini ABOLÌ la contrattazione nazionale libera, vietò i sindacati indipendenti e obbligò tutti i lavoratori ad aderire ai sindacati fascisti, di cui facevano parte anche i padroni.

5) Nel 1927 Mussolini stabilì per legge che le donne prendessero solo il 50% della paga di un uomo. 

6) Nel 1929 per sostenere la quotazione della lira (austerità monetaria, insomma) Mussolini decise il taglio dal 15 al 30% delle retribuzioni nominali. 

Potremmo aggiungere tanto altro sullo sfruttamento da parte dei padroni, verso un lavoro cui il fascismo aveva tolto il diritto di sciopero. Ma questo basta per chiarire che il consenso del fascismo era fondato prima di tutto sulla menzogna. 

Le fake news di Bruno Vespa, il giornalista ufficiale del palazzo, lo confermano.

Nessun commento: