martedì 28 febbraio 2017
I PALADINI DELLA SICUREZZA
Il tema della sicurezza si sa che è uno di quelli che fanno discutere e che fa portare a casa tanti voti,che accende gli animi e che fa audience televisiva,ma dobbiamo intendere bene sicurezza per chi o cosa e a che prezzo,e se davvero la sua ricerca sia il principio del calpestare i diritti di altre persone.
Nell'articolo preso da Infoaut(da-maroni-a-minniti )si fa ancora il punto sul decreto Minniti(madn i-decreti-fascisti-di-minniti )e sulle privazioni della libertà individuale che viene compromessa in parecchi punti a scapito degli emarginati della società.
Si fa riferimento alla tanto decantata tolleranza zero in moda dagli anni novanta e nata guarda caso negli Usa ancor ben prima dei fatti delle torri gemelle grazie al sindaco Rudolph Giuliani,ora stretto collaboratore di Donald Trump(madn trump-e-il-gli-usa-piu-forti-di-tutti )sempre più pericoloso per l'intera umanità.
E i parallelismi con Maroni quand'era ministro degli interni vengono fuori spontanei nonostante le etichettature differenti dei governi di appartenenza,ma di diversità tra centrodestra e centrosinistra,tra Maroni e Minniti,quando si parla di guerra,sicurezza e corsa agli armamenti non ce n'è.
Da Maroni a Minniti.
Il tema della sicurezza è un ambito sempre più presente nelle dimensioni esistenziali degli individui. Modifica le coscienze e le percezioni, struttura relazioni e ideali, incide sull'uso degli spazi e sulla fruibilità delle nostre città.
La sicurezza è uno dei tempi che da più di un quarto di secolo – precisamente dall'inizio degli anni novanta e della tolleranza zero in salsa americana – sposta consensi, voti, influenza campagne elettorali: è quindi campo di contesta per partiti politici di “destra” e di “sinistra”.
Partendo da queste considerazioni, avvalorate dalle recenti parole del ministro Minniti che mira a sottrarre tale tematica alle compagini più populiste di questo paese, pubblichiamo qui di seguito una riflessione in merito della Prof.ssa Tamar Pitch, apparsa sul blog di Studi sulla Questione Criminale.
Particolarmente interessanti sono i punti sollevati in merito alla definizione di sicurezza e alla ratio che regola tale definizione. Evidente infatti il tentativo che vi è di dividere soggetti inclusi e garantiti da quelli esclusi e non garantiti, in modo tale da disegnare nuove geografie metropolitane di accumulazione capitalista. Buona lettura.
CDunque, il nuovo decreto sicurezza definisce la sicurezza stessa non solo come “nuovo bene pubblico”, ma anche volta a “favorire l’inveramento dei diritti”. Minniti e i suoi ci hanno letto, o almeno hanno letto quanto alcuni di noi scrivevano negli anni novanta, ma non hanno capito. Oppure, come già all’epoca temevo, ci utilizzano nella vana rincorsa dei consensi di chi vota a destra. Perché non è vero che la sicurezza (questa declinazione della sicurezza, perché poi ci sarebbe pure la sicurezza sociale) non è né di destra né di sinistra: è così di destra che scimmiotta, a quasi trenta anni di distanza, la tolleranza zero del compare di Trump, Rudy Giuliani.
Intanto, non si dice dei diritti di chi la sicurezza favorirebbe “l’inveramento” (Baratta diceva, ad esempio: la sicurezza come sicurezza dei diritti di tutte e tutti). Non si dice, perché il decreto continua nella tradizione dei decreti e delle ordinanze sindacali degli ultimi venti anni: divide tra perbene e permale, dove i permale nemmeno veri cittadini sarebbero. I permale, poi, sono i soliti: poveri, emarginati, tossici, mendicanti, barboni, prostitute. E giovani di tutte le specie.
Per risolvere i problemi delle aree metropolitane –degrado, diffusa insicurezza percepita (sic), marginalità sociale— che si fa? Politiche sociali più incisive (o politiche sociali tout court, mi basterebbe)? No: sanzioni per l’accattonaggio invasivo (chi dice quando è invasivo? Una ordinanza sindacale fiorentina di qualche tempo fa si dilungava nella descrizione, citando chi fa la statua, o si sdraia per terra, o si dipinge la faccia di bianco, perché così si “turba” la brava cittadinanza). Sanzioni per chi si prostituisce in maniera ostentata (l’ordinanza Alemanno parlava di abiti succinti). Daspo (sic!) e sanzioni per gli spacciatori e chiunque danneggi il decoro urbano.
E il richiamo al decoro urbano è significativo: ciò che conta è che le città diventino pulite e asettiche vetrine di beni di consumo, attraenti per i turisti ricchi e gli investimenti delle grandi corporations. E’ proprio la filosofia di Rudy Giuliani, il sindaco di New York, all’epoca famoso per la tolleranza zero e ora, si dice, ispiratore del Muslim ban di Trump. Come quel ban, è molto probabile che, ed è già avvenuto, almeno alcune di queste misure siano alla fine giudicate incostituzionali. Perché questo decreto è forse addirittura peggiore di quello emanato a suo tempo dal leghista Maroni, poi svuotato dalla Corte. Il governo, all’epoca, era, diciamo così, di centro destra. Questo?
P.S. Ieri un ragazzino si è buttato dalla finestra mentre la polizia, a sirene spiegate, gli perquisiva casa alla ricerca di dieci grammi di hascisc. A Siena, poliziotti e cani sono entrati nel mio vecchio liceo, sempre alla ricerca di “droga”. La sicurezza di chi?
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