martedì 29 dicembre 2015

MORTALITA' MISTERIOSA?

Se n'era già parlato in più occasioni durante gli ultimi mesi,in campo europeo con l'aumento constatato del 43% della mortalità infantile in Grecia(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/08/laumento-della-mortalita-infantile-in.html )oppure per rimanere in Italia quando si erano elencati i tagli alla sanità(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/07/macelleria-sociale.html )oltre a quelli all'istruzione e che già si era ampiamente capito dove si era andati a parare:o hai i soldi o rimani nell'ignoranza,nella povertà e muori.
Anche dagli Usa,dov'è uscito un studio basato sugli ultimi 14 anni e redatto da scienziati(http://contropiano.org/scienza/item/34481-il-programma-dovete-morire-anche-negli-usa-si-comincia-a-morire-prima )dall'esplicito titolo"Come l'austerità uccide",le continue restrizioni al sistema sanitario,in un paese che il governo nostrano mira ad arrivare dove ci si può permettere di curarsi solamente con un'assicurazione privata,stanno aumentando esponenzialmente i tassi di mortalità.
Tasso che,e qui arriviamo all'articolo di Senza Soste sotto che contiene un link preso da Repubblica,dove è certificato dall'Istat che durante quest'anno c'è stata un'impennata dell'11% rispetto allo scorso anno,fatto che non accadeva dagli anni quaranta.
E tenendo conto che ai tempi c'era la guerra in casa e che oggi non ci sono state catastrofi naturali oppure epidemie mortali,è ovvio che non ci ammaliamo di più ma che ci curiamo peggio,e anche se i dati sono ancora disaggregati per sesso,età e cause,nei primi otto mesi sono morte 45 mila persone rispetto al 2014 con una tendenza che a fine anno sarà di 68 mila unità.
E chiaro che il disegno del governo,non solo di quello attuale ma grande merito va all'attuale esecutivo,che la linea sulle pensioni e sulla sanità porta ad una più ampia e tragica indigenza soprattutto delle fasce più deboli della società come i bambini e gli anziani in particolar modo.
E questi dati non sono commentabili col fatto che la popolazione sta sempre più invecchiando perché i dati studiati non portano a questo come spiegato nell'articolo:questo andamento sarà sempre peggio col proseguire del tempo se la situazione non cambia alla radice del problema con gli ospedali tramutati in aziende e i costi degli esami diagnostici a carico dei cittadini.
Come già detto da Gino Strada la sanità deve costare quanto serve,non c'è altra ragione.
 
Il programma "dovete morire prima" sta avendo successo. Picco di mortalità nel 2015.
Dante Barontini - tratto da http://www.contropiano.org

La guerra in casa, contro la propria popolazione. Il programma “dovete morire” messo in campo dall'Unione Europea (e non solo) va avanti alla grande. I nostri lettori ricorderanno come più volte abbiamo sintetizzato con questo slogan - “dovete morire prima” - diversi provvedimenti del governo che tagliavano bilanci della sanità prestazioni mediche e sociali (ultimo esempio le 208 prestazioni diagnostiche dichiarate “inappropriate” dalla scienziata senza laurea che dirige il relativo ministero), pensioni, allungamento dell'età lavorativa, ecc.
Il ragionamento che proponevamo era semplice, quantitativo, ma inoppugnabile: se si va ad intaccare i livelli di welfare e i diritti del lavoratore conquistati nel dopoguerra si diminuisce immediatamente, e ancor più nel corso degli anni, l'aspettativa di vita della popolazione.
Ed ecco che le statistiche ufficiali arrivano a confermare la facile previsione. Diciamo che siamo rimasti colpiti anche noi dalla rapidità con cui quello che era solo un ragionamento si è andato trasformando in realtà. Macabra.
L'Istat, pochi giorni fa, ha reso noti i dati sul bilancio demografico relativo ai primi otto mesi del 2015. E il primo numero che balza letteralmente alla gola è quello dei morti, in drastico aumento: +45.000 rispetto allo stesso periodo del 2014, con un tendenziale annuale che arriva a +68.000; 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno. Un aumento dell'11,3% che trova analogie solo con gli anni della guerra. Della guerra sul nostro territorio, per esser chiari.
I dati non sono ancora disaggregati (per età, posizione sociale, cause, ecc), ma si sa già che l'aumento riguarda soprattutto la componente femminile (+41.000), presumibilmente nella fasce più anziane. Le altre cause di morte di cui si hanno le statistiche (incidenti stradali o sul lavoro) presentano variazioni minime, ben lontane da quelle riguardanti l'intera popolazione.
Sulle cause, in attesa di dati più articolati, ci si può sbizzarrire. È colpa della diminuita protezione del sistema sanitario pubblico (quindi dei tagli alla spesa in questo settore) oppure della diminuzione generale di reddito e in specifico del blocco delle pensioni? Detto altrimenti: si muore di più perché non vengono più garantite una serie di prestazioni o perché non ce la fai a pagare il ticket (aumentato) sui medicinali che dovresti assumere? Una domanda quasi superflua. In entrambi i casi si torna infatti alle politiche di austerità volute, nell'ordine, dalla Troika (Ue, Bce, Fmi) e dai governi nazionali.
 Il dato fondamentale da tener presente è infatti l'improvviso aumento della mortalità. Come spiega il prof. Gian Carlo Blanciardo, demografo di Neodemos, questo aumento non può essere attribuito all'invecchiamento della popolazione:
Osservando come è cambiata la composizione per età dei residenti tra il 1° gennaio del 2014 e alla stessa data del 2015 scopriamo subito che, a fronte di 159mila unità in meno nella fascia d’età fino a 60anni, se ne contano in più 70mila in età tra 61 e 70 anni, 40mila tra 71 e 85 anni e 62 mila con oltre 85 anni. Lo spostamento verso le età più “mature” è ben evidente, ma è sufficiente a spiegare un aumento della mortalità nell’ordine dei 68mila casi annui di cui si è detto? La risposta è no. Le modifiche nella struttura della popolazione spiegano solo in minima parte la maggior frequenza di decessi. Infatti, se i rischi di morte fossero restati invariati rispetto a quelli osservati di recente (Istat 2014), l’aumento del numero di persone anziane avrebbe dato luogo solo a 16mila decessi in più rispetto al 2014. E le altre 52mila unità aggiuntive a cosa sono dovute?
Inevitabilmente – in assenza di pandemie e altre catastrofi del genere – bisogna pensare ai cambiamenti nella struttura dei redditi, nella loro distribuzione, nella riduzione delle prestazioni del welfare. Come conclude lo stasso Bianciardo, una variazione così forte
E’ un evento “straordinario” che richiama alla memoria l’aumento della mortalità nei Paesi dell’Est Europa nel passaggio dal comunismo all’economia di mercato (Fig. 2): un “déjà vu” che non vorremmo certo rivivere. Il controllo della spesa sanitaria sempre e a qualunque costo – in un momento di recessione economica – può avere effetti molto pesanti sul già fragile sistema demografico. Dobbiamo esserne consapevoli.
Il problema è che “la politica” - Troika e governo – ne è perfettamente consapevole. Questo è proprio quello che vanno cercando per ridurre drasticamente la spesa pubblica, le cui due voci di spesa più consistenti sono per l'appunto sanità e pensioni (la terza è la scuola, e anche lì la “mortalità” educativa va crescendo a passo di carica). Quale taglio può essere più efficace dell'annientamento di una quota rilevante dell'utenza sociale?
24 dicembre 2015
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