Il risultato elettorale francese al primo turno delle elezioni regionali ha visto il trionfo del Front National di Marin Le Pen,con un largo consenso frutto ancora della paura del dopo 13 novembre di Parigi e delle rassicurazioni fornite dal Fn nei giorni successivi agli attentati con parole di fermezza sul fronte immigrazione m anche di una tolleranza(elettorale)rispetto al mondo islamico.
Come emerso nei giorni successivi agli attacchi delle cellule Isis(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/11/il-front-national-emarginaper.html )importanti dirigenti del Fn avevano preso le distanze dai vomiti razzisti dei vari Salvini e Belpietro condannandone le dichiarazioni affermando che chi confonde i terroristi con i musulmani è uno stronzo.
Il successo del Fn di contro ha portato ad una sconfitta dei socialisti che si sono fatti scavalcare dall'Ump di Sarkozy che a questo punto farà andare al ballottaggio in Francia un partito di destra con uno di estrema destra in un prospetto di catastrofe per quanto riguarda i propositi dei risultati elettorali greci in chiave europea con risvegli che si erano già avuti in Spagna e in Portogallo ma anche in buona misura in Gran Bretagna.
Sicuramente come detto sopra il 13 novembre ha inciso molto sul risultato delle votazioni francesi ma visto com'è andata l'idea di un'Europa coesa su tanti temi è sempre più a rischio di disgregazione se poi negli Stati membri dovessero avvenire risultati come quello francese e dei paesi est europei che col loro voto dichiarano tutto fuorché stare sotto l'Europa unita.
Articolo di Infoaut.
Libertè – Egalitè – Marine Le Pen.
Il 2015 che doveva essere l'anno del successo elettorale delle nuove
“sinistre”, a partire dalla spinta greca dell'esecutivo Tsipras, viene nei fatti
sempre più caratterizzarsi come quello dello sfondamento delle neodestre
populiste e nazionaliste. Non si può leggere se non in questa chiave la vittoria
al primo turno delle regionali francesi del Front National di Marine Le Pen,
capace di incrementare ulteriormente i già importati risultati ottenuti nelle
scorse tornate per imporsi a primo partito di Francia.
Il partito della figlia di Jean-Marie viaggia intorno al 30% dei consensi,
superando sia l'Ump di Sarkozy fermo al 27% che i socialisti incapaci di
oltrepassare la soglia del 23%. Il Front National è così in testa in 6 delle 13
regioni interessate dal voto, capace di vincere la battaglia con Hollande
riguardo a chi avrebbe usufruito del post-13 novembre e soprattutto in grado di
disarticolare i richiami all'unità della Republique contro ogni forza “estrema”
portati avanti dal Partito Socialista.
A trionfare è anche la politica di rinnovamento comunicativo del partito, con
l'emergere di facce nuove come la nipote della Le Pen, Marion, e
l'allontanamento più simbolico che reale del pioniere Jean-Marie dal partito.
Vince il mix di apertura e tradizionalismo del nuovo FN, che da un lato
approfitta della crisi e dell'allarme terrorismo per scatenarsi contro
immigrazione e disoccupazione, per poi dall'altro aprire su temi un tempo tabù
come i matrimoni gay e contemporaneamente liberarsi del passato più imbarazzante
del partito per procedere nel percorso di de-diabolisation del partito.
E' proprio il possibile scontro tra linee politiche di Marine e Marion il
dubbio reale sul futuro del Front National, ma al momento le due hanno
dimostrato di poter svolgere un ruolo complementare nell'affermazione del
partito. A fare il resto hanno pensato, oltre che i fatti di cronaca parigini
capaci di dare forza alla retorica anti-immigrazione del FN, l'impronta sempre
più neoliberista e securitaria del Partito Socialista e il passato compromesso
dalla mala gestione del paese della destra “repubblicana” di Sarkozy.
A differenza del recente passato, sarà difficile che il ballottaggio porti a
clamorosi stravolgimenti della situazione e quindi dell'affermazione finale in
diverse contesti regionali del FN. Lo stesso ex premier francese, conscio del
fatto che una “alliance” classica con il PS avrebbe fatto nient'altro che il
gioco della Le Pen, rifiuta il tradizionale fronte repubblicano per non perdere
consensi a destra, mentre il PS si è ritirato da diverse competizioni regionali
proprio per convogliare il proprio voto verso Sarkò. Nel ballottaggio che si
terrà fra due settimane sembra profilarsi dunque uno scontro tra Sarkozy e Le
Pen, competizione che riflette lo spostamento a destra dell'elettorato francese
e la definitiva scomparsa di qualsivoglia prospettiva di “sinistra” all'interno
dello scacchiere transalpino.
A trionfare sul fronte nostrano è Matteo Salvini, che vede nell'affermazione
della Le Pen un traino alla politica condotta nel nostro paese: il ducetto
leghista si è pubblicamente speso in elogi al FN, parlando di modello vincente
da replicare nel nostro paese. Le Pen che ringrazia l'alleato leghista,
augurandogli la stessa fortuna nel nostro paese, dando ulteriore slancio al
progetto salvinista che in stile lepenista moderno coniuga richiami indipendenza
con retorica all'insegna della xenofobia, sulle orme di quanto proposto da teorici russi come Alexander Dugin sempre più
ispiratori di ampie fette della nuova destra europea.
Un'Unione Europea decisamente di fronte al baratro dal punto di vista
politico. Saltato di fatto Schengen, con i processi di unificazione validi
solamente dal punto di vista della finanza e degli interessi delle banche, l'UE
è sempre più un pasticcio geopolitico dove spinte divergenti di interessi
nazionali contribuiscono alla disintegrazione di ogni tipo di progetto comune.
Stati Uniti e Russia gongolano, mentre l'Europa come entità politica unitaria si
disintegra sotto i colpi delle conseguenze di anni di politiche improntate
unicamente a pauperizzazione sociale ed austerità.
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