lunedì 18 dicembre 2017
SCONVOLGIMENTO DELLA MEMORIA STORICA
Il ritorno delle salme dei regnanti italiani,non solamente complici ma anche profondi sostenitori del ventennio fascista,hanno creato qualche polemica non per il fatto della sepoltura nella loro"patria"ma per quello che hanno rappresentato e che va contro i valori democratici della Repubblica.
L'arrivo in pompa magna dell'ex re avvenuta il giorno dopo l'arrivo delle spoglie della moglie Elena a carico dei contribuenti presso il santuario di Vicoforte,per l'appunto è uno sfregio a tutti i morti che hanno contribuito a mietere durante le guerre mondiali(parlando storicamente solo dell'ultimo secolo)e che aiutarono l'ascesa ed il consolidamento della dittatura fascista e portarono alla firma delle ignobili leggi razziali.
Vorrei ricordare la figura(di merda)di un suo discendente,tale Emanuele Filiberto di Savoia,di simpatie nemmeno tanto nascoste di estrema destra e pronto a comparire in televisione per far valere addirittura questioni di fantomatici risarcimenti(vedi:madn il-principino-fancazzista-apre-la-fogna e madn monarco-fascismo ).
L'articolo di Contropiano(monarchia-di-ritorno )parla di questa vicenda che è solo l'ultimo tassello di una revisione della memoria storica italiana cominciata da anni e che sta concorrendo al ritorno di ideologie reazionarie e nostalgiche:che siano monarchiche o fasciste è la stessa feccia dittatoriale ed antidemocratica.
Monarchia di ritorno.
di Franco Astengo
Non è questione dell’utilizzo di un volo militare o di altri aspetti di mera opportunità: il rientro delle salme dei rappresentanti di casa Savoja in Italia (cui seguirà l’inevitabile polemica riguardante la traslazione al Pantheon: tanto per aggiungere confusione a confusione) costituisce un ulteriore passaggio della “damnatio memorie” in atto rispetto ai valori costitutivi della democrazia repubblicana e della storia del nostro Paese.
Qualcuno oggi ha elencato i tre punti sui quali casa Savoja e in particolare Vittorio Emanuele III si sono resi protagonisti del disastro del fascismo, della guerra, delle leggi razziali: non aver tolto l’incarico a Mussolini dopo il delitto Matteotti; aver provocato l’8 settembre; aver firmato le leggi razziali.
A voler essere precisi ci sarebbe da aggiungere l’aver fatto entrare in guerra l’Italia il 24 maggio 1915 senza un voto del Parlamento (650.000 morti e un milione di feriti); il comportamento lungo tutto il ventennio di dittatura in piena regola (si sta tentando di contestare anche il concetto stesso di fascismo come regime dittatoriale) ; l’ingresso nella seconda guerra mondiale; l’aver consentito la modifica dello Statuto in punti essenziali come quello dell’elevazione di un organo di partito (il Gran Consiglio) a organo costituzionale e l’abolizione della Camera dei deputati.
Anche così però si sono soltanto precisati alcuni aspetti senza toccare il dato di fondo: ben oltre la “pietas” da esercitarsi nella normalità di questi casi, il punto è quello dell’ennesimo sfregio che viene inferto alla storia della democrazia repubblicana e alla memoria della fase decisiva di costruzione della nostra democrazia.
Nella formalità non è avvenuto nulla in violazione della Costituzione.
Invece nella profondità dell’espressione dei valori comuni che hanno costruito la Repubblica siamo davanti ad un’insopportabile sottrazione di identità della nostra memoria storica.
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