Ci sono problemi ben più stingenti ed importanti di parlare di un calciatore il cui idolo è il fascista Gigi Buffon(già tutto questo è un programma)ma una piccola riflessione sul modo di essere e di fare del portiere del Milan Donnarumma è d'obbligo per rispetto di milioni di suoi coetanei che non hanno la fortuna(mi verrebbe più da dire invece sfortuna)di essere come lui,soprattutto a livello economico.
La decisione di questo arricchito e privilegiato giovane di non sostenere gli esami per la maturità per andare in vacanza a Ibiza facendo aspettare i lavori di tutti quelli che l'hanno atteso per i motivi sportivi cui era legato è innanzitutto una vergognosa mancanza di rispetto nei confronti degli studenti e del personale docente oltre che un cattivissimo esempio per una generazione di bambini più piccoli.
Le dichiarazioni prese dal Corriere(donnarumma-maturita )vedono l'indignazione non solo del personale scolastico ma anche una deriva che porta la scuola italiana ad essere snobbata pensando che essere bravi a giocare a pallone possa essere la via del successo(sempre finanziario)in un mondo,quello del calcio,fatto di persone anche laureate e che hanno dedicato lo stesso impegno in campo che sui libri:ma attenzione anche zeppo di calciatori che fanno dell'ignoranza una dote di bagaglio ben poco lusinghiera.
Un personaggio artefatto che in questo tiramolla che francamente ci ha ancora oggi rotto i coglioni sul suo ingaggio e sul futuro,certamente imbeccato anche dal quell'avvoltoio del suo procuratore Raiola,comunque non ha mai avuto il fegato di dire la sua mostrandoci quello che è:una marionetta ricca di denaro ma povera di spirito.
Donnarumma e la maturità, i prof lo strigliano: «Mancanza di rispetto»
La presidente della commissione: «La sua richiesta ha rallentato gli esami per gli altri». La lettera della ministra Fedeli: «Non mollare, fai l'esame».
La sua decisione di non presentarsi agli Esami di Stato, per volare con un jet privato in vacanza a Ibiza, ha indispettito i professori che lo attendevano al varco: «Un comportamento che rappresenta una grave mancanza di rispetto per la scuola, per la Commissione e per gli studenti delle classi coinvolte», ha commentato Elda Frojo, presidente della Commissione d’esame di fronte alla quale Gianluigi Donnarumma doveva sostenere l’esame di maturità per diplomarsi, da privatista, in ragioneria all’istituto paritario Leonardo da Vinci di Vigevano.Gli altri candidati
«Il signor Donnarumma - ha detto l’insegnante, preside all’istituto professionale Pollini di Mortara (di chiara fede interista, come denuncia l’immagine di copertina del suo profilo Facebook, in cui campeggia Javier Zanetti) - ha chiesto di sostenere le prove suppletive. Il Miur, giustamente, cerca di incoraggiare coloro che si dedicano allo sport ma vogliono comunque proseguire negli studi. Nel caso del signor Donnarumma si è ritenuto che la partecipazione ai Campionati Europei under 21 giustificasse la richiesta. Chiaramente questo ha comportato un rallentamento dei lavori: i colloqui d’esame sono stati interrotti per consentire all’ormai ex candidato di sostenere le prove scritte». «Faccio presente - ha sottolineato la presidente della Commissione - che oltre al signor Donnarumma ci sono 57 candidati che stanno affrontando l’esame, alcuni dei quali hanno problemi familiari gravi. Eppure sono venuti ad affrontare le loro prove».
«Non mollare»
Una strigliata a Gigio è arrivata anche dal ministro dell'istruzione, che ha preso carta e penna e ha scritto un lettera - pubblicata su La Gazzetta dello Sport - al calciatore, invitandolo a sostenere l'esame con convinzione il prossimo anno. «Gambe e testa possono stare insieme, sport ad alto livello e studio non sono incompatibili - lo ha esortato Valeri Fedeli -. Anzi. Hanno molto in comune: ambedue richiedono impegno, costanza, passione, fatica. Il tuo sarebbe un esempio prezioso per tutte quelle giovani e quei giovani che vedono in te e in altri sportivi un modello da seguire».
Inseguire contratti e fama
In precedenza era stato il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi a criticare il rifiuto di Donnarumma, definendolo «immotivato». «La scuola è utile per la vita, forma la coscienza critica, serve per crescere. Non è semplicemente una percorso per trovare lavoro, è molto di più». «I personaggi famosi, come Donnarumma, devono comprendere - prosegue Toccafondi - che c'è un messaggio che passa dal loro comportamento che i più giovani guardano e osservano. Non voglio gettare la croce su un ragazzo di 18 anni, tutta la vicenda mi fa chiedere da cosa sono mossi i vari procuratori che consigliano e supportano i calciatori». Toccafondi ha poi ricordato che il Miur tre anni fa ha deciso di sostenere gli studenti atleti inserendo norme che consentono a tutti i ragazzi «che hanno la volontà, che non sono consigliati male», di poter finire la scuola. «Il 25% delle ore di lezione si possono svolgere attraverso un metodo E-learning, il docente registra la sua lezione in diretta in classe e il ragazzo la può seguire in altro luogo e momento, le società sportive mettono a disposizione un tutor che segue il ragazzo quando non è a scuola e il consiglio di classe a inizio anno certifica il percorso individuale per il ragazzo studente e atleta, non un privilegio ma la possibilità di studiare e continuare a coltivare il proprio talento sportivo» spiega il sottosegretario per il quale tuttavia «tutte queste novità sono nulle se continuano a esserci personaggi che consigliano di lasciare la scuola e inseguire contratti e fama».
Bocciato dai coetanei
Anche i coetanei bocciano il «no» alla maturità di Donnarumma: in un sondaggio di Skuola.net giudicano sbagliata la sua scelta 7 studenti su 10. Solo il 29% lo difende. Tre ragazzi su 5 hanno detto che, al posto del giocatore, avrebbero sostenuto lo stesso gli esami. E un altro 7% ci avrebbe pensato bene prima di «abbandonare». Pubblico diviso a metà sui possibili effetti che la decisione di gigio potrà avere sugli altri studenti. Per il 52% potrebbe diventare un cattivo modello, lo spunto per non impegnarsi più di tanto negli studi; per il 48%, al contrario, ognuno continuerà a pensare con la propria testa. E lui, cosa farà? Ci proverà il prossimo anno o archivierà l'ipotesi diploma? Il 55% crede che rimanderà nuovamente l'esame; il 48%, però, spera in un ripensamento.
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