domenica 24 luglio 2016
IL CAPITALISMO COLONIALE SARAS STAVOLTA FERMATO
Giunge dalla Sardegna finalmente una buona notizia frutto delle lotte che sempre più vedono impegnati gli abitanti della splendida isola italiana sempre più sensibili ai temi ambientali che vengono combattute di pari passo alle lotte antimilitariste,infatti la Sardegna è piena di basi e poligoni militari usate anche da stranieri come israeliani e statunitensi(vedi:madn la-regione-sardegna-e-le-esercitazioni ).
La società petrolifera e di produzione energetica Saras non potrà trivellare le zone adiacenti il comune di Arborea nell'oristanese in quanto il Consiglio di Stato non ha tenuto conto bocciando il ricorso al Tar dell'azienda che è uno dei simboli del capitalismo coloniale che voleva sondare la zona che fa parte di un territorio protetto vincolato dal piano regionale da undici anni.
Scrivi Saras e leggi Moratti in quanto la famiglia è la fondatrice e proprietaria attuale di questa società dove si verificano sovente incidenti anche mortali e che però ha mire espansioniste in tutta la zona della provincia di Oristano che sembrerebbe avere il sottosuolo ricco di metano,quindi c'è da esultare per lo stop al "progetto Eleonora" ma bisogna sempre stare all'erta in modo che la Sardegna non sia ancora sfruttata e violentata.
Articolo preso da Contropiano:contropiano/sardegna-sconfitta-la-saras-dei-moratti-niente-trivellazioni-ad-arborea .
Sardegna:la Saras dei Moratti,niente trivellazioni ad Arborea.
di Luca Fiore
Non capita spesso di dare belle notizie, ma quella che è arrivata all’inizio della settimana dalla Sardegna lo è davvero. La Saras, uno dei colossi industriali italiani, uno dei principali gruppi energetici del paese, è stato sconfitto. Grazie ad anni di mobilitazioni e di battaglie dei comitati e dei cittadini di Arborea, paese a vocazione agricola e turistica di appena 4000 anime nel Campidano, l’azienda del gruppo Moratti non potrà trivellare in cerca di metano.
A bocciare il famigerato ‘progetto Eleonora’ (provocatoriamente intitolato ad uno dei principali simboli dell’identità nazionale sarda) è stato il Consiglio di Stato che ha respinto definitivamente il ricorso presentato dalla Saras contro la bocciatura da parte del Tar sardo del piano presentato dall’impresa. Nell’esprimere il suo punto di vista il Consiglio di Stato si è richiamato al Piano paesaggistico approvato nel 2005 dalla giunta regionale guidata allora da Renato Soru e ad altri vincoli restrittivi, affondando così il progetto dell’impresa dei Moratti che prevedeva di trivellare, in cerca di gas, dei terreni contigui alla zona lacustre di S’ena Arrubia, sulla costa oristanese. Un territorio però protetto, così come tutta la fascia costiera fino a trecento metri dal mare in tutta l’isola, da un vincolo paesaggistico stabilito appunto nel Piano regionale varato undici anni fa.
Nonostante la patente illegalità delle sue richieste la Saras ha insistito presentando prima ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato, che però gli hanno dato entrambi torto facendo tirare un sospiro di sollievo ai comitati – a partire da quello ribattezzato ‘No al Progetto Eleonora” – ai cittadini e agli enti locali che si erano da subito opposti ai voraci appetiti dei Moratti, sostenuti invece nel 2009 dalla giunta Cappellacci.
“Il Gruppo societario energetico ha insistito nel voler portare avanti a ogni costo il proprio progetto di ricerca di gas naturale e, successivamente, di estrazione. Non importa la totale contrarietà della popolazione locale, delle imprese e delle associazioni agricole, di ogni compagine sociale e, in prima fila, del Comitato “No al Progetto Eleonora”. L’arroganza della speculazione energetica rappresentata da questi pretesi beneficatori non conosce limiti. Ora ha avuto la risposta sul piano giuridico, uscendone con le ossa rotte” ha commentato sul suo sito il ‘Gruppo d’Intervento Giuridico onlus’ che ha sostenuto le rivendicazioni della comunità locale nella battaglia sul ricorso al Consiglio di Stato.
Esultano i contadini e gli allevatori, i pescatori, gli attivisti ambientalisti e i movimenti di sinistra, gli indipendentisti e quei piccoli imprenditori che hanno puntato sulla qualità. Che ora sperano che la sconfitta della Saras scateni un effetto domino e faccia prevalere le ragioni del buon senso, dell’ambiente e delle comunità su quelle dello sfruttamento coloniale e inquinante dell’isola, sequestrata da un numero altissimo di ‘servitù militari’ e da vari siti industriali e minerari nella stragrande maggioranza dei casi ormai chiusi e abbandonati dopo decenni di contaminazione ambientale.
Il 2015 e i primi mesi del 2016 hanno visto un risorgere della mobilitazione ambientalista e antimilitarista in varie porzioni dell’isola, con il rilancio della mobilitazione contro i progetti inquinanti, le basi e i poligoni militari.
Difficile dire se quella ottenuta grazie al Consiglio di Stato sarà una vittoria definitiva contro la Saras che evidentemente non rinuncerà facilmente alle sue mire sull’Oristanese, il cui sottosuolo potrebbe celare vasti giacimenti di metano. E i Moratti possono anche valutare l’opportunità di cominciare a trivellare da qualche altra parte della Sardegna, magari in un territorio dove sperano di incontrare una resistenza popolare minore e una classe politica più disponibile a farsi comprare.
Luca Fiore
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