martedì 19 aprile 2016

I MORTI DELLE CAVE

Il comunicato del Csoa Casa Rossa di Massa ripreso da Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/16889-carrara-asciugate-quelle-lacrime-di-coccodrillo-padroni-assassini )esprime rabbia solidale verso i due operai morti la settimana scorsa lavorando nelle cave di Carrara travolti da tonnellate di pietre staccatesi dal frontone in maniera improvvisa e tragica.
Uno dei mestieri più duri ed allo stesso tempo con un elevata percentuale di infortuni che visto il lavoro in se risultano spesso mortali,e dopo lo sdegno visto nei telegiornali per queste morti si fa un elenco di personaggi vari,compresi i movimenti di lotta e noi stessi,che hanno pianto lacrime di coccodrillo o che non si sono adoperati in maniera incisiva.

Carrara: asciugate quelle lacrime di coccodrillo, padroni assassini!

ASCIUGATE QUELLE LACRIME DI COCCODRILLO, PADRONI ASSASSINI!

Ancora sangue, ancora dolore, ancora morte. Esprimiamo il nostro più sentito, più sincero cordoglio e la nostra più vera solidarietà alle famiglie dei cavatori assassinati. Non saranno queste parole ad alleggerire il momento, ma ci piacerebbe avere il potere di alleviare, seppur per un secondo, la più grande delle sofferenze.

Ancora una volta, come ogni fottuta volta, l'indignazione, la rabbia, le lacrime arrivano da ogni dove. Il consueto teatrino della messa in scena del dolore, nel quale spariscono vittime e colpevoli, si confondono le responsabilità, ci si arrampica tutti quanti sul palco dello sdegno.
Non ci vogliamo unire a questa rappresentazione ma vogliamo urlare la nostra rabbia, così in maniera prepolitica:

- Rabbia verso il mondo dei padroni, che lucrano, sfruttano, ci ricattano e ci ammazzano, Così, senza vergogna, ad eseguire il compito storico che la loro appartenenza di classe gli ha assegnato.

- Rabbia verso una classe politica connivente e vergognosa, che sceglie sempre e comunque l'alleanza con loro e loro garantisce protezioni e canali privilegiati. Connivente e responsabile, che, in nome del costante ricatto della necessità del lavoro, ci costringe ad accettare leggi infami, in condizioni disperate.

- Rabbia verso una cittadinanza e una militanza politica - compresa la nostra - che, seppur vittima di questa asfissiante relazione di potere fra padroni e classe politica, non sa opporre una reazione all'altezza.

- Rabbia verso una terra che ha tolto ai suoi figli più rappresentativi, i cavatori, persino la visibilità. Perchè nella questione montagne, nel conflitto fra capitale e ambiente, nell'immensa diatriba sulla proprietà, c'è sempre e comunque un soggetto assente, non percepito, un convitato di pietra: l'operaio. Così, tralasciato come fosse un macchinario, privo di anima, di vita, di cui ci si ricorda solamente in queste occasioni, quando davvero la vita si perde.

E allora vorremmo versare lacrime, un fiume di lacrime. Ma non lo faremo. Perchè le lacrime non sono tutte uguali e non vorremmo che le nostre e quelle dei proletari di questa terra si mescolassero con quelle da coccodrillo dei padroni assassini e dei loro servi.

CASA ROSSA OCCUPATA

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