martedì 8 gennaio 2019

MUORE MILIZIANO ITALIANO DELL'YPG IN ROJAVA


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Lascia due figli adolescenti a Ponteranica il combattente morto in Rojava mentre con l'esercito curdo stava combattendo contro le milizie daesh presso Derik al confine con l'Iraq:Giovanni Asperti nome di battaglia Hiwa Bosco,bergamasco,era da tempo nelle zone al confine tra la Siria e l'Irak ed è morto probabilmente in un incidente sotto fuoco amico.
Potrebbe essere il primo miliziano italiano a perire in una guerra sottaciuta,che fa scomodo all'occidente nonostante il nemico che si combatte è quello dell'insensata violenza omicida dell'estremismo cieco dell'Isis.
Il redazionale di Contropiano riporta la notizia del decesso avvenuto il 7 dicembre e reso noto solamente nelle ultime ore(vedi anche:madn il-combattente e madn rojavala-zona-curda-siriana ).

Giovanni Asperti, caduto in Rojava al fianco dei curdi.

di  Redazione Contropiano 
E’ il primo, ed è con dolore che certe notizie entrano nel cuore. Giovanni Francesco Asperti, bergamasco di Ponteranica, è morto in Rojava, nel Kurdistan siriano, nella località di Derik, vicino al confine con la Turchia.

Ne hanno dato notizia le milizie curde, e la Farnesina ha confermato. 53 anni, due figli adolescenti, noto sul campo di battaglia come ‘Hiwa Bosco’, Giovanni è morto il 7 dicembre in quello che le Ypg definiscono uno “sfortunato incidente”.

La foto che lo ricorda lo vede in divisa da combattimento, com'è giusto per quelli che sono andati a portare solidarietà internazionalista a un popolo che da quasi un secolo è in armi – diviso in quattro paesi diversi (Turchia, Iran, Siria, Iraq) – per realizzare l’autodeterminazione nazionale. Un obiettivo che magari qualche deficiente, qui da noi, definirebbe “sovranista”.

Il sito curdo che ha dato la notizia riferisce che Giovanni era uno delle “centinaia di rivoluzionari che si erano uniti alla lotta contro l’Isis nella regione curda di Rojava e nel nord della Siria” e che “durante tutta la sua vita nella lotta di liberazione ha dato l’esempio di una vera vita rivoluzionaria”.

In luglio Contropiano aveva intervistato Claudio Locatelli, suo concittadino e compagno di esperienza internazionalista.

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