Stanno a migliaia di chilometri di distanza ma li accomunano un pensiero reazionario e nazionalista,sono lontani per Salvini i vecchi discorsi di autonomia e di secessione tanto cari alla Lega dei tempi di Bossi e Maroni,ma si sa che per il potere e per le poltrone ci si adegua a tutto.
Sono molte le uguaglianze che fanno di Trump e di Salvini due anime gemelle nonostante il primo abbia più volte detto di non avere voluto incontrare il leader fascioleghista mentre per lui rimane un idolo ed un punto d'arrivo alla pari di Orban(come scritto nel secondo contributo:huffington post matteo-salvini-i-mie-modelli-sono-orban-e-trump ).
Dagli slogan "America first" a "Prima gli italiani" hanno e stanno prendendo per il culo milioni di statunitensi e di italiani,litigano ogni giorno con qualche nazione diversa e promettono dazi per gli altri Stati che vogliono invadere il loro mercato interno.
Di Trump sappiamo già la sua avversione quotidiana contro chiunque(madn tutti-i-santi-giorni-trump-attacca.qualcuno )mentre ci stiamo abituando in pochi giorni anche ad un Salvini riottoso in ordine di tempo con la Tunisia,Malta,Francia e Spagna,includendo pure la Ue che tanto vuole svegliare.
E che dire del loro assillo con un isolamento fatto di muri,confine e pure barricate,di un cieco odio contro i migranti e un fondamentale razzismo condito da una vera passione per la sicurezza fai da te che negli Usa è diventata un flagello.
Il primo articolo di Contropiano(per-cacciare-via-salvini )parla invece del Salvini nazionale,(ve lo ricordate quello di Roma ladrona?)della sua perenne campagna elettorale e di come il Movimento 5 stelle gli abbia tirato la volata alle ultime comunali perdendo un'enormità di voti a scapito della Lega che furbescamente come ha sempre fatto sta zitta sulle proprie magagne(diamanti,conti offshore,parentopoli)screditando gli avversari che bene o male sono lo stesso schifo come loro.
Per cacciare via Salvini non basterà la retorica umanitaria di una sinistra allo sbando.
di Sergio Scorza
Matteo Salvini si è preso il centro della scena politica alla sua maniera per fare la sua personalissima campagna elettorale e per continuare a coltivare la sua tanto irresistibile, quanto estremamente pericolosa, ascesa usando spudoratamente il ministero dell’interno come fosse un ministero della propaganda qualsiasi.
Per lui, Stato e partito si sovrappongono. Vi ricorda qualcuno? Se potesse, farebbe come Erdogan, ma sa che ancora non è il momento. Però ci sta lavorando, e sodo. Il resto, gli utili idioti, gli stanno facendo da confuso e soccombente contorno.
Ma cosa tiene insieme Lega e Movimento 5 Stelle? Sicuramente una vaga promessa elettorale di ripristino di alcuni diritti sociali perduti e l’offerta altrettanto vaga di “protezione” davanti alle incertezze di un mondo sempre più complesso e sempre più veloce. Le manterranno? A sentire il loro ministro dell’economia Tria, totalmente prono ad euro, pareggio di bilancio ed austerity, parrebbe proprio di no.
I risultati delle amministrative già certificano il primo importante crollo di consensi verso la gestione Di Maio e l’evidente, sostanziale, subalternità dei 5Stelle all’inarrestabile protagonismo della Lega di Salvini. E tuttavia, andrebbe ricordato che quei diritti sociali sono stati spazzati via proprio dai governi di “sinistra”. Quella “sinistra” che ora scalpita con la solita retorica umanitaria sul tema dei migranti e dell’accoglienza. Ma è solo retorica, per l’appunto, null’altro che vuota retorica.
Quella stessa retorica “umanitaria” usata massicciamente per giustificare tutte le guerre d’aggressione neocoloniali degli ultimi trent’anni sotto l’egida della NATO; guerre che, insieme al traffico d’armi, alla selvaggia globalizzazione neoliberista ed all’incessante saccheggio delle risorse di quei paesi, hanno ridotto alla disperazione ed alla fame le moltitudini di esseri umani che ora cercano una speranza di salvezza solcando i mari in imbarcazioni fatiscenti, con altissimo rischio di crepare.
La “sinistra”, ovvero, quella strana cosa che si fa chiamare ancora così, ha aperto autostrade al progetto razzista e neofascista di Salvini per mezzo del suo uomo nuovo (si fa per dire) Marco Minniti. Proprio ora che Salvini ha preso il centro della scena con la vergognosa vicenda della nave “Acquarius” e con i suoi fiammanti e deliranti tweets, andrebbe ricordato che fu l’accordo italo-libico del 2 febbraio 2017, voluto e firmato da Minniti e Gentiloni, a permettere la detenzione dei migranti nei lager gestiti dalle mafie libiche in affari con i trafficanti di esseri umani (e la mano libera alle motovedette libiche contro i soccorsi in mare). Luoghi in cui, secondo l’Alto Commissariato dell’ ONU per i diritti umani, si praticano sistematicamente indicibili violenze, stupri e deprivazioni di ogni genere, anche nei confronti di minori.
Certo, nell’ascesa di Salvini andrebbe ricordato anche il ruolo nefasto del sistema mediatico mainstream che, oltre ad avere fatto di uno scaltrissimo cialtrone un “grande leader politico”, ha quotidianamente alimentato una narrazione tutta incentrata sulla criminalizzazione dello straniero e sulla rabbia della “gente” che ha fatto da tappeto perfetto per i deliri razzisti salviniani.
E tuttavia, mai come in questo momento, andrebbero tenute presenti le responsabilità politiche e culturali della così detta “sinistra” che hanno fatto da indispensabile premessa alla deriva neorazzista in atto; in primis, la situazione di pesante degrado ed abbandono in cui sono state lasciate, per decenni, le periferie dei grandi agglomerati urbani ed in cui sono esplose le inevitabili contraddizioni usate da destra e fascisti per imporre la propria visione securitaria, razzista e neoidentitaria.
Una visione che di recente abbracciata anche una certa “sinistra” che aveva trovato nel discepolo di Cossiga, Marco Minniti, un nuovo appassionato interprete ammirato anche a destra. I suoi decreti su immigrazione e “decoro urbano” sono già pietre miliari delle politiche classiste, razziste e securitarie di questo paese avendo dato la stura alle peggiori pulsioni e pratiche nei confronti prorio nei confronti dei più poveri e dei più deboli.
In fondo Minniti e Salvini sono due facce della stessa medaglia, un po’ come lo sbirro buono e lo sbirro cattivo. Parola di Matteo Orfini (!) e di un certo… Gino Strada.
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Matteo Salvini: "I miei modelli sono Orban e Trump. Bossi? Sarà candidato a Varese".
Il leader della Lega da Minoli su La7: "Il vincolo del 3% ha portato povertà.
Orban e Trump come modelli. È questo il Salvini pensiero enunciato dallo stesso leader della Lega Nord a Giovanni Minoli su La7. "Se devo scegliere all'interno del partito Popolare Europeo, scelgo il modello austriaco o il modello ungherese che difende il lavoro - spiega -. Il premier Orban difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca le immigrazioni. Se devo scegliere un paese ben governato scelgo quello". Ed ancora: "Se gli italiani mi sceglieranno come presidente farò come Trump: pur di difendere i lavoratori e gli imprenditori italiani, sono pronto a mettere dei dazi a protezione del made in Italy. Vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all'estero e rivendere in Italia? Allora paghi il 50% di tasse in più".
Immediate le reazioni. Al leader della Lega va "il premio per la proposta più fessa e irrealizzabile", ha replicato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. "Tre anni a Bruxelles a 20mila euro al mese in Commissione Commercio e non sa che i dazi li può mettere solo la Ue e che l'Italia ha un surplus superiore a 50 miliardi mentre gli Usa un deficit di 500". Quindi, secondo Calenda, l' "obiettivo è distruggere il Made in Italy". Sulla linea del ministro Calenda, anche il segretario del Pd Matteo Renzi: "Se metti i dazi quelli che perdono i posti di lavoro, quelli che vanno a casa, sono quelli che fanno export. Possiamo creare posti di lavori aprendoci, non chiudendoci".
Sulla candidatura di Umberto Bossi, dice: "Bossi c'è, Maroni ha fatto un grande lavoro e continuerà a darci una mano. Altri hanno scelto la poltrona rispetto la comunità, liberi di farlo. Bossi è candidato a Varese".
"Il vincolo del 3% ha portato in Italia fame e povertà - continua - Se vado al governo ho il dovere di tutelare la mia gente superando questo vincolo". Salvini aggiunge: "Per 20 anni ci hanno detto che bisognava tagliare, tagliare e sacrificare e il debito è cresciuto a dismisura. Bisogna fare il contrario, lasciare che la gente lavori, che spenda e che paghi".
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