Ho pescato un articolo tenuto da parte da tanto tempo,addirittura dalle dimissioni dell'ex Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano che sembrano essere passati anni ma dobbiamo guardarci indietro solo fino a gennaio.
L'articolo di Infoaut è uno tra i tanti che parla dei trascorsi fascisti dell'ex presidente ed ex esponente di spicco del Pci,che non solo faceva parte dei Guf(gruppi universitari fascisti)ma che lavorava per la propaganda ideologica fascista con azioni e scritti.
Lo stesso politico successivamente nel corso degli anni fece intendere che si era iscritto a tale associazione per spiare e successivamente sabotare il lavoro dei fascisti.
Napolitano è stato tutto sommato un capo dello Stato mediocre così come vuole la prassi italiana,con alcuni alti e bassi durante gli anni(vedi Pertini e Cossiga)e con un ordinamento costituzionale che vuole la Presidenza della Repubblica un posto che alla fine conta poco o nulla dal punto di vista decisionale.
Nel giorno delle dimissioni di Napolitano lo vogliamo ricordare così, da giovane.
Quello che pochi sanno, o omettono nel santificare Re Giorgio, oggi dimissionario è il suo passato. Oggi nel giorno delle sue dimissioni vogliamo ricordarlo così, da giovane, pieno di entusiasmo come si addice ad un iscritto ai GUF, i Gruppi Universitari Fascisti (GUF)
Durante l’università, Napolitano fu iscritto ai
Gruppi Universitari Fascisti (GUF), un gruppo a cui si iscrivevano su base
volontaria gli studenti dell’università e dell’accademia.
All’interno del GUF, Napolitano prese parte alle
attività teatrali (Teatroguf) e cinematografiche (Cineguf). Napolitano recitò
anche in alcuni spettacoli – tra cui, nel ruolo di protagonista, in Viaggio a
Cardiff di William Butler Yeats – messi in scena dal GUF a Palazzo Nobili, a
Napoli. La compagnia si chiamava Teatro degli Illusi. Scrisse anche alcuni
sonetti in dialetto napoletano con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli.
Molti anni dopo Napolitano spiegò la sua
appartenenza ai GUF, e la sua risposta venne riportata in un articolo del 2006
pubblicato da Edmondo Berselli. Napolitano, in quell’occasione, definì il
GUF «un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato
e fino a un certo punto tollerato». All’interno del GUF e nell’ambiente
universitario conobbe alcuni degli uomini che lo avrebbero accompagnato nel
resto della sua carriera. Tra gli altri c’erano Antonio Ghirelli, che sarebbe
diventato giornalista: direttore del TG2, dell’Avanti! e collaboratore del Sole
24 ore, morto l’anno scorso. Ghirelli – come ha detto lo stesso Napolitano – lo
«convinse della dolorosa necessità che l’Italia per salvarsi doveva perdere la
guerra». Conobbe anche il regista teatrale e drammaturgo Giuseppe Patroni
Griffi, morto nel 2005, e il regista cinematografico Francesco Rosi.
Peccato che di questa notizia non c’è traccia
nella sua biografia ufficiale curata dal Quirinale,
anzi sul documento riportato non ci sono solo omissioni ma notizie
consapevolmente false: «Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha
fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti». In tale contesto, ecco cosa
scriveva il nostro volontario militante dei GUF: «L’Operazione Barbarossa
civilizza i popoli slavi: dato che il nostro sicuro Alleato [è] lanciato alla
conquista della Russia vi è la necessità assoluta di un corpo di spedizione
italiano per affiancare il titanico sforzo bellico tedesco, allo scopo di far
prevalere i valori della Civiltà e dei popoli d’Occidente sulla barbarie dei
territori orientali.»
(GIORGIO NAPOLITANO, in “BÒ”, giornale
universitario del GUF di Padova, Luglio 1941)
L’anno successivo, il 1942, si iscrive alla
facoltà di giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Durante gli
anni universitari, entra a far parte politicamente e concretamente dei Gruppi
universitari fascisti (GUF), collabora attivamente al settimanale dei fascisti
universitari di Napoli “IX maggio” in una rubrica di critica teatrale che si
coniuga con la sua passione per il teatro, per cui debutta anche come attore,
per parti di secondo piano, grazie alla compagnia teatrale GUF presso il Teatro
degli Illusi al Palazzo Nobili. Nell’autobiografia, Dal Pci al socialismo
europeo (Laterza), Napolitano tenta di stravolgere quell’esperienza di fascista
autentico millantandola come una sorta di infiltrazione di antifascismo dentro
quel crogiolo della brodaglia culturale della gioventù fascista maturata e
condivisa (interventista, guerrafondaia a favore dell’Asse e contro le
demoplutocrazie): «L’organizzazione degli universitari fascisti era in effetti
un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste mascherato e fino
a un certo punto tollerato».
Del resto non stupisce poi che in un’ANSA del 26
giugno di quest’anno per il centenario dell’omonimo Giorgio, il fascista
segretario di redazione della rivista Difesa della Razza nel 1938, Almirante si
sia espresso così: «è stata espressione di una generazione di leader di partito
che, pur da posizioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo
confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore
senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio».
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