mercoledì 22 novembre 2017

IL LENTO DECLINO DEI SINDACATI CONFEDERALI


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Come può essere che la triade dei sindacati confederali si dividano davanti alle proposte del governo riguardo le pensioni a partire dal 2019?
Semplice,in un periodo dove sia Cgil,Cisl e Uil perdono consensi e tessere a scapito dei sindacati di base,la linea da giocarsi a tavolino non può che non essere quella della discontinuità per recuperare qualche consenso che forse e per fortuna ormai non è più recuperabile.
Mentre solo la Fiom ha forse un barlume di speranza per galleggiare e non affondare come la casa madre Cgil,questa convoca uno sciopero per il 2 dicembre e dice un secco no alle proposte dell'esecutivo descritte qui sotto(www.rainews.it Pensioni ).
Le sempre più inguardabili Cisl e Uil,tra crociere pagate dai tesserati per i quadri(madn la-uili-gioielli-e-love-boat )e discorsi d'amore verso Gentiloni,Renzi & Co. sono ormai allo sbando e destinate a scomparire mestamente senza nemmeno lasciare qualche rimpianto.
Non solo non bisogna accettare i diktat sulle pensioni da parte del governo ma bisogna semplicemente azzerare tutto sul job act e riscrivere i contratti che riguardano il lavoro,dall'organizzazione di questo alle retribuzioni passando per le malattie,permessi e ferie.

Il punto

Pensioni, la proposta del governo che divide i sindacati.

La proposta del Governo che sarà trasformata in emendamento alla manovra divide i sindacati. Ecco cosa prevede.

ESENZIONE INNALZAMENTO ETA' PENSIONABILE. L'aumento dei requisiti che scatterà per tutti a partire dal 2019 non riguarderà alcune categorie professionali, interessati anche all'Ape sociale. Il governo ha già identificato 11 attività gravose, che sono: operai dell'industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all'assistenza personale di persone non autosufficienti; insegnanti della scuola dell'infanzia ed educatori degli asili nido; facchini; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti. A queste categorie, l'esecutivo ora ne aggiunge altre quattro: operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad alte temperature. Il testo precisa che l'esenzione e' condizionata allo svolgimento di attività gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento, nonché, al fine degli effetti per il requisito anagrafico, al possesso di un'anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.

PRIORITÀ A GIOVANI E PREVIDENZA COMPLEMENTARE. Il Governo suggerisce di dare priorità alla discussione sulla "sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani, al fine di assicurare l'adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo, con riferimento sia alla pensione anticipata che a quella di vecchiaia". Non solo, ma occorre dare priorità anche allo sviluppo della previdenza complementare nel settore privato, con un confronto "aperto" anche alle organizzazioni dei datori di lavoro.

PROROGA APE SOCIALE. L'obiettivo, si legge nel documento, e' quello di "consentire la proroga e in prospettiva la messa a regime" dell'Ape social, al termine del periodo di sperimentazione (nel 2018), grazie all'istituzione di un fondo ad hoc "dei risparmi di spesa".

DONNE. Il Governo si impegna ad allargare i requisiti per l'accesso all'Ape social delle donne, oltre quindi alla riduzione dei contributi necessari di sei mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni. Si punta cioè ad un "allargamento dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli al fine di avviare il processo di superamento delle disparità di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne".

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