martedì 31 marzo 2009

LA RISPOSTA AL "THE GUARDIAN" DEL NUOVO DUCE ALL'ARTICOLO DI IERI

Pronta risposta del tiranno Berlusconi dopo l'articolo del"The Guardian"(proposto ieri sul blog)in cui si diceva la verità di uno stato alla deriva razzista e xenofoba ora spalleggiato dal nuovo Pdl a detta del quotidiano britannico e non solo un nuovo partito fascista.
Infatti ha scomodato l'ambasciatore italiano a Londra Giancarlo Aragona che ha scritto due righe nemmeno troppo convinte al giornale della city dove afferma che l'antifascismo è la guida politica dell'Italia(!!??),Fini ed il suo ex partito AN si sono ravveduti sulle loro origini nostalgiche e che in fondo Berlusconi è stato eletto dempcraticamente dal popolo italiano.
Non vorrei che questo signor Aragona non metta piede in Italia almeno dai tempi di Berlinguer,o che abbia girato col paraocchi e con dei tappi nelle orecchie per non vedere e non udire tutto il razzismo che sta riemergendo qui da noi(oltre ad avere un tremendo raffreddore per non sentire l'odore di merda e di fogna dei nuovi e vecchi fasci).
Ogg altre dichiarazioni shock del nuovo duce che se la prende con l'OCSE(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)e l'Unione Europea ed i suoi commissari(dai temi delle difficoltà lavorative dei migranti alla deriva xenofoba italiana)dove senza mezzi termini dice loro:
"non hanno previsto nulla"," basta prediche"," statevi zitti"...è proprio vero che quando deve levare castagne dal fuoco l'Europa va bene e quando viene criticato apriti cielo!
E poi ancora oggi dopo mesi di"negazionismo"c'è una prima vera ammissione dell'esistenza di una crisi:"C'é stato un incontro molto approfondito sui temi del lavoro che comincia a venire meno a seguito di una crisi che investe tutto il mondo. Le previsioni sono negative e si parla di 20 milioni di posti di lavoro in meno entro il 2010. C'é una grande preoccupazione".
Altra dichiarazione che se l'avesse fatta l'opposizione al governo il giorno stesso avrebbe fatto una sommossa con proclami da dieci milioni di italiani in piazza:"Ci troveremo davanti due anni di difficoltà in cui dovremo rinunciare ad alcuni interventi. Non sono spaventato se ci sarà un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la prima necessità".
Ma Berlusconi,fottiti e muori!
Sotto l'articolo odierno del"The Guardian",sempre in inglese.
Berlusconi scomoda l'ambasciatore italiano per lamentarsi del Guardian.
Anti-fascism guides Italian political life.
The Guardian, Tuesday 31 March 2009.

Your leader, "Italy:fascism's shadow (30 March), attempts to mix a historical and sociological analysis with a very biased assessment of the evolution of the centre-right political formations in my country. In doing so, a contradictory assessment emerges: you underline a continuity of Allianza Nazionale with the fascist tradition, while immediately after you acknowledge the mileage towards the centre made by the party and its leader, Signor Fini.
More generally, you claim that post-war Italy never properly confronted its own fascist legacy. I challenge this judgment given the fact that anti-fascism was the basis of our constitutional and political covenant. This leads me to the final point: your interpretation of Prime Minister Berlusconi's intentions and motivations. You have been regularly critical of Signor Berlusconi and, although this may be perceived as a biased approach, I concede that this is coherent with the ideological and editorial inclinations of the Guardian. I would like to point out once again, however, that Signor Berlusconi has been democratically elected three times by the Italian people as their prime minister.
Giancarlo Aragona,Italian ambassador.

NEL NOME DELLA P2

Questo interessante articolo di Daniele Martinelli focalizza bene dei fatti oscuri e misteriosi che hanno segnato l'Italia nel dopoguerra e legati imprescindibilmente alla nascita ed alla storia della loggia massonica P2.
Personaggi accomunati da morti tragiche come Pierpaolo Pasolini,Enrico Mattei,Giovanni Falcone,Paolo Borsellino e Mauro De Mauro hanno come unico denominatore il fatto di essere stati al momento sbagliato nel posto sbagliato,anche se le loro storie personali e politiche sono molto diverse.
Il filo comune,come si evincerà leggendo l'articolo,è lo strisciante progetto post-fascista della P2,che capisce che impadronirsi del potere dei mass-media per arrivare a quello politico è molto più efficace che lasciarsi dietro una lunga striscia di sangue.
Perchè inculcando le idee alla gente si riesce ad ottenere la supremazia,ed una volte che l'hai a livello politico puoi cambiare le carte(costituzionali)in tavola a tuo piacimento,e se ancora non ci arrivi ecco in tuo aiuto la possibilità di avere sempre più poteri nelle mani di un'unica persona(Berlusconi docet!).
Fatti come il golpe Borghese,l'incidente all'aereo di Mattei,i depistaggi sul movente dell'assassinio di Pasolini,il rapimento e la morte di De Mauro e le apocalittiche esecuzioni dei giudici Falcone e Borsellino hanno come attori principali Licio Gelli ed Eugenio Cefis prima e Berlusconi adesso.
Sembra la trama di un romanzo o di un film drammatico ma è solo la pura verità.
Berlusconi, prodotto di Cefis e Gelli.
Forza Italia è la P2 evoluta. E’ il partito del golpe bianco che ha vinto il consenso politico dell’Italia grazie alla manipolazione e al controllo degli organi di informazione.Forza Italia è il partito dopato dalle “bombe” che hanno eliminato anticorpi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Berlusconi ha eseguito il sogno di Eugenio Cefis, numero uno di Eni e Montedison degli anni ‘60 nell’era post Mattei, secondo il Sismi il fondatore della Loggia P2, il primo a capire che per godere incontrastati del consenso nazionale non era necessario spargere sangue come fece fare per il suo predecessore Enrico Mattei nel 1962. Non era necessario andare a segno col “Piano Solo” progettato dai Carabinieri nel 1964. Non era necessario attuare il “golpe borghese” come si tentò di fare con la regia di Licio Gelli nell’inverno del 1970.Bastava, appunto, conquistare “democraticamente” il controllo dei giornali.
Eugenio Cefis non riuscì a mettere le mani sul Corriere della sera di Piero Ottone, il “sinistroide” che dava spazio in prima pagina agli editoriali del “frocio comunista” Pierpaolo Pasolini. Pestato a morte da un commando composto dai fratelli Franco e Giuseppe Borsellino, fascisti militanti della sezione Msi del Tiburtino, come ha rivelato nel settembre scorso l’ex giovinetto marchettaro Pino Pelosi, l’unico ad aver pagato col carcere il violento omicidio di Pasolini, che con tutta probabilità, a 17 anni, magro e smilzo com’era, potrebbe non aver mai commesso. Pelosi sembra sia rimasto in galera dopo aver ceduto alle minacce che gli sarebbero state rivolte dai veri assassini del giornalista. I nomi dei fratelli Borsellino, Pelosi, li ha fatti soltanto ora che sono morti entrambi di aids, ma nel plotone di esecuzione potrebbe anche esserci stato Giuseppe Mastini, detto Jhonny lo Zingaro, (vivente) in una trappola premeditata. (Ansa) Omicidio che risale al 1975, periodo in cui Pasolini stava completando “Petrolio” che faceva luce sul ruolo di Eugenio Cefis, personaggio chiave per capire a che punto era già arrivata la degenerazione della politica italiana. Periodo in cui il Corriere era già diretto dal piduista Franco Di Bella (tessera 1887) e che accettò passivamente il teorema della brutta storia tra froci.
Pasolini fu il primo a collegare l’attentato all’aereo di Enrico Mattei, alla strage di piazza Fontana, e ad altre stragi misteriose dell’Italia degli anni di piombo. Con la complicità silenziosa dei Giulio Andreotti e degli Amintore Fanfani, Pasolini era un personaggio scomodo come il giornalista Mauro De Mauro, rapito a Palermo 5 anni prima, nel 1970 e mai più ritrovato. Stava scrivendo i dettagli dei movimenti degli ultimi 2 giorni di vita siciliani di Enrico Mattei, da consegnare al regista Francesco Rosi, che stava preparando un film sulla vicenda. Enrico Mattei, decollato il 27 ottobre 1962 col suo aereo privato dall’aeroporto di Catania, morì assieme al suo pilota e a un giornalista americano nell’aereo che esplose in volo e andò a schiantarsi in fiamme sui prati di Bascapè, a pochi chilometri dalla pista di atterraggio di Linate.
Attentato dietro il quale si nasconderebbe Eugenio Cefis, ex compagno di partigianeria dello stesso Mattei che volle al suo fianco alla guida di Eni. Lo stesso Cefis che, da numero 2 di Eni, fu licenziato in tronco da Mattei 9 mesi prima del disastro, dopo averlo colto in flagrante a sbirciare documenti aziendali riservati nel suo ufficio. Enrico Mattei era potente, era l’uomo del petrolio che stava indirizzando la politica del suo mercato col nord Africa e col Medioriente, in totale contrasto con l’alleata America tanto cara alla Democrazia cristiana. Che vedeva minacciato il suo dominio nell’Italia vaticana da un ricco industriale, poco docile ai ricatti e per nulla americanista.
Le inchieste sulla fine di Mattei sono finite tutte in nulla. Un rapporto della Guardia di Finanza citata dal pm di Pavia Vincenzo Calia, dice che una delle società accomodanti della Edilnord centri residenziali di Umberto Previti (papà del corruttore di giudici Cesare) già Edilnord Sas di Silvio Berlusconi & c. con sede a Lugano, si chiama Cefinvest. Eugenio Cefis, intanto, ha guidato l’Eni prima, e la Montedison poi. L’azienda che ha cavalcato le mire federaliste della Lega Lombarda di Gianfranco Miglio, caro amico di Cefis.
Da Cefis a Gelli, fino al Berlusconi odierno: espressione liftata della degenerazione istituzionale e democratica che ha raggiunto l’Italia. Le decine di milardi in tangenti versate sui conti svizzeri di Bottino Craxi, di cui i figli deputati godono ancora oggi la rendita, sono servite a creare le televisioni del consenso Fininvest, assieme al controllo della Rai.L’ultima nomina alla sua guida di Paolo Garimberti “gradita a Berlusconi” che non crea né scandalo né rivolte fra gli italiani, è la dimostrazione che il Piano di rinascita piduista è andato a segno senza divise e senza armi. Assieme alle bugie che testate allineate come “Il Giornale” e il Corriere stesso continuano a sfornare quotidianamente. Ernesto Galli “della Loggia” oggi, in prima pagina, in merito al discorso di Berlusconi al suo congresso romano scrive che “Craxi, non a caso, è solo un amico personale del presidente del Consiglio che in pratica ha il solo merito di averlo anticipato nello sdoganamento della destra..” Galli della Loggia lo invito a un vaffanculo.
Intanto, alla luce di ciò che hanno scritto Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza in “Profondo nero” edito da Chiarelettere, la criminologa Simona Ruffini e l’avvocato Stefano Maccioni hanno presentato al Procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, una istanza per chiedere la riapertura delle indagini sulla morte di Pierpaolo Pasolini. Richiesta che giunge al termine di una loro inchiesta che combacia con le conclusioni del libro, in cui si ipotizza una connessione tra l’omicidio di Pasolini, Mauro De Mauro ed Enrico Mattei.Gli accertamenti tecnici scientifici che si possono fare oggi, permetterebbero di far luce su tanti aspetti mai chiariti dell’omicidio di Pasolini. A cominciare dalle macchie di sangue (secche) rimaste sulla sua camicia, custodita ancora oggi al museo di criminologia di Firenze.
Non capisco cosa si sia atteso finora ma capisco che ora Berlusconi predica pieni poteri per arrivare al Quirinale. Non capisco che tipo di libertà e di liberalismo abbia raccontato da quel palco della fiera di Roma Silvio, tessera Loggia P2 1816, ma capisco che il golpe bianco, per ora, è andato a segno ed è ormai rodato. L’Italia è tutta da rifare. Forza Italia!















lunedì 30 marzo 2009

SIAMO LA BARZELLETTA DELL'EUROPA

Negli articoli precedenti dove avevo parlato della nascita del Pdl era stato puntualizzato che solo in Italia la stragrande maggioranza dei mass-media non avea dato in pratica risalto al nuovo lancio del partito fascista italiano,mentre si era puntualizzato che all'estero i commenti non sarebbero stati poi così tanto accondiscendenti con la "nuova" politica del movimento nato nel grosso teatro circense di Roma.
Più in là,esattamente come ultima proposta,vi è un articolo del quotidiano britannico"The Guardian"che senza tanti peli sulla lingua e senza girarci attorno parla di reiterati atteggiamenti nostalgici del nostro passato ventennio,e di fatto afferma che la creazione del partito è nient'altro che la rinascita del partito fascista(e vi risparmio i commenti degli inglesi dove tirando le somme dicono che siamo un paese di destra con un dittatore che si è fatto strada con la televisione e le leggi ad personam).
Appena prima dell'articolo troverete una considerazione apparsa su Indymedia che riassume l'articolo proposto in lingua madre,mentre appena sotto la conclusione del rapporto Hammarberg(dal nome per il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa)che indica come in Italia la deriva razzista e xenofoba stia assoggettando sempre più ampie fette della popolazione.
E così a poca distanza dalla strigliata Onu ecco quella dell'Europa che vede sempre di più l'Italia come un fardello immorale che appesantisce la voglia di solidarietà e tolleranza che è propria dell'Unione Europea.
In questo periodo dove la lotta di classe si fa sempre più sentire,dove in Francia e nel Regno Unito i padroni devono nascondersi per non venire presi a bastonate,e dove la protesta sta galoppando(si vedano i prossimi eventi a Friburgo,Strasburgo e a Baden-Baden per l'anniversario della Nato,già blindate dall'esercito)sempre più velocemente ma con fermezza,qui stiamo procedendo come un cavallo azzoppato.
I prossimi mesi saranno decisivi per la lotta con appuntamenti importanti come quello di Milano di domenica prossima(a breve ulteriori info)e con l'avvicinarsi delle elezioni per l'Europarlamento dove Silvio il Buffone(come viene chiamato da molti media all'estero)si candiderà(unico capo del governo in tutti gli stati rappresentati),pur essendo consapevole di non poter rappresentare la sua"gente"perchè ricopre già la carica di Presidente del Consiglio da noi.
Rapporto Hammarberg: per il Consiglio d'Europa l'Italia è razzista.
Dopo le Nazioni Unite arriva il Consiglio d’Europa a bacchettare l’Italia in fatto di razzismo e xenofobia. È stato reso noto in questi giorni il Rapporto che il Commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, ha stilato a seguito della visita effettuata nel nostro paese tra il 13 e il 15 gennaio, in seguito ad una precedente del 19 e 20 giugno 2008.
In questa prima visita, riferendosi soprattutto alla situazione di rom e sinti, il Commissario aveva denunciato non solo i gravi atti di violenza avvenuti in Italia ai danni dei campi nomadi ma, soprattutto, il fatto che tali atti fossero avvenuti senza una effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta avevano condotto raid violenti contro gli insediamenti degli stessi gruppi.
Non solo, l’alto esponente del Consiglio d’Europa si era detto preoccupato anche per “l’approvazione, diretta o indiretta, di questi atti da parte di certe forze politiche, singoli politici e da parte di alcuni organi di informazione”. “Falsità clamorose” erano state definite, allora, in aula a Montecitorio dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, che invitava il Commissario a fornire “casi concreti e documentati”.Ora, a sette mesi dalla prima visita, il Commissario torna in Italia e torna a dirsi preoccupato “per le relazioni che riferiscono, con una certa continuità, l’esistenza in Italia di una tendenza al razzismo e alla xenofobia che prende di mira, a volte in modo estremamente violento, soprattutto gli immigrati, i rom e sinti o cittadini italiani di origine estera, anche nel contesto dello sport”.
E questa volta, in risposta all’”indignazione” del nostro Ministro, il Commissario porta casi concreti. Quello di “un cittadino ghanese di 22 anni che nel settembre 2008 è stato arrestato dalla polizia municipale di Parma perché ingiustamente accusato di essere uno spacciatore. Secondo alcune fonti, all’uscita dal centro di detenzione il giovane aveva un ematoma, una ferita alla mano e portava una busta, consegnatagli dalla polizia municipale, su cui era indicato ‘Emmanuel Negro’.
Oppure la “dichiarazione resa dal sindaco di Treviso il 17 settembre 2008, diventata accessibile al pubblico italiano attraverso un ‘blog’ e definibile come un’“espressione di odio”, in particolare contro gli immigrati, i rom e sinti e i musulmani”. Oppure la denuncia “di ben 18 gruppi razzisti su facebook, contenenti messaggi di odio razziale, soprattutto nei confronti di rom, e istigazioni alla violenza razzista, sottolineando anche la necessità di un maggior controllo delle situazioni di questo tipo”.
Il Rapporto parla anche della situazione dei richiedenti asilo e del rimpatrio forzato di cittadini stranieri verso paesi in cui sussiste il reale rischio che vengano sottoposti a torture o maltrattamenti gravi se respinto in conformità all’art. 39 della Corte europea dei diritti dell’uomo. E il Commissario sottolinea che “la necessità di riconoscere un’attenzione particolare al fatto che tra gli immigrati irregolari figura di norma un numero considerevole di persone che fugge da persecuzioni o violenze e che quindi ha bisogno di una tutela internazionale da parte degli Stati europei. Alla data del 1° settembre 2008, l'Italia figurava all’ottavo posto, con una percentuale del 4,4%, tra i 44 paesi industrializzati destinatari di domande di asilo, dopo Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito, Svezia, Germania e Grecia” manifestando “preoccupazione per le nuove draconiane misure in materia di immigrazione e di asilo, già adottate o in esame in Italia”.
L’Europa ci osserva e anche con attenzione. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg ci osserva così bene che da giugno ad oggi ha già scritto, sugli stessi punti, ben 2 rapporti e l’immagine dell’Italia che ne è esce è quella di un paese razzista e porta anche dei dati. “Secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro e pubblicato dalla UE nel luglio 2008, l’Italia si classifica agli ultimi posti tra gli Stati membri per quanto riguarda “i sentimenti di disagio rispetto all’idea di avere un vicino di diversa origine etnica” e, in particolare di origine rom” inoltre “un’altra indagine speciale sull’Italia dello stesso istituto della UE riportava una percentuale superiore alla media UE (il 76 contro il 62%) di persone che considera la discriminazione su base etnica come “molto o abbastanza diffusa”.
Questo secondo rapporto è passato piuttosto inosservato. Pur ribadendo e sottolineando le stesse problematiche del primo. Forse ai nostri governanti non interessa più neanche il punto di vista dell’Europa.
The Guardian: Berlusconi usa le fondamenta dei fascisti.
Nascita pdl è "giorno di vergogna per l'Italia".
Roma, 30 mar. (Apcom) "Nonostante le sue lontane origini liberali, l'Italia moderna storicamente è un paese di destra. Tuttavia è sconvolgente pensare che fra i 20 leader al summit economico di Londra vi sarà un capo di governo che ha ricostruito la sua base politica su fondamenta poste dai fascisti, e che afferma che la destra, proprio per questo, probabilmente resterà al potere per generazioni". Lo scrive oggi il quotidiano britannico The Guardian in un duro editoriale che commenta la nascita del Popolo delle Libertà. "Lo scopo centrale di Berlusconi come premier italiano è sfacciatamente e palesemente ovvio da tempo" scrive il giornale progressista: dal 1993 "ha usato la sua carriera politica e il suo potere per difendere se stesso e il suo impero mediatico dalla legge". Berlusconi "nel suo primo mandato ha consolidato la sua presa sull'industria dei media - ora ne possiede circa la metà - e ha fatto approvare una legge che gli garantiva l'immunità. E' stata dichiarata incostituzionale, ma Berlusconi, appena rieletto, l'anno scorso l'ha riproposta sotto mutate spoglie ed è riuscito a farla diventare legge". Adesso il problema non sarebbe tanto in Gianfranco Fini, perché "AN ha fatto molta strada in sessant'anni" e il suo leader "parla di dialogo con l'Islam, denuncia l'antisemitismo, auspica una Italia multietnica, posizioni che Berlusconi, con le sue campagne populiste anti zingari ed anti immigranti e la sua vocazione a un razzismo soft, farebbe fatica ad eguagliare". Ma l'Italia del dopoguerra "al contrario della Germania non ha mai davvero affrontato l'eredità fascista. Per questo in Italia ci sono continuità importanti col passato, fra cui leggi dell'era mussoliniana e la rinascita del partito fascista sotto altro nome". Adesso "quelle continuità sono divenute più forti; è un giorno di vergogna per l'Italia".
Italy: Fascism's shadow.

Silvio Berlusconi's central objective as Italian prime minister has long appeared to be dazzlingly and shamelessly obvious. Ever since he strode into the political vacuum created in 1993 by the simultaneous government corruption scandal on the right and the collapse of Italian communism on the left, Mr Berlusconi has used his political career and power to protect himself and his media empire from the law. During the longest of his three periods as prime minister, Mr Berlusconi not only consolidated his already strong grip on the Italian media industry - he now owns around half of it - but passed legislation granting him immunity from prosecution. Then, when that law was ruled unconstitutional, the newly re-elected Mr Berlusconi brought it back in a new guise last year and has had it successfully signed into law.
Mr Berlusconi's success owes something to his own audacity and quite a lot to the deepening weakness of his opponents. The Italian left, in particular, has failed to mount an effective opposition. Yet Mr Berlusconi's latest action - the merger into his new People of Freedom bloc, completed yesterday, of his own Forza Italia party with the Allianza Nazionale which derives directly from Benito Mussolini's fascist tradition - may leave a more lasting mark on Italian public life than anything else the populist tycoon has done.
Unlike postwar Germany, postwar Italy never properly confronted its own fascist legacy. As a result, while neofascism has never seriously resurfaced in Germany, in Italy there were important continuities - inherited Mussolini-era laws and officials and the postwar rebirth of the renamed Fascist party among them - in spite of Italy's nominally anti-fascist public culture. Those continuities have just become stronger. It is a day of shame for Italy.
Nevertheless, the AN has come a long way in 60 years. Its leader, Gianfranco Fini, has discarded the old political garments and led his party towards the centre. He has worked for more than 15 years as Mr Berlusconi's ally. He talks about the need for dialogue with Islam, denounces antisemitism, and advocates a multi-ethnic Italy - positions which Mr Berlusconi, with his populist anti-gypsy and anti-immigrant campaigns and his fondness for soft-core racism, would struggle to match.
Despite its distant liberal origins, modern Italy is historically a rightwing country. Yet it is a very shocking thought that there will be one head of government among the 20 world leaders at the London economic summit this week who has now rebuilt his political base on foundations laid by fascists and who claims that the right is likely to remain in power for generations as a result.

THROUGH THE FIRE AND THE FLAMES

Chitarristi state all'erta con questi due mostri che propongono un duetto mooolto veloce e tecnico,un'estasi per chi ama il metal e non solo,effetivamente i Dragonforce possono essere annoverati nel sottogruppo power-speed metal.
I due ragazzi che infiammano le tastiere delle chitarre sono Herman Li e Sam Totman,coadiuvati dal cantante Zp Theart(questi ultimi due sono gli autori del pezzo),dal tastierista Vadim Pruzhanov,dal batterista Dave Mackintosh e dal bassista Frederic Leclercq.
La band britannica formatasi a Londra una decina d'anni fa da Li,Totman e Theart ha all'attivo quattro dischi,e Through the fire and the flame fa parte del loro terzo lavoro"Inhuman rampage"del 2006.
Il video è tagliato rispetto alla lunghezza originale di 7.12 minuti e presenta zoom sulle tastiere delle chitarre durante il duetto-duello...stategli dietro!

On a cold winter morning, in the time before the light
In flames of death's eternal reign we ride towards the fight
And the darkness is falling down and the times are tough all right
The sound of evil laughter falls around the world tonight

Fighting high, fighting on for the steel
Through the wastelands evermore
The scattered souls will feel the hell that is wasted on the shores

On the blackest waves in history
We watch them as they go
Through fire, pain and once again we know

So now we fly ever free
We're free before the thunderstorm
On towards the wilderness our quest carries on
Far beyond the sundown, far beyond the moonlight
Deep inside our hearts and all our souls

[Chorus]
So far away we wait for the day
For the lights are so wasted and gone
We feel the pain of a lifetime lost in a thousand days
Through the fire and the flames we carry on

As the red day is dawning
And the lightning cracks the sky
They raise their hands to the heavens above
As we send them to their lies
Running back through the mid-morning light
There's a burning in my heart
We're banished from the time in the fallen land
To a light beyond the stars

In the blackest dreams we do believe
Our destiny this time
And endlessly we'll all be free tonight

And on the wings of a dream
So far beyond reality
All alone in desperation
Now the time is gone

Lost inside you'll never find
Lost within my own mind
Day after day this misery must go on

[Chorus]

Now here we stand with their blood on our hands
We've fought so hard now can we understand?
I'll break the seal of this curse if I possibly can
For freedom of every man

[Chorus]

LA CACCIA E' APERTA

Ha creato clamore e polemiche la notizia del blog dedicato alla messa on-line delle foto di sbirri infiltrati e non che prestano il loro"lavoro"in Italia.
Non trovo nulla di male su questo modo d'informare la gente su chi ci circonda e vuole farci la pelle,perchè la maggioranza di loro sono delle bestie pronte a massacrarci,servi del potere fascista del regime attuale,nemici della nostra lotta.
E per quelli che operano in maniera se non proprio giusta diciamo equa,beh,non avranno niente da temere se hanno la coscienza pulita...
Critiche sul fatto che la malavita criminale possa usare queste immagini a loro favore sono infondate,poichè le organizzazioni malavitose sanno già benissimo chi sono,ed alcuni magari sono già al loro soldo.
Chi giudica la pericolosità delle foto degli sbirri(personalmente aggiungerei pure finanza,polizia locale e tutta la feccia dei privilegiati dello stato)non ha mai subito la loro repressione,l'arroganza e la strafottenza,non è mai stata fermata e valutata come persona criminale o peggio come prima cosa,sei poi tu a dover dimostrare la tua innocenza di non aver fatto niente!
Le forze del disordine italiane non si possono identificare come nella maggior parte del resto del mondo,nessun numero identificativo o targhetta col nome esistono sulle loro divise sporche di sangue.
E' ora di finirla di farci massacrare,fuori le facce ed i nomi,gli indirizzi,e vedremo se si raddrizzeranno nel loro comportamento,sennò sapremo dove prenderli...
Sotto c'è il link per accedere al blog"Caccia allo sbirro",da diffondere,e consiglio di fare una copia delle immagini nel disco rigido del computer di tutti gli stronzi presenti,perchè il sito è a rischio censura e chiusura.
Collabora al sito Internet Caccia alla sbirro!
http://cacciaallosbirro.byethost7.com

Il sito Internet Caccia alla sbirro! è una nuova arma per la lotta della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari contro la borghesia imperialista, il clero e le altre classi sfruttatrici e contro l’ordinamento sociale che esse ci impongono: ogni lavoratore avanzato, ogni elemento avanzato delle masse popolari, ogni sincero democratico può impugnare quest’arma!

Rendiamo difficile la vita a sbirri, infiltrati e provocatori!
Combattiamo, sabotiamo e ostacoliamo il controllo poliziesco!
Contrastiamo la repressione!
Denunciamo gli sbirri e i loro collaboratori!
Diffondiamo su larga scala le foto e i connotati di sbirri e infiltrati!

Il controllo poliziesco e la repressione sono armi della borghesia e del clero nella lotta di classe!
Il controllo poliziesco e la repressione non garantiscono ordine e vivibilità alle masse popolari! Aumentano le prepotenze, gli abusi, gli intrighi, i traffici e le angherie della polizia e alimentano le vigliacche imprese squadristiche dei fascisti e dei razzisti della Lega Nord!
Perché le masse popolari abbiano una vita dignitosa e sicura, bisogna eliminare la borghesia imperialista, il clero e l’ordinamento sociale che essi impongono a tutta la popolazione!

La borghesia infiltra migliaia di agenti in borghese e camuffati tra le masse popolari per soffocare la lotta contro gli effetti della crisi generale del capitalismo e impedire che si trasformi in lotta per il socialismo.

Che milioni di occhi, di orecchie e di mani si levino per contrastare il controllo poliziesco, la repressione, le infiltrazioni e le provocazioni!

Denuncia anche tu i servi del regime!
Contribuisci ad arricchire e completare il sito http://cacciaallosbirro.byethost7.com
Invia nuove foto e i dati corrispondenti.
Completa le foto già messe sul sito con i dati anagrafici, il ruolo, la zona operativa e l’indirizzo degli sbirri e dei loro collaboratori.
Fai circolare (con volantini, locandine, su Internet) nella zona operativa di ogni sbirro il materiale preso dal sito Caccia allo sbirro!
Invia i tuoi contributi a lavocenpci40@yahoo.com
Usa TOR per inviarci i tuoi contributi. Per istruzioni su TOR vedi http://lavoce-npci.samizdat.net

La crisi generale del capitalismo richiede soluzioni d’emergenza!
Facciamo in modo che esse aprano la via all’instaurazione del socialismo e al superamento definitivo del capitalismo!
Le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari devono costituire un governo d’emergenza!

Cacciamo il governo Berlusconi!
Instauriamo un governo di Blocco Popolare!

domenica 29 marzo 2009

SULL'ANTIFASCISMO

Mai come in questo periodo si sta litigando a livello politico sull'uso del termine"antifascismo"in quanto non più moderno e attuale,ma onestamente credo che chi voglia eliminare tale parola abbia al posto del cervello un grande buco del culo,qualunque movimento politco appartenga.
Infatti mentre da un lato eminenze oscure ormai a detta loro"ex-fascisti"(non ne siamo veramente troppo convinti)parlano apertamente di antifascismo,membri della"sinistra"(che orrore accorpare il Partito Democratico a questa nomenclatura!)hanno paura e vergogna di affrontare tale argomento.
L'antifascismo è radicato nella Costituzione e nella memoria degli italiani(non tutti ovviamente,anzi oggi come oggi nella minoranza di essi)come valore umano imprescindibile,di tolleranza,libertà,solidarietà,qualità che sempre più spesso vengono calpestate e ridimensionate.
Ancora oggi da quel grande circo che è stato l'appuntamento per la nascita di quell'immondo aborto che risponde al nome del Pdl i soliti pagliacci col capo comico Berlusconi hanno prevaricato la parola libertà dicendo che le prossime riforme verranno discusse sì con l'opposizione,ma che se non andassero bene si farebbero comunque lo stesso,inoltre la sete e la bramosia di potere di questo dittatore farà sì che confluiscano a lui sempre più autorità e comandi.
Il totalitarismo del nuovo duce va avanti a gonfie vele e sembra che nessuno in Italia se ne accorga,e in questo l'antifascismo va a braccetto con l'antiberlusconismo in quanto il fascio e Berlusconi and company sono nemici comuni indivisibili,da lottare ed eliminare assieme ed allo stesso modo.
Ecco due riflessioni trovate in rete,una pro e l'altra contro la radiazione del termine antifascismo,la prima di una ex rappresentante del PCI che evidentemente ha sbroccato di testa,tale Claudia Mancina(con la riflessione di Pietro Ancona tratta da "Senza Soste")mentre la seconda è tratta dal quotidiano Liberazione(intervista di Vittorio Bonanni a Guido Liguori)ripresa dal sito "Antifa".

Intervento: Vogliono bandire la parola "antifascismo" .

E' cominciata la campagna per dare l'ostracismo, escludere dal linguaggio e dal dibattito politico italiano la parola "antifascismo". La filosofa Claudia Mancina distingue tra antifascismo storico del quale è giusto continuare a discutere e la presenza del termine antifascismo nel dibattito politico. A suo giudizio questa presenza non ha senso. Questa nota è apparsa sul "Riformista". "Mentre è ovvio che resta attuale l’antifascismo storico, legato alle memorie del regime e dell’occupazione, e quindi alle ricorrenze delle Fosse Ardeatine e del 25 aprile, è altrettanto ovvio che l’antifascismo – e non da oggi – non può più essere moneta corrente del dibattito politico. Non ha alcun senso, se non quello di un richiamo della foresta, rivolto ad anziani che ricordano un tempo passato, o a giovani ideologizzati sino al punto da non vivere la loro giovinezza, scagliare l’accusa di fascismo a Berlusconi o a qualche colonnello di An che fatica a staccarsi da miti e riti del suo partito."
La nostra professoressa insegna etica dei diritti all'università di Roma. Ha alle spalle in lungo percorso politico nel PCI. E' stata parlamentare DS e membro di lungo corso e per tanto tempo della intellighentia comunista. Come tutti gli spretati sputa nel piatto dove ha mangiato per decenni e lavora attivamente per criminalizzare o annullare la lingua parlata dalla democrazia italiana dalla Resistenza ad oggi. La nostra filosofa ritiene addirittura "ovvio" che l'antifascismo non può più essere moneta corrente nel dibattito politico attuale. Che vuol dire? Come è ovvio - è proprio il caso di dire- l'antifascismo non è soltanto il contrario del fascismo che non è comunque scomparso nè dall'Italia nè dal mondo. L'antifascismo è il contenitore di tutti i valori negati dal fascismo, libertà, democrazia, tolleranza, civiltà, solidarietà, pace, rispetto per la persona umana. E' "ovvio" che esclude da sè comportamenti come il razzismo, l'attacco ai diritti umani, la riduzione dei diritti civili delle persone e delle comunità. L'antifascismo, quindi, è ovvio che costituisce una categoria dello spirito, un imperativo categorico. Non si può essere antifascisti e razzisti mentre è possibile essere fascisti e razzisti. Questa nota della filosofa esce nel giorno in cui Berlusconi chiede il cinquantuno per cento agli elettori italiani, la riduzione del Parlamento in mera cassa di risonanza dei suoi decreti, la concentrazione in uno di tutti i poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) che è quanto hanno fatto i tiranni apparsi nella vita dei popoli per umiliarli. Colpisce la spudoratezza con la quale intellettuali che hanno letto e commentato Kant, Marx, Gramsci ci provano ad espungere dalle categorie culturali e politiche quanto è ostico al tirannello che vorrebbe ridurci tutti a spettatori del "Grande fratello", spettatori privati di fondamentali diritti come lavoratori e come cittadini. Colpisce come gli attacchi più brutali alla cultura italiana che è la stessa cosa della sinistra italiana vengano da personaggi che ieri ne erano le vestali o i sacerdoti più dogmatici.
L’antifascismo? Barriera ancora valida per non subire l’egemonia.

A colloquio con Guido Liguori, storico del pensiero politico«In primo luogo bisogna dire che aveva ragione chi prendeva sul serio il cambiamento che da Fiuggi in poi ha segnato la destra italiana.Anche se va aggiunto che un esito così radicale e repentino ma senza lacerazioni desta evidenti sospetti. Se davvero Berlusconi si è “comprato” la destra italiana come cerca di comprarsi la nostra democrazia, stupisce davvero come la destra si sia fatta assorbire senza colpo ferire. Un nuovo grande esempio di trasformismo italiano.E’ chiaro che tutto ciò è possibile a partire dall’adesione delladestra al liberismo, avvenuta nell’ultimo decennio. Ma è anche vero che ci sono degli elementi molto inquietanti nel “berlusconismo” che hanno reso possibile questo esito». Con queste parole Guido Liguori, docente presso il dipartimento filosofia e scienze umane dell’Università della Calabria di Storia del pensiero politico e vicepresidente del Igs (International Gramsci Society), commenta la nascita del Pdl e la scomparsa del partito nato dalle ceneri del fascismo. Ma proprio questa novità ha aperto una polemica sulla necessità di mantenere in vita l’antifascismo come asse fondante della nostra Repubblica, oppure voltare pagina. Proprio su questo punto abbiamo chiesto il parere dello studioso.E’ lecito pensare ad un superamento dell’antifascismo dopo la scomparsa di An?No, per varie ragioni. In primo luogo perché il fascismo è unatendenza ricorrente nella politica moderna, che prende variesembianze. Non a caso si deve parlare di fascismi, più che difascismo. Alcuni dei tratti più inquietanti dei fascismi sono oggibene in campo nella società italiana: l’intolleranza per lo straniero;il latente razzismo; il “ducismo” tradotto oggi in “leaderismo”populistico, aspetto della politica che, in forme diverse, hapurtroppo contagiato anche la sinistra; la costruzione forsennata del consenso che oggi è mass mediologica. E ancora: l’irrazionalismo vitalistico, il dividersi per bande, per tribù (allo stadio, nella “strada”), il volersi fare giustizia da sé, con mazze bastoni e manganelli, a torto o a ragione (in modo persino legale, oggi: le ronde non sono un possibile nucleo di nuovo squadrismo?). Persino l’attacco forsennato contro l’università e la scuola, il disprezzo per i “professori”, per gli intellettuali, per la cultura non immediatamente legata alla produzione. Contro tutto ciò, essere e dirsi antifascisti è una barriera ancora valida.L’ Antifascismo ha un senso anche perché è un elemento portante della nostra Costituzione, continuamente sotto attacco. Che ne pensa?Sono d’accordo. Un altro buon motivo per dirsi antifascisti è proprio la difesa della Costituzione democratica, che nel nesso tra vocazione antifascista e volontà di istituire una Repubblica basata sul lavoro ha la sua vera architrave. Leva uno di questi due elementi e crolla tutto. E se viene meno la Costituzione del ’48, il rischio di un enorme balzo indietro è più reale che mai.Tranfaglia, nell’intervista che abbiamo pubblicato ieri, hasottolineato il paradosso di un Fini che sposa l’antifascismo e degliex Pci, vedi Partito democratico, che invece ne parlano con imbarazzo.Che sta succedendo?Fini - è stato giustamente rilevato - gioca la sua partita sul lungoperiodo: Berlusconi vorrebbe essere eterno, ma anche i suoi sanno che non ci sarà per sempre. Per quanto riguarda il Pd, a parte i tanti errori e anche alcune nefandezze che hanno commesso alcuni dei suoi leader, penso che debba essere incalzato e posto di fronte alle sue contraddizioni: non possono non dirsi più antifascisti, buona parte della loro base non lo accetterebbe.I colonnelli di An invece sembrano più docili...Ci sono grandi differenze tra di loro. Fini ha in mente la grandedestra francese e ha fatto passi significativi in direzione“gollista”. Altri sembravano più “conservatori” ma hanno soggiaciuto completamente al richiamo del potere. Bisogna vedere come reagirà la base militante di An. Può darsi che dopo qualche tempo una parte rifluisca verso la Destra storaciana, più tradizionale e militante. Vi è però un altro pericolo, forse maggiore: che sia la cultura fascista o fascistoide a permeare in senso autoritario il partito di Berlusconi, mettendo all’angolo le componenti che si dicono liberali.Qui bisogna essere molto capaci di “fare politica”, stare attenti atutti i segnali di scollamento del blocco berlusconiano, procedere col metodo della “analisi differenziata”, senza fare di tutte le erbe un fascio (se mi si perdona il gioco di parole). Vogliamo ricordare che Gramsci cercò anche di incontrare D’Annunzio per impedire la saldatura tra fiumani e fascisti?La vulgata antinovecentesca che non ha risparmiato la sinistra sisposa in pieno con la voglia di non sentire più parlare diantifascismo. Che ne pensa?Il rischio è reale. Quando in modo ricorrente non si fa altro asinistra, anche in sinistre diverse, che parlare di “nuovismo” o di“innovazione”, il rischio è quello di perdere di vista la grandelezione della storia e le nostre radici storiche. Non bisogna certoessere dogmatici e libreschi, va sempre fatta «l’analisi concretadella situazione concreta», come diceva qualcuno. Ma averel’ossessione nuovista vuol dire rinunciare alle proprie coordinateinterpretative della realtà e subire l’egemonia dell’avversario. IlNovecento è ancora per molti aspetti con noi, anche se l’oggi è pieno di fatti nuovi o parzialmente nuovi che vanno capiti senza paraocchi.

venerdì 27 marzo 2009

SIEG HEIL,MEIN FUHRER!

Oggi pomeriggio è cominciata la lunga parata militare della nascita del Partito del Popolo della Libertà a Roma,sembrava qualche ora fa con le lunghe dirette di La 7 e Rete 4(ricordo che ogni giorno ci costa 350000 Euro)di essere a Monaco di Baviera negli anni 20-30,mancavano solo le bandiere con la croce uncinata(comunque sempre pronte a sventolare,diciamo oggi tenute nascoste dai militanti).
L'imbarazzante protagonismo della divinità Berlusconi sarà trasmessa nei prossimi giorni in tutto il mondo,ma a differenza dell'Italia all'estero la sua immagine sarà condita anche da commenti tutt'altro che lusinghieri,visto che qui da noi oggi fare solo allusioni in televisione contro dio costa carissimo!
Spero che venga un giorno in cui la nostra nazione riguarderà alla teatralità posticcia del'esibizione stercarola di oggi con un altro piglio,quello del disgusto e del "te l'avevo detto che era un mafioso-stronzo-bastardo...",etc.
Quello che mi fa girare proprio i coglioni è la scelta del nome in cui la parola "libertà" stona in una maniera allarmante,il suo uso in questo contesto priva di ogni senso e valore quello che tale parola significa.
E' risaputo che la parola libertà sia uscita pure dalla bocca dei più grandi dittatori,e nel caso italiano questa continuità di legame è lapalissiana.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni vedremo qualche altra perla di "saggezza" uscirà dalle fogne che tutta la gente presente si ritrova al posto della bocca,ne sono certo,come sono sicuro che nella zona della fiera di Roma dove si tiene questa adunata pusher e papponi faranno affari d'oro!
Propongo altre riflessioni prese da Indymedia.
Pdl: a teatro il gran varietà di Berlusconi.
Il Teatro aprirà i battenti nel pomeriggio di oggi per far entrare i comuni mortali, se così si possono definire i partecipanti allo spettacolo “Popolo della libertà”. Ma lui, Silvio, imperatore, sceneggiatore, regista, chef, maitre, primo attore, entrerà in scena quando tutto sarà pronto, satelliti e ponti radio pronti a trasmettere voce e immagini di cui ci inonderanno telegiornali.
Le prime file, quelle sotto il palcoscenico, le più ambite dai frequentatori dei teatri che possono pagare lautamente per i biglietti, tutte sgombre. E nessuno osi metter piede sul palco. La tradizionale presidenza non ci sarà, il suo posto sarà occupato interamente dal presidente. Punto e basta. Solo un gruppo di giovani, donne per la maggior parte, avrà l’onore di sedergli quasi vicino, seconde e terze file.
Naturalmente non ci saranno esponenti di altri partiti. Berlusconi non li ha voluti invitare. Che c’entrano - ha detto agli allibiti dirigenti, La Russa in testa - noi fondiamo un partito, anzi, un movimento per il popolo. Se ne stiano a casa loro. Forse l’unico invitato sarà Bossi, ma non si sa dove farlo sedere perché non è un “fondatore”. Ancora non è deciso chi parlerà. Anche i ministri sono in attesa che Berlusconi indichi chi prenderà la parola. Quelli di An sembrano un po’ spaesati, non riescono a capire ancora bene dove si andranno a trovare. Ma Berlusconi li rassicura.
Di ritorno da Acerra, dove ha inaugurato un inceneritore che la popolazione non vuole, andrà a trovare Fini per ringraziarlo di persona. Di passaggio, ha fatto sapere ai disoccupati che si diano da fare e si cerchino un lavoro.Inaugurando l’alta velocità nella tratta Firenze - Bologna, aveva intimato agli italiani “di lavorare di più”. Lui è fatto così e queste cose le dirà nel discorso inaugurale, poi le ripeterà domenica all’ora di pranzo. Già, Fini. Con lui tutto a posto, afferma. Del resto non c’era niente da trattare. Appunto, decide tutto lui.
Fini lo ha capito e cerca di ritagliarsi un suo spazio. Non è un caso che proprio a poche ore dall’apertura del congresso, pardòn, della Festa, riveda il suo giudizio su Mussolini e sostenga che si era sbagliato, non era un grande statista. Dicono i maligni che Berlusconi si sia sentito toccato, come avviene fra spadaccini. Per tutta risposta, infatti, se l’è presa con il Parlamento, di cui, guarda caso, Fini è presidente.
Il Cavaliere ha affermato che i deputati sono lì “non per partecipare, ma per fare numero” e, ha aggiunto, “con due dita approvano tutto il giorno emendamenti di cui non conoscono nulla”. Fini replica duramente: “La democrazia parlamentare ha procedure e regole precise che devono essere rispettate da tutti, in primis dal capo del governo. Si possono certo cambiare, ma non irridere” . Ha poi proseguito affermando che in questo modo “si alimenta il qualunquismo e il senso di sfiducia nelle istituzioni di cui, credo, nessuno senta il bisogno”. Il premier come al solito ribatte: “Cado dalle nuvole”.
Poco prima, una nuova gaffe. A chi gli faceva presente che quando parla sembra Obama, ha risposto: “No, io sono più pallido anche perché è tanto che non vado al sole”.
Tornando al weekend del Pdl, anche per quanto riguarda lo statuto non ci sono più problemi. Per esempio i nomi dei 120 membri della direzione saranno fatti direttamente da Berlusconi.Malgrado l’euforia, però, Verdini e La Russa, nelle vesti di burattinai, non hanno risolto aspetti fondamentali come il ruolo dei circoli, delle strutture, degli iscritti, insomma quel nodo che si chiama partito leggero o partito pesante. Ma tutto ciò a Berlusconi non interessa. Se la vedano loro, lui è impegnato in altre cose fra cui la scelta del menù per seimila partecipanti, la prenotazione di seimila camere d’albergo, l’organizzazione della banda che dovrà dare uno stacco musicale alla fine di ogni intervento.
Chi intende prendere la parola deve comunicarlo alla segreteria del partito, pardòn, del “popolo”, lasciando nome e cognome e una breve sintesi di ciò che vuol dire. Poi si vedrà. Nessun contatto neppure fra Berlusconi e i delegati, si fa per dire.C’è una zona “vip” alla quale si accede passando attraverso dei tornelli con un badge rosso. L’idea ovviamente è del ministro Brunetta.I delegati comuni avranno un cartellino azzurro, ma se ne dovranno stare fermi e buoni, zitti in particolare. I settecento giornalisti accreditati seguiranno i lavori attraverso un maxischermo in un padiglione loro riservato. Non potranno avvicinare i delegati. Chissà, venisse loro la voglia di parlare. La prudenza non è mai troppa.Si dice infine che i il capo del governo sia stato particolarmente impegnato nella scelta della “madrina”. Alla fine assolverà a questo ruolo, che non si sa bene in cosa consista, Annagrazia Calabria, 26 anni, la più giovane deputata.
Ultima notizia: il costo di questa faraonica festa si aggira sui tre milioni di euro. Nessun commento in uno scenario che offende quegli italiani e quelle famiglie che non arrivano alla fine del mese e che devono tirare sempre più la cinghia. Un’offesa nei confronti di centinaia di migliaia di cassaintegrati, di centinaia di migliaia di disoccupati, di centinaia di migliaia di precari, di centinaia di migliaia di migranti che vivono in condizioni indegne.(Alessandro Cardulli).
Ha scelto un palcoscenico da 600 metri quadrati, il serial leader Berluskane per celebrare il suo regno incontrastato. Il congresso fondativo del Popolo della libertà sarà un punto di non ritorno.Ma non fatevi ingannare: il frullato di culture reazionarie [teocon, nazionalisti, protezionisti, postfascisti, liberisti: tutti insieme appassionatamente] sarà un rumore di sottofondo. Il vero protagonista è lui: l’uomo che in 15 anni, rottura dopo rottura, sorriso dopo sorriso, ha monopolizzato la scena politica.L’ultimo paradosso, tipico dei continui capovogimenti di senso che caratterizzano la ricercata costruzione del nulla berlusconiano, è quello dei giorni scorsi. Uno che solo pochi anni fa si definiva «fascista» richiama Silvio al rispetto delle «regole», mentre quest’ultimo saltella con tutti e due i tacchi nelle praterie della crisi della rappresentanza. Fini appare ideologico, infatti tutti si chiedono quale disegno si nasconda dietro questa improvvisa nostalgia per la democrazia. Al contrario, Berlusconi riesce a stuzzicare i sentimenti inconfessabili di una porzione crescente di italiani.Nei giorni scorsi Fabrizio Rondolino, che è stato consigliere per la comunicazione prima di Massimo D’Alema e poi del Grande fratello, ha ricordato come la comunità della trasmissione televisiva «Amici» di Maria De Filippi, sia «l’Italia democratica di Berlusconi», governata da un potere «assoluto, minuzioso, sistematico, previdente e mite, che assomiglierebbe all’autorità paterna – scriveva Alexis de Tocqueville – se, come questa, avesse lo scopo di preparare l’uomo all’età virile, mentre cerca di arrestarlo irrevocabilmente all’infanzia». Come ogni populismo, quello berlusconiano ha bisogno che la società scompaia, che il «popolo» esista solo in quanto proiezione [anzi, trasmissione] di un condottiero carismatico.Per questo motivo, anche nei prossimi anni faranno di tutto per mostrarci un paese in mano ai reality show e appeso alla propaganda.(Giuliano Santoro).

giovedì 26 marzo 2009

ZUPPA DI PORRI,ZUCCA E PATATE

Per gli ultimi pranzetti d'inizio primavera quando al mattino fa ancora freddo,e perchè no quando farà decisamente più caldo ma avremo davanti una giornata piovosa,una zuppa semplice ma ricca,buona e nutriente.
Ingredienti:
-porro
-zucca
-patate
-olio
-burro
-dado normale
-dado ai funghi porcini
-dado delicato
-prezzemolo.
Mentre in una pentola lessiamo la zucca e le patate tagliate a tocchetti piccoli,in una pentola si fanno appassire a fuoco medio il porro tagliato nell'olio e nel burro,dopodichè aggiungiamo il brodo ottenuto con il mix di dadi(con le proporzioni di gusti fatte in base alle preferenze ed al grado di sapidità desiderato).
Dopo aver scolato le verdure e aver tenuto da parte qualche tocchetto le aggiungiamo alla zuppa e facciamo cuocere assieme per pochi minuti e con un frullatore si mixa il tutto e si spizzica il prezzemolo.
Si versa la zuppa nel piatto e si aggiungono le verdure precedentemente lasciate da parte e tutto è pronto da poter mangiare,se si vuole accompagnato da crostini e da una bella sformaggiata.

mercoledì 25 marzo 2009

PORCHEZIO RIMANE NEL SUO PORCILE

Il condizionale sarebbe d'obbligo,visto i si ed i no che hanno contraddistinto questa vicenda di Borghezio presente a Livorno domenica prossima,ma stavolta si spera proprio che la venuta del maiale della Lega sia scongiurata soprattutto per non sputtanare da subito la candidatura della destra a sindaco di Taradash(motivazioni che trapelano dai destronzi).
Mi piacerebbe che questo risultato sia stato ottenuto da tutti i compagni livornesi uniti e memori del febbraio 2006 quando il suino venne in città e ci furono violenti scontri con gli sbirri,l'insieme di una città contro l'invasore fascista e xenofobo.
Mi piacerebbe che questo risultato si possa ottenere pure a Milano per il prossimo 5 aprile,con una città unita contro la sfilata di nazimerda...vedremo!
Qui sotto le ultime news dal sito labronico "Senza Soste" con le firme di Franco Marino per il primo intervento e di Ulisse Ognistrada per il seguente.
Borghezio rinuncia al comizio a Livorno. Una vittoria politica della città .

Era nell'aria da giorni visto che era calato un silenzio inspiegabile sulla venuta o meno di Borghezio a Livorno per un comizio elettorale. Prima lo spostamento dalla piazza davanti al teatro Goldoni alla più nascosta piazza Manin, poi la definitiva rinuncia. Livorno ha risposto bene politicamente all'ennesima provocazione del fascista mascherato di verde.
Probabilmente il comunicato del Comitato Antifascista Livornese che annunciava che non ci sarebbe stata guerriglia ma una risposta politica e di massa in piazza ha scoraggiato definitivamente chi voleva venire invece solo per provocare e creare scompiglio. E inoltre, come già annunciato in un nostro editoriale una decina di giorni fa,lo stesso candidato a sindaco del centrodestra livornese, Taradash, non ha ritenuto conveniente farsi aprire la campagna elettorale da un personaggio tanto scomodo. E' altrettanto vero che nessuno si aspettava una risposta così pronta e decisa degli antifascisti livornesi pensando di liquidare il tutto con un problema di ultras e di contemporanea del comizio con la trasferta del Livorno a Brescia.
In ogni caso questa è una vittoria della città e una vittoria di quella parte che considera la difesa della democrazia e dei valori dell'antifascismo, un esercizio quotidiano, attivo e sostanziale a differenza di quei partiti come l'Italia dei Valori (ma non solo) che considerano questi valori una semplice retorica elettorale e un esercizio estetico. In questa vicenda i protagonisti negativi non sono tanto la Lega e Borghezio, ma quei partiti che hanno dichiarato di tollerare i disvalori di Borghezio e hanno criminalizzato chi voreva combatterli,quelle persone che hanno trattato da ingenuo chi voleva dare una risposta di presenza e di monitoraggio del territorio, consigliandogli di ignorare queste situazioni e di rimanere a letto.
A forza di ignorare la Lega rischia di sfondare la soglia del 10% alle prossime elezioni europee, e questo non è una cosa normale per un partito che annuncia misure irrealizzabili, che propaganda odio razziale, che offende e minaccia avversari politici, coloro considerati "diversi" e che disprezza le stesse istituzioni di cui fa parte.
A forza di ignorare e stare a letto, il ceto politico salottiero di cui fa parte anche una certa sinistra, ha lasciato in molti strati della popolazione dei buchi neri politici e culturali riempiti prontamente con le aberrazioni della Lega.
Noi, a dispetto dell'Italia dei Valori e di tutto quel ceto politico da stanze dei bottoni, continueremo a scendere in piazza a difesa dei valori dell'antifascismo, continueremo a cercare di essere presenti nei quartieri per capire i disagi della gente, continueremo a non ritenere "normale" un comizio di Borghezio così come non lo hanno considerato "normale" quei 4 ragazzi che sono andati fino a Colonia a consegnare una lettera al sindaco che cacciò Borghezio nel settembre scorso.
Sicuramente questa vittoria non servirà a migliorare la condizione economica o occupazionale di chi è adesso in difficoltà, ma è una boccata di aria fresca, di giustizia e di dignità per la nostra città.

P.S: Ci giunge notizia che il conseguente presidio antifascista in piazza Cavour è annullato.
Borghezio: “Voglio fin da ora assicurare sulla mia presenza e sulla mia puntualità”.
Nonostante il segretario locale della Lega Nord continui a fare il martire, Borghezio non ha avuto il coraggio di presentarsi in una città che lo ripudia insieme alle sue idee fasciste. La scelta di non presentarsi è stata dovuta ad una massiccia presa di posizione della città, quindi è inutile che si continui a richiedere interventi parlamentari che non potranno altro che costatare il rifiuto democratico di una intera città nei confronti di un elemento estraneo,di un cancro che andava rimosso.Il guerriero Alberto da Giussano si è mestamente ritirato dal campo di battaglia ( politica ) constatando che la Lega non ha agibilità politica in città.La mobilitazione di popolo che si è creata passando di bocca in bocca, gridata e cantata non ha lasciato scelta a Baggiani e questura che hanno ben capito che a Livorno non esistono spazi pubblici dove propagandare xenofobia e razzismo, violenza e provocazioni.L'europarlamentare Borghezio ha ben inquadrato la questione, i “nostalgici della guerra civile”, che schifano Pansa e il suo becero revisionismo, si sono perfettamente resi conto di cosa evocavano e infatti il popolo livornese ha ritrovato l’untità antifascista e quella vigilanza democratica, pilastri per la città che diede vita al Partito Comunista d’Italia e che non poteva restare in silenzio di fronte all'oltraggio di piazza Goldoni.Anche questa volta la storia ha emesso la sua sentenza ed i “residuati bellici” con il loro “stantio armamentario ideologico riesumato”, hanno dimostrato che con i valori dell’antifascismo e della memoria storica qui non si scherza. Ed è inutile continuare a ricordarlo anche a quelle forze che continuano a pensare la politica come uno "stare a casa" passivo. Come accade spesso tocca constatare l’inadeguatezza e la codardia dell’avversario politico che di fronte alla possibile mobilitazione popolare e a due inoffensive quanto geniali vignette satiriche, si spaventa e preferisce darsela a gambe. Del resto la Padania della Lega, del Fronte veneto Skinhead, di Forza Nuova e delle ronde qui non ha nè casa nè seguito e riceverà sempre l’opposizione che merita.Il segnale politico è chiaro non solo per la Lega Nord ma anche per l’avvallo che Taradash aveva tentato di dare all’iniziativa provocatoria.E' storia ormai che il candidato sindaco del centro-destra abbia messo lo zampino nella scelta finale di non far arrivare Borghezio in città. Del resto l’estraneità del candidato Taradash dal tessuto sociale della città di Livorno è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo ( o per fortuna ) la città non si incontra all’Hotel Palazzo o in qualche ristorante, ma nei posti di lavoro, nelle piazze, per strada, nei centri sociali.Ma per capire questo bisognerebbe viverla Livorno e non soltanto candidarsi da perfetto turista della politica.

SOSTITUZIONE:ESCE IL "GIORNALISTA" ED ENTRA IL "POLITICO"

Peccato proprio per il brevissimo preavviso di ieri sera a Castelleone per la veglia funebre(come si può evincere dalla prima foto)di Magdi "Cristiano" Allam,sembra il soprannome di un pugile che più che darle le prende.
Alla fine ce l'ha fatta ad entrare in politica dopo tanti indizi nelle sue ultime uscite pubbliche soprattutto nel nostro territorio(vedi sezione neuro deliri)dove alla fine ha deciso di candidarsi come indipendente nella lista Udc.
Il suo nuovo partito invece si chiamerà "Partito per l'Europa Cristiana"in quanto ora fervente cattolico integralista,sputando e cagando addosso all'islamismo sua ex fede che tanto ha facilitato il suo ingresso nel mondo lavorativo e giornalistico in Italia.
Sono già in ansia ebrei,buddisti ed induisti che potrebbero essere la nuova casa di questo essere immondo,e tutti i credenti di queste tre fedi già si toccano i coglioni per non appiopparsi questa piattola alle loro palle.
Nella foto qui sotto invece il pubblico di giovanotti che era presente alla veglia di ieri,con l'articolo(che come le foto)sono tratte dal sito "Crema on line".
Il pezzo è a firma di Gionata Agisti.
L'ex giornalista ha presentato il suo partito. Al centro del programma, la lotta al relativismo e al consumismo.

Castelleone - Quella di Magdi Cristiano Allam, ieri sera al Teatro Leone, è stata una vera e propria improvvisata, dovuta ad alcune conoscenze locali. Nonostante tutto, però, la voce si è diffusa rapidamente e i cittadini presenti hanno riempito la sala delle conferenze per assistere alla presentazione del nuovo partito fondato dallo stesso Allam: Protagonisti Per l'Europa Cristiana. Per ora, ad ogni modo, Allam si candiderà alle europee nel nostro collegio come indipendente dell'Udc, per poter superare la soglia di sbarramento al 4%. Da musulmano moderato a cattolico intransigenteCome spiega lui stesso, la svolta che lo ha convinto a lasciare il giornalismo per la politica è stata il battesimo ricevuto da papa Benedetto XIV la scorsa vigilia di Pasqua. Da quel momento Allam ha svestito i panni del musulmano moderato per indossare quelli del cattolico integralista, convinto, lo ha spiegato anche ieri, che compito dei cattolici sia quello di ergersi ad autorità morali, per costruire un nuovo modello di società in grado di recuperare i valori perduti, di cui la crisi attuale è per Allam un esempio lampante."L'Islam si è diffuso con la spada"Per quanto riguarda la sua vecchia fede, l'opinione è molto dura. “L'Islam si è diffuso con la spada”, afferma senza enfasi ma con la certezza del neofita più intransigente: “Da quando questa religione è nata non ha fatto che aggredire di continuo il cristianesimo e la sua civiltà, l'unica capace di conciliare in modo armonioso fede e ragione." Senza rispetto delle regole l’Italia diventerà terra di conquistaDa parte sua, però, nessuna particolare idea per gestire il flusso migratorio, destinato, secondo le stime internazionali, ad aumentare sempre di più, se non quella di conciliare diritti e doveri. “L'occupazione forzata di piazza Duomo a Milano da parte di un gruppo di musulmani - spiega Allam - è stata l'ennesima dimostrazione che loro sono convinti di potersi comportare come meglio credono, tanto sanno benissimo che nessuno li sanzionerà mai e questo perché noi abbiamo paura di essere noi stessi. Ma così diventiamo terra di conquista, una conquista che è già in atto”.

martedì 24 marzo 2009

LO STRAZIO PER GAZA CONTINUA

Lo scempio e l'eco della guerra contro la Palestina ha portato questo riprovevole rimorchio voluto dai soldati israeliani non ancora sazi del sangue versato da moltissimi civili arabi inermi.
La striscia di Gaza stavolta piange per via dell'odio razzista di alcuni di questi robocop che combatterono una sporchissima guerra contro soldati non equipaggiati come loro,contro una popolazone oppressa dalle mire tentacolari dello stato d'Israele volte ad espandere il proprio territorio a scapito di chi in quella terra vive da generazioni.
Oggetto dello scandalo portato alla luce dal quotidiano "Haaretz" vi sono delle magliette stampate da membri dell'esercito che probabilmente hanno la loro mente devastata già per conto loro,e se poi gli si mettono nelle mani delle armi con la possibilità di usarle diventano assassini spietati guidati dall'odio e dal pensiero xenofobo proprio di uno stato fascista.
L'articlo è tratto dall'agenzia "Agi" mentre il filmato targato "Al Jazeera" dal sito "Truveo".

ISRAELE, BAMBINI MORTI SU T-SHIRT SOLDATI.

Gerusalemme.Bambini palestinesi trucidati, madri in lacrime sulla tomba dei loro figli, foto di ragazzini con una pistola puntata alla testa, moschee bombardate. Sono queste le macabre immagini che i soldati israeliani chiedono di stampare sulle magliette, accompagnate da slogan che fanno venire i brividi. "One shot, two kills" (un colpo, due morti) e' l'inquietante frase stampata sulla t-shirt di un militare in borghese, ripreso di spalle dal quotidiano israeliano 'Haaretz' che ha pubblicato la scandalosa inchiesta. Sopra la scritta, la foto di una donna palestinese incinta, centrata in un mirino. Gli uffici di 'Adiv', il negozio di magliette nella zona sud di Tel Aviv, stanno ricevendo un numero crescente di richieste da parte di militari israeliani. Una maglietta appena uscita dalla stampante e' stata prenotata da un cecchino dell'esercito. Sotto la foto del corpo di un bambino palestinese, con accanto la madre in lacrime, campeggia la scritta "Better use Durex" (meglio usare il profilattico). "Scommetti che sarai violentata?", e' la domanda stampata sulla maglia di un altro soldato, accanto all'immagine di una ragazza piena di lividi. Diverse magliette portano la scritta "confirming the kill" (verifica di aver ucciso), con l'invito a sparare un colpo di pistola alla testa alle proprie vittime. Su altre t-shirt, le immagini di moschee bombardate. Poi, cadaveri e devastazioni. E' gia' la seconda volta in una settimana che l'esercito israeliano finisce nella bufera. Giovedi' scorso, sempre il quotidiano 'Haaretz' ha sostenuto che le forze armate israeliane durante l'offensiva nelle Striscia hanno ucciso "civili palestinesi grazie a regole di ingaggio tolleranti" e "distrutto deliberatamente le loro proprieta'". L'inchiesta si basava sulle testimonianze di alcuni soldati che parteciparono all'operazione 'Piombo Fuso'. Uno dei militari di Tsahal aveva raccontato di una donna e dei suoi figli uccisi per errore da un cecchino che, per un difetto di comunicazione, non era stato informato in tempo che le vittime erano state autorizzate a uscire dalla casa nella quale erano state chiuse da giorni. In un altro caso, "il comandante di una compagnia ordino' di sparare a un'anziana donna palestinese" che mori' sul colpo. La sua unica colpa, scriveva 'Haaretz', era stata quella di camminare "a 100 metri da una casa dove i soldati (israeliani) avevano installato il loro comando". Gia' allora un portavoce dell'esercito aveva annunciato l'apertura di un'inchiesta.

UCCIDERE UN FASCISTA NON E' REATO


Altra data imminente da segnare sul calendario della lotta al fascismo(che deve esserci sempre,per carità ma questo è un giorno topico)in quanto Forza Nuova-Vecchia Merda sta organizzando a Milano,per ora non sanno nemmeno loro dove e soprattutto se gliela faranno fare,una manifestazione-convegno dal titolo"La nostra Europa:Popoli e Tradizione contro banche e usura".
Sul sito di Fognanuova c'è una fantomatico"centro città"(o come dicono loro "stadtzentrum"visto la loro italicità ostentata,che risate vedere il loro sito!)come sede deputata per i loro sfoghi di "persone"represse e tutto sommato infelici e tristi della loro esistenza,ed una "terrificante"chiamata alle armi(E' iniziato il conto alla rovescia:non prendere altri impegni.La chiamata è nazionale)con un rimando ai prossimi giorni(seguiranno a breve info e dettagli).
Questa cloaca disumana penso proprio che la facciano riunire,a differenza del tentativo di Colonia dello scorso anno,grazie alla sintonia tra la Moratti(figlia di un partigiano deportato a Dachau)e Decoratto(figlio di puttana e basta)che ancora una volta gettano merda sulla città a scapito della Medaglia d'oro alla resistenza di cui Milano fieramente è stata fregiata.
Spero che tutti i cittadini si ribellino in tempo a questo scempio in modo da non fare nemmeno nascere questa lurida iniziativa che tenterà di riunire fasci e nazi da tutta europa,altrimeti le conseguenze potranno essere catastrofiche,altro che Milano a ferro e fuoco!
Mai come in quella giornata sarà da prendere alla lettera la frase "Uccidere un fascista non è reato".
A seguire un commento su Indymedia,le proteste dei circoli ANPI cittadini e una lettera aperta al sindaco Moratti da parte del consigliere regionale di Rifondazione Comunista Luciano Muhlbauer.

De Corato, vicesindaco (ex?) fascista di Milano, a chi chiede di vietare la parata internazionale dei naziskin prevista per il 5 aprile risponde così: "Non tocca certo a noi impedire una manifestazione".
Normalmente quando i cittadini democratici o le associazioni o i lavoratori o i movimenti o gli studenti marciano per difendere i loro diritti, De Corato non perde tempo per scagliarsi contro i manifestanti.
Dopo ogni corteo sollecita le autorità a identificare i partecipanti e a denunciarli per ogni reato ipotizzabile, anche quelli mai commessi.
Organizza conferenze stampa in cui sembra sempre che qualcuno abbia "messo a ferro e fuoco la città" anche quando non è successo nulla.
Questa è la prima volta che De Corato non sbraita contro gli organizzatori di un corteo in città.
Non avevamo dubbio che lui, come altri sui colleghi del PdL, avrebbero difeso i naziskin di Forza Nuova, che, non dimentichiamo, sono alleati politici della destra di governo dal 2006.
Ricordiamo a tutti che la feccia nazifascista che si nasconde dietro la sigla FN è solita marciare con spranghe, inneggiando a Mussolini e Hitler, esibendo svastiche e altri simboli nazisti.
Sono gruppi di razzisti organizzati che promuovono la superiorità razziale, la violenza contro i "diversi" (gay, lesbiche, stranieri, rom), negano l'olocausto e vogliono creare quella guerra tra poveri che fa tanto comodo a chi ci governa con la paura.
De Corato, vicesindaco PdL, sta difendendo e legittimando politicamente questa feccia.
Milano è antifascista!Fuori i fascisti da Milano e da palazzo Marino!

MILANO RIFIUTA LA MANIFESTAZIONE DELLE DESTRE XENOFOBE D’EUROPA.
Da settimane in rete circola l’inquietante notizia che il 5 aprile prossimo, a Milano, si svolgerà un “evento politico internazionale” promosso da Forza Nuova, con la partecipazione di esponenti del BNP (British National Party), del FN (Front National) e dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands), che insieme a Forza Nuova rappresentano le destre estreme europee.Sono note e conclamate le posizioni razziste, xenofobe, negazioniste di queste organizzazioni, la simbologia, il linguaggio, le iniziative si richiamano molto spesso e senza ambiguità alla cultura, le idee e i valori neonazisti.Per quanto riguarda Forza Nuova fu lo stesso ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga a chiedere alcuni anni fa lo “…scioglimento di Forza nuova” sulla base “del divieto costituzionale di ricostituzione del partito fascista e in base alle leggi ordinarie” (Corriere della Sera 25/4/2001).Così mentre in Italia si preparano le iniziative per celebrare il 25 aprile, giorno della Liberazione dalla dittatura fascista e dal nazismo, Milano città medaglia d’oro della Resistenza Partigiana rischia di essere trasformata nella capitale del neo nazismo europeo.Noi antifascisti abbiamo profondamente a cuore i principi e i valori democratici e di libertà garantiti dalla nostra Costituzione.Il richiamo alla nostra Costituzione, alla libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, che sono fondamento del patto sociale e civile della nostra comunità, è la bussola che ci consente di cogliere la pericolosa sottovalutazione delle attività e delle organizzazioni che orgogliosamente negano la Costituzione, si richiamano all’odio e alla discriminazione tra esseri umani, esibiscono una concezione autoritaria del potere, si ispirano al nazismo e al fascismo.Per questi motivi facciamo appello alle donne e uomini di Milano, democratica e antifascista, alle istituzioni, alle associazioni, al volontariato, ai sindacati, ai partiti perché sottoscrivano questo appello affinchè nella nostra città non sia consentito di ospitare l’iniziativa promossa da Forza Nuova.
Promuovono l’appello:
ANPI sezione Gallaratese, Trenno, Lampugnano “A. Poletti e caduti di Trenno”
ANPI sezione “Quarto Oggiaro”
ANPI sezione “Codè Montagnani”
ANPI sezione Vialba, Musocco “A. Capettini”
Comitato Antifascista Zona8
On. Emanuele Fiano Parlamentare PD.
FORZA NUOVA ORGANIZZA RADUNO NAZIFASCISTA A MILANO IL 5 APRILE.IL SINDACO MORATTI LO IMPEDISCA.
Il Sindaco Moratti rompa il clima di tolleranza nei confronti dell’estremismo neofascista e si attivi in prima persona perché venga impedito il raduno nazifascista, previsto per il 5 aprile prossimo a Milano. Insomma, le chiediamo semplicemente di fare come il Sindaco di Colonia, di centrodestra anche lui, che nell’autunno scorso si mise alla testa della mobilitazione contro un'iniziativa analoga nella sua città.Il raduno organizzata dal gruppo neofascista Forza Nuova, i cui forum on-line lo propagandano da giorni, si annuncia come una vera e propria prova di forza sulla piazza milanese. Non la solita riunione, quindi, ma una “manifestazione/convegno” di carattere internazionale, con la partecipazione dei neonazisti tedeschi della Nationaldemokratische Partei Deutschlands (Npd), dei neofascisti inglesi del British National Party (Bnp) e di quelli francesi del Front National (Fn). E non bisogna essere dei geni per capire che gli squadristi di Roberto Fiore non si limiteranno a sedere in una sala, ma che vorranno replicare in grande stile la lugubre esibizione di spranghe e saluti romani andata in scena il 28 febbraio scorso a Bergamo, peraltro nel più totale menefreghismo da parte delle forze dell’ordine.Riteniamo che non sia tollerabile che Milano venga sfregiata da una manifestazione del genere e che questa vada dunque impedita. E si tratta di un problema che non riguarda soltanto quanti nella nostra città si battono da tempo contro la riabilitazione delle ideologie e pratiche razziste, fasciste e negazioniste, ma anzitutto i rappresentanti delle istituzioni democratiche.La recente pubblicazione sul quotidiano la Repubblica di stralci del libro-inchiesta di Paolo Berizzi, “Bande Nere”, ha autorevolmente confermato quello che già si sapeva. Cioè, che a Milano, come da altre parti, esiste un'inconfessata tolleranza istituzionale e culturale, se non peggio, nei confronti delle attività neofasciste. Ebbene, crediamo che il raduno del 5 aprile sia anche un’occasione, forse l’ultima, perché il Sindaco Moratti prenda le distanze dalle ambiguità e dalle complicità che si annidano in settori della sua maggioranza.Da parte nostra, staremo con quei milanesi che si mobiliteranno con le parole, le idee e la presenza perché la nostra città non debba subire questa oscenità.

lunedì 23 marzo 2009

LA POLITICA DEL MANGANELLO

Sul sito di "Senza Soste",corredato da foto che ritraggono l'ultima prepotente azione dei celerini bastardi contro gli studenti della Sapienza a Roma,è stato ripreso un lucido commento di Mariavittoria Orsolato collaboratrice di "altrenotizie.org"sullo stato degradato che ci stiamo ritrovando per le mani grazie al regime sempre più opprimente ed oppressivo.
I vari ministri Sacconi,Gelmini e Brunetta,il podestà Alemanno,e tutti gli affiliati alla setta della destra non sarebbero degni di governare nemmeno a Risiko per l'incompetenza,il razzismo e il disprezzo che hanno dei giovani che protestano contro decisioni assurde come la riforma scolastica,il diritto a scioperare,il drastico numero di tagli sulla testa dei lavoratori,la convinzione loro che questa sia una crisi soft.
La gente è stanca e si sta svegliando,se il nostro interlocutore continerà su questo passo il piombo presto tornerà nelle strade ad insanguinare il corpo dell'oppressore.
Quando l'educazione viene dal manganello.

Certo non è più lo tsunami che a novembre ha paralizzato la capitale ma l’Onda studentesca c’è ancora, e imperterrita si ostina a sfilare, gridando il suo “no” ai piani di ristrutturazione promossi dalla riforma Gelmini. Mercoledì la Cgil ha indetto una manifestazione per ribadire la propria contrarietà agli ingenti tagli previsti dalla manovra del governo e subito sono fioccate le adesioni dalle scuole di tutta Italia: da Roma a Milano, da Firenze a Macerata, Torino, Bologna, Genova, tutti i cortei del sindacato sono stati dilatati dalla presenza degli studenti medi e universitari e anche da qualche genitore che proprio non si vuole rassegnare alla perdita del tempo pieno. Le cifre non sono certo quelle dell’ormai sbollito autunno caldo, ma la mobilitazione c’è e si fa sentire: “Chiediamo più diritto allo studio, più investimenti e provvedimenti seri per dare alla scuola e a tutti i settori della conoscenza un ruolo fondamentale per uscire dalla crisi. Chiediamo il coinvolgimento pieno e reale di chi nella scuola vive e lavora”, si legge in una nota diffusa in precedenza dalla Rete degli studenti medi, mentre il sindacato rivendica contratti perlomeno decenti e soprattutto il ritiro del disegno di legge Sacconi che di fatto limita pesantemente il diritto di sciopero.Ma se quello di Sacconi è per ora solo una proposta, il protocollo messo a punto dal sindaco Alemanno è ormai legge cittadina e gli effetti del provvedimento si sono visti proprio mercoledì alla Sapienza dove, in seno all’ordinanza comunale, gli studenti sono stati letteralmente chiusi dentro al polo per evitare “che cortei di 300-400 persone bloccassero la città” parola di Gianni Alemanno che così commenta le cariche della polizia (ben tre) contro gli studenti.Il piano del Campidoglio prevede per le manifestazioni nella capitale sei percorsi che devono essere tassativamente rispettati da chiunque voglia manifestare il suo eterogeneo dissenso: da piazza della Repubblica a Porta San Giovanni, da piazzale dei Partigiani a Porta San Giovanni, da piazza Bocca della Verità a piazza Navona, da piazza Bocca della Verità a via di San Gregorio, da piazzale dei Partigiani a via di San Gregorio, da piazza della Repubblica a Piazza del Popolo. Piazzale Aldo Moro non è compreso nei piani e perciò gli studenti – che da chè mondo è mondo partono sempre dalla loro sede, l’università appunto – sono stati tenuti a distanza dagli agenti della questura in tenuta antisommossa, chiunque abbia cercato una via di fuga si è preso una manganellata, nessuno spazio di replica.Un copione già recitato a Milano, a Bergamo, a Bologna, a Torino e anche nella tranquilla Pisa dove lo scorso 6 marzo gli studenti sono stati addirittura impossibilitati a seguire un dibattito con l’ex capo del Senato Marcello Pera e sono stati regolarmente mazzolati non appena sciolto il sit-in che avevano indetto per lamentarsi contro questa chiusura ad hoc. E’ come se gli studenti non potessero più protestare: una volta pagata la retta, la merce non si cambia e se la si vuole cambiare a tutti i costi, il prezzo diventa molto alto.A confermare la nostra malizia ci pensa il ministro Brunetta che in un intempestivo commento all’indomani dello sciopero del settore ha così definito i giovani dei movimenti universitari: “Sono dei guerriglieri, e verranno trattati come guerriglieri". Non che ci fosse bisogno di confermarlo – Cossiga aveva già calato l’asso a novembre e Berlusconi aveva ribadito la mossa intimidatoria poco dopo – ma quello del ministro della Funzione Pubblica sembra più che altro un avvertimento, come a dire che i “giovani in cerca di emozioni forti” (altra definizione poco calzante di Brunetta) farebbero meglio a chetarsi e a darsi una regolata se non vogliono finire in qualche simil-Bolzaneto.La battuta di replica degli studenti non si è però fatta attendere: "Quella di Brunetta è una dichiarazione degna dei peggiori regimi sudamericani, dove gli studenti sono equiparati a terroristi", afferma in una nota l'Unione degli Studenti, "Un ministro della Repubblica - prosegue il comunicato dell'UdS - non dovrebbe mai permettersi di definire dei giovani che esprimono il loro pensiero come dei 'guerriglieri' da trattare come tali".Quello che è certo è che così non si può andare avanti. Non esistono protocolli, intese e leggi che tengano di fronte alla sistematica violenza contro cittadini inermi e nessuno, soprattutto chi porta la divisa, deve essere autorizzato a perpetrarla in modo arbitrario. O forse no?Che la scuola servisse ad allenare al pensiero sembra ormai opinione obsoleta e anacronistica, la scuola di oggi è diventata un lungo e dispendioso banco di prova in cui si tenta di educare il pensiero e non la sua logica, in cui si dà la priorità alla quantità delle entrate piuttosto che alla preparazione degli usciti e in cui, purtroppo o per fortuna, ti vengono date letterali lezioni di vita: se non righi dritto e muto, stai punito. Sentirselo dire da dei colossali impuniti e non poterci fare nulla è forse il peggiore dei castighi.