venerdì 22 giugno 2018

LA CANNABIS IN CANADA E IN ITALIA


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Il Canada,nazione da sempre avanti nei campi sociali ed economici,in quelli dell'accoglienza e delle libertà individuali e collettive,nello stesso giorno in cui l'Italia compie ancora passi indietro sulla questione cannabis,invece da ottobre legalizzerà la marijuana anche a scopo ricreativo.
Partiamo dal paese americano dove per contrastare l'illegalità ed i guadagni illeciti dei proventi che vanno in mano alla criminalità hanno deciso di dare una svolta e di cominciare a regolamentare la vendita dei prodotti contenenti Thc,secondo Stato al mondo dopo l'Uruguay ad averlo fatto.
Da noi invece dopo i primi passi cominciati dall'illegittimità della legge proibizionista Fini-Giovanardi(madn boom-alek )che avevano dato spazio a scenari inusuali facendo avere accesso alla cannabis terapeutica a sempre più malati,si era arrivati allo scorso anno con l'apertura di decine di negozi abilitati per vendere prodotti derivati dalla coltivazione della canapa compresa la marijuana light a bassa concentrazione di Thc.
Uno dei primi passi dell'esecutivo medievale è stato quello di dare l'assist al Consiglio superiore di sanità per tornare sui suoi passi e proporne il divieto di vendita con la conseguente chiusura di tutti i negozi sovra citati aumentando il numero dei disoccupati:cosa che forse potrebbe non avvenire se dovessero esserci regolamentazioni più restrittive.
Gli articoli sono di Wired(no-cannabis-light-consiglio-superiore-sanita )e Left(la-sfida-di-trudeau-ai-falsi-moralisti-via-libera-in-canada-al-consumo-ricreativo-di-marijuana ).

No alla vendita in Italia della cannabis light.

Mentre il Canada ha dato il via completo alla legalizzazione della cannabis a scopri ricreativi, l’Italia fa un passo indietro.

di Giuditta Mosca
Non può essere esclusa la pericolosità, questa in sostanza la motivazione che ha spinto il Consiglio superiore di sanità (Css) ad esprimere, su richiesta del ministero della Salute, parere contrario alla vendita di cannabis light che è legale anche in Italia dal 2017.

Non vi sarebbero per il Css sufficienti studi sugli effetti che provocherebbero le sostanze su alcuni soggetti tra cui anziani, future madri e neomadri o persone con patologie specifiche.

Nella motivazione si legge: “La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (0,2%-0,6%, le percentuali consentite dalla legge) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine“

Sugli effetti in casi particolari il Css aggiunge: “non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l’assunzione inconsapevolmente percepita come ‘sicura’ e ‘priva di effetti collaterali’ si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)“.

Un mercato fiorente

La cannabis light ha un contenuto di Thc (sostanza responsabile degli effetti psicotropi della cannabis) inferiore allo 0,6%. Dopo l’entrata in vigore del provvedimento con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 14 gennaio del 2017, si è verificato l’incremento delle vendite e si sono moltiplicati gli smart shop. In commercio anche la possibilità di comprarla online come con EasyJoint, marijuana con poco principio attivo, di cui avevamo parlato qui.

La legge sulla possibilità di produzione e consumo di marijuana light, seppur già in vigore dal 2017, presentava delle incertezze. Pur essendo legali le infiorescenze di canapa in vendita, non si poteva riportare una destinazione d’uso.

Nel frattempo una circolare del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali aveva chiarito che produrre e vendere cannabis light in Italia è legale, senza incertezze.

Cosa accade ora

Le strade percorribili sono due: scegliere di accogliere il parere del Css e vietare la vendita oppure optare per l’adozione di regole più severe per consentire la vendita. Nel frattempo, riporta Repubblica, il ministero della Salute ha chiesto anche il parere dell’Avvocatura di stato.

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La sfida di Trudeau ai falsi moralisti: via libera in Canada al consumo ricreativo di marijuana.
 
di Micaela Iaccarino
Buongiorno, Canada. «Oggi sono lieto di annunciarvi che il nuovo regime di regolamentazione del consumo di cannabis entrerà in vigore il 17 ottobre». Lo ha detto sorridendo ai suoi cittadini in video Justin Trudeau, dopo l’approvazione del Parlamento al cosiddetto “C-45”. Con 52 si e 27 no al Senato, il Cannabis Act è stato approvato. Ottawa ha legalizzato e regolato il consumo ricreativo della marijuana . Così, ha scritto Trudeau in un tweet, «non sarà più oggetto di profitto del crimine organizzato».

Il ministro della Giustizia, Jody Wilson Raybould, parla di cambiamento: «Ci lasciamo indietro il modello fallito del proibizionismo». Al centro della bandiera rossa e bianca, la foglia d’acero è stata sostituita da quella della marijuana, – solo per qualche ora – , quando molti canadesi sono usciti per strada a festeggiare con il vessillo bicolore sulle spalle. Dopo l’Uruguay nel 2013, il Canada è il secondo Paese del mondo a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis.

La marijuana ricreativa è una delle «trasformazioni più radicali della cultura canadese degli ultimi decenni», scrive il New York Times: «Molte questioni da regolamentare rimangono ancora aperte», ma questo era un passo necessario per il governo liberale del primo ministro Trudeau, deciso ad eliminare «l’industria illegale della droga che frutta sette miliardi l’anno ai criminali, per proteggere i minori dai rischi dell’accesso a droghe illegali».

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