mercoledì 30 settembre 2009

FRITTATA DI PATATE CON VERDURE GRIGLIATE

Questo piatto che è composto da molti ingredienti che in questo periodo stanno via via perdendo la loro stagionalità e che quindi occorre muoverci se vogliamo ottenerlo con verdure dell'orto,è un toccasana per la gola e può essere benissimo preparato durante tutto l'anno anche se l'estate è il periodo migliore per gustarlo per la maggior freschezza dei componenti.
Se assaporato d'estate dobbiamo calcolare il tempo di poter far freddare la frittata anche a temperatura ambiente mentre per le verdure è necessario il frigorifero e un pò più di minuti anche per poter far sposare bene l'olio ed il sale agli ortaggi:in inverno è piacevole gustare il piatto anche tiepido.
Ingredienti per la frittata:
-uova
-patate
-grana grattuggiato
-sale
Ingredienti per le verdure grigliate:
-zucchine
-pomodori
-melanzane
-olio extravergine di oliva
-sale
Per la frittata si possono usare uova in quantità variabile rispetto alla grandezza della frittata e del numero dei commensali:si sbattono con una forchetta con del sale accorpando alla fine il grana grattuggiato.
A parte si affettano sottilmente delle patate in modo che non rompano la frittata col loro peso eccessivo,quindi a fuoco moderato si aggiunge il composto delle uova in una padella antiaderente bassa e larga e basta un minuto o poco più per parte per ottenerne la cottura.
Per girarle senza romperle è utile aiutarsi con il coperchio piuttosto che farla volare in aria se non si ha la mano!
Le verdure si tagliano nè troppo sottili nè troppo grosse,e vi chiederete allora come?
Diciamo che le zucchine avendo una consistenza più corposa vanno tagliate più sottili(mezzo centimetro)rispetto alle più tenere melanzane(anche 1-1,5 cm),mentre per il pomodoro è meglio usare una varietà a cuore di bue o costolata in quanto più coriacee e con meno semi,poichè un pomodoro acquoso e con tanti semi si attacca facilmente alla griglia ed è difficile poi staccarlo.
La griglia dev'essere ben calda(se si dispone di barbecue è meglio ma i piatti che creo li partorisco in cucina)e a turno si passano tutte le verdure(per ultimi i pomodori che sono quelli che ci mettono meno tempo).
Man mano che le verdure si grigliano fino ad abbrustolire lievemente in superficie(poi c'è chi le preferisce più bruciacchiate)si allettano in una pirofila a strati e si cospargono con l'extravergine di oliva e del sale:si possono distribuire anche peperoncino sia intero che tritato,dell'aglio o anche delle foglioline di menta a seconda delle preferenze e dei problemi di emorroidi.
Dopo il periodo passato nel frigorifero si possono ampiamente gustare assieme alla frittata patatosa,e la pucina oleosa che rimane impregnata del sapore delle verdure invita il pane ad esservi immerso.

martedì 29 settembre 2009

29 SETTEMBRE 1944:I VERI EROI DELL'ECCIDIO DI MARZABOTTO

Altro che piangere per i mercenari morti in Afghanistan,le vittime della strage di Marzabotto e di tutti gli eccidi compiuti dalle bestie al comando di Mussolini e Hitler sono i veri eroi italiani:giovani,donne,anziani e bambini anche appena nati,i partigiani,i religiosi che con coraggio si sono opposti al nazifascismo che ha metastatizzato l'Italia per vent'anni.
Questi autentici martiri meritano di vedersi intitolati monumenti,strade e piazze,biblioteche e palazzi,stadi e lapidi:gente che ha combattuto e che ha sofferto assieme a chi faceva la guerra come opposizione e difesa della propria terra invasa dal nemico.
Una breve storia riassuntiva dei fatti è tratta da Senza Soste che ha scovato un brano del passato(sempre attuale)italiano dal sito"storiaxxisecolo.it",cui sono stati aggiunti molti links che parlano delle stragi nazifasciste avvenute in italia,ad opera sia di stranieri che italiani,collaborazionisti infami della Repubblica di Salò che tanto è tornata in auge negli ultimi periodi dove i bastardi che ne facevano parte vorrebbero essere riabilitati da parte di politici neofascisti o comunque con evidenti tare cerebrali.
W la resistenza partigiana e morte al nazifascismo!
29 settembre 1944: l'eccidio di Marzabotto.
La strage di Marzabotto del 29 settembre 1944 fu la tragica tappa finale di una «marcia della morte» che era iniziata in Versilia. L'esercito alleato indugiava davanti alla Linea Gotica e il maresciallo Albert Kesserling, per proteggersi dall'«incubo» dei partigiani, aveva ordinato di fare «terra bruciata» alle sue spalle.Kesserling fu il mandante di una strage che nessun'altra superò per dimensioni e per ferocia e che assunse simbolicamente il nome di Marzabotto anche se i paesi colpiti furono molti di più.L'esecutore si chiamava Walter Reder. Era un maggiore delle SS soprannominato «il monco» perché aveva lasciato l'avambraccio sinistro a Charkov, sul fronte orientale. Kesserling lo aveva scelto perché considerato uno «specialista» in materia.Al comando del 16° Panzergrenadier «Reichsfuhrer», il «monco» iniziò il 12 agosto una marcia che lo porterà dalla Versilia alla Lunigiana e al Bolognese lasciando dietro di sé una scia insanguinata di tremila corpi straziati: uomini, donne, vecchi e bambini.In Lunigiana si erano uniti alle SS anche elementi delle Brigate nere di Carrara e, con l'aiuto dei collaborazionisti in camicia nera, Reder continuò a seminare morte. Gragnola, Monzone, Santa Lucia, Vinca: fu un susseguirsi di stragi immotivate. Nella zona non c'erano partigiani: lo dirà anche la sentenza di condanna di Reder: «Non c'erano combattenti. Nei dirupi intorno al paese c'era soltanto povera gente terrorizzata...».A fine settembre il «monco» si spinse in Emilia ai piedi del monte Sole dove si trovava la brigata partigiana «Stella Rossa». Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, Reder compì la più tremenda delle sue rappresaglie. In località Caviglia i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato i fedeli per recitare il rosario. Furono tutti sterminati a colpi di mitraglia e bombe a mano.Nella frazione di Castellano fu uccisa una donna coi suoi sette figli, a Tagliadazza furono fucilati undici donne e otto bambini, a Caprara vennero rastrellati e uccisi 108 abitanti compresa l'intera famiglia di Antonio Tonelli (15 componenti di cui 10 bambini).A Marzabotto furono anche distrutti 800 appartamenti, una cartiera, un risificio, quindici strade, sette ponti, cinque scuole, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori. Infine, la morte nascosta: prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine che continuarono a uccidere fino al 1966 altre 55 persone. Complessivamente, le vittime di Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno furono 1.830. Fra i caduti, 95 avevano meno di sedici anni, 110 ne avevano meno di dieci, 22 meno di due anni, 8 di un anno e quindici meno di un anno. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era nato da due settimane. Dopo la liberazione Reder, che era riuscito a raggiungere la Baviera, fu catturato dagli americani. Estradato in Italia fu processato dal Tribunale militare di Bologna nel 1951 e condannato all'ergastolo. Dopo molti anni trascorsi nel penitenziario di Gaeta fu graziato per intercessione del governo austriaco. Morì pochi anni dopo in Austria senza mai essere sfiorato dall'ombra del rimorso.
I sopravvissuti.
A Marzabotto gli unici sopravvissuti furono due bambini, Fernando Piretti, di otto anni, e Paolo Rossi di sei, e una donna, Antonietta Benni, maestra d'asilo delle Orsoline. Per 33 ore finse di essere stata abbattuta anche lei e quando finalmente potè alzarsi, commentò ad alta voce: «Tutti morti, la mia mamma, la mia zia, la mia nonna Rosina, la mia nonna Giovanna, il mio fratellino... Tutti morti». Anche a Marzabotto alcune SS parlavano un italiano perfetto: erano italiani.
I collaborazionisti italiani.
Per i fatti di Marzabotto ci fu anche una coda processuale italiana. Prima della condanna del maggiore Reder, nel 1946, la corte d'assise di Brescia aveva giudicato Lorenzo Mingardi e Giovanni Quadri, due repubblichini (il primo, reggente del Fascio di Marzabotto, nonché commissario prefettizio durante la carneficina), per collaborazione, omicidio, incendio e devastazione. Mingardi ebbe la pena di morte, poi trasformata in ergastolo. Il secondo, 30 anni, poi ridotti a dieci anni e otto mesi. Tutti e due furono successivamente liberati per amnistia.

Link di approfondimento:
http://www.eccidiomarzabotto.com/
La strage di Marzabotto, la testimonianza di Renato Giorgi (da "Marzabotto parla", Ed. Avanti!, 1955)
I responsabili della strage di Marzabotto, di Renato Giorgi (da "Marzabotto parla", Ed. Avanti!, 1955)
Marzabotto, «Hanno avuto quel che si meritavano» La testimonianza del nazista Albert Meier (da l'espresso.it)
Marzabotto, perché l'eccidio rimase impunito di Mimmo Franzinelli
Le stragi nazifasciste in Toscana del 1944 (a cura di Claudio Biscarini)
L'eccidio di S. Anna di Stazzema (12 agosto 1944)
Le stragi tedesche in Italia
L'armadio della vergogna: i fascicoli insabbiati sulle stragi nazifasciste (l'espresso, settembre 2001)
Inchiesta tedesca sugli ex nazisti accusati della strage di Marzabotto e di Sant'Anna di Stazzema (aprile 2002)
Il testo del discorso di scuse per la strage di Marzabotto pronunciato dal presidente tedesco Rau (17 aprile 2002)
Oltre 50 anni dopo, le scuse della Germania per Marzabotto (aprile 2002)
I sopravvissuti: "Non perdoneremo mai quegli assassini" (aprile 2002)
Scene di violenza, rappresaglie e stragi naziste nell'Italia occupata (1943-45) Saggi sugli eccidi compiuti dall'esercito tedesco e dalle SS (link dal sito Iperstoria).
Le sentenze di condanna di Theodor Saevecke e di Siegfried Engel (link al sito dell'Ismec di Milano).

CHE SIA L'ULTIMO!

Ovvero zero di questi giorni,facciamo sì che sia l'ultimo compleanno del premier partigiano che per il settantatreesimo anno ci accompagna non volutamente nel nostro percorso di vita che sarebbe certamente più leggero e semplice senza la sua figura dispotica.
Ultimo anno politico o di vita non importa,bisogna togliere il tiranno dal potere politico e mediatico,baluardo del neofascismo in quanto inerte oppositore agli occhi dei più,ma profondamente simpatizzante dello scorso ventennio constatando le legiferazioni xenofobe e censorie del suo esecutivo,protettore e complice di mafiosi e corruttore in tutti i campi in cui ha intrallazzi:dalla politica alla prostituzione,dallo spaccio all'impero giornalistico televisivo e della carta stampata,dall'economia a Cosa Nostra.
Il forbito linguaggio del commento di ieri postato su Toscana.Indymedia di Bocca di rosa è un'omaggio che gli italiani dedicano al nostro odiato presidente mafioso,affinchè di questi giorni spesi ancora come fosse in campagna elettorale tra i disagiati dell'Abruzzo non ne restino più.
Abruzzo: domani Silvio Nightmare Birthday Fest.

Domani, in occasione del suo 73° compleanno, Berlusconi si esibirà nell'ennesimo show, la consegna di un lotto di case ai terremotati.Si prepara una "calorosa" accoglienza.

Per la 73ma volta domani si consumerà il macabro rito del "Silvio Nightmare Birthday Fest", evento che si presume tragicomico e che verrà celebrato all' Aquila, una location poco attagliata a svacchi tamarri e festini Noemi-style. Magari il Gala dell'Orrore sarà solennizzato dal tripudio festaiolo di cortigiani acclamanti (è inutile prenderci per i fondelli, ma la farsa delle casette di Onna è stata accolta con applausi spellanti dalla maggior parte della popolazione del luogo e quella stessa massiccia percentuale di gente ha aspramente criticato coloro che, al contrario, non hanno accettato la pantomima allestita dal bitumato tricotico e dalla sua ghenga. Parola di un mio amico che in quei posti ha trascorso tutta l'estate come volontario.)Domani, pertanto, aspettiamoci il solito kitsch-party, lo show tipo Horror-mirabilandia del più grande illusionista del globo terracqueo, roba al cui confronto Houdini è un principiante. Lasciamoci molestare ancora una volta dalle sue farloccate ingannevoli, dalle sue incursioni satrapesche, dai suoi penosi tic tardo-goliardici, dalle sue barzellette ammazza-endorfine e dal suo smodato protagonismo. E con il vitale assist dei valvassini della corte del nano, sciroppiamoci questi agghiaccianti segnacoli di un inarrestabile "cupio dissolvi" della democrazia.
Prosit, cin cin, evoè.
Postilla ancor più trucibalda: la giornata del 29 settembre è una GIORNATA EVENTO: “Candidatura Silvio Berlusconi per il Premio Nobel per la Pace 2010 con Evento: 29 settembre 2009 – 73° compleanno del Presidente Silvio Berlusconi”.

lunedì 28 settembre 2009

MICHELETTI IL BERLUSCONI HONDUREGNO

Giorno dopo giorno la situazione in Honduras e soprattutto nella capitale Tegucigalpa diventa sempre più drammatica con la violenta repressione del regime golpista guidato da Roberto Micheletti,figlio di un bergamasco espatriato nella nazione centroamericana ahimè gran tioso dell'Atalanta(un'altra pecora nera dopo il razzista Belotti ed il merdoso Fetri).
Alla pari del nostro premier marionetta possiede un social network(cielo.com),si fa bello e sftrutta le disgrazie altrui ed è in continua campagna elettorale(distribuì ai superstiti dell'uragano Felix delle sacche con beni con sopra stampato il suo faccione poco prima del voto),ed ha una fissa con il sistema informativo del proprio paese(che controlla)perchè dice che è contro di lui ed allora per i prossimi 45 giorni ha limitato di fatto i diritti garantiti dalla Costituzione sulla libertà d'informazione,ovvero chi non è per la dittatura verrà messo a tacere!
Come si somigliano questi due tiranni che fanno dello sfruttamento della popolazione la loro arma di successo,solo che da noi l'elettorato è in perenne ignoranza avendo votato democraticamente Berlusconi,mentre nell'Honduras il posto di premier Micheletti se l'è preso in maniera militaresca con un golpe.
Nonostante ancora nessun paese al mondo abbia riconosciuto Micheletti capo dello stato in maniera ufficiale,costui è al potere da tre mesi in Honduras e di fatto regna incontrastato appoggiato dalle corporazioni americane e dall'esercito:alcuni paesi come il Venezuela di Chaves ed il Brasile di Lula hanno già paventato possibili operazioni militari soprattutto nel caso che venga volata l'immunità dell'ambasciata dello stato verde-oro,cosa già minacciata più volte nelle ultime ore in quanto il presidente deposto Zelaya è asserragliato nella struttura brasiliana in territorio honduregno.
La notizia odierna dell'Ansa ripresa dal quotidiano on-line de"La Repubblica"ed il sito di Senza Soste elenca le ultime notizie che sempre più a fatica trapelano da Tegucigalpa.
In allegato il file di tre mesi fa quando Zelaya era stato costretto all'esilio forzato in Costa Rica:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/06/il-golpe-in-honduras.html.
Honduras, sospesa la costituzione. Giornali minacciati di chiusura.

Il regime di Micheletti vara misure straordinarie contro la libertà di riunione e circolazione. Minaccia all'ambasciata del Brasile, che ospita il presidente deposto Zelaya: perderà l'immunità.

TEGUCIGALPA - Giro di vite sulle garanzie costituzionali e i media in Honduras: il governo de facto di Roberto Micheletti ha limitato i diritti sanciti dalla Costituzione per un periodo di 45 giorni, prevedendo anche la possibilità di chiudere i mezzi di comunicazione e dando più poteri alle forze armate per il rispetto "dell'ordine pubblico". La decisione, che riguarda la libertà di riunione e di circolazione, giunge tre mesi dopo il golpe contro Manuel Zelaya che, dopo il suo rientro nel paese, lo scorso lunedì, si trova asserragliato nell'ambasciata brasiliana di Tegucigalpa. Nelle ultime settimane c'erano state, d'altra parte, diverse manifestazioni a favore del presidente deposto, che ieri aveva lanciato un appello agli honduregni a marciare sulla capitale, come "offensiva finale" contro il governo golpista. Lo stesso Zelaya aveva poi definito, in serata, "una barbarie" le imposizioni di Micheletti, invitando il Parlamento a sospendere il provvedimento. Il decreto proibisce "ogni riunione pubblica non autorizzata" e le dichiarazioni dei media che vadano contro "le risoluzioni del governo" o possano alterare "il rispetto della pace e l'ordine pubblico". Nel precisare che le forze armate sono autorizzate a sostenere la polizia "per garantire l'ordine", il decreto prevede "l'arresto di chi viene trovato fuori dall'orario previsto (dal coprifuoco, ndr) per la circolazione, o di chi venga considerato in qualche modo sospettato di poter danneggiare le persone o i beni".
Alcune reti radio e tv, prosegue il decreto, "stanno diffondendo odio e violenza contro lo Stato, lanciando appelli all'insurrezione popolare. La Commissione per le telecomunicazioni è quindi autorizzata, tramite la polizia e le forze armate, a sospendere ogni radio, tv o via cavo che non rispetti i programmi dettati dalle presenti disposizioni". Nel mirino di Micheletti sono già finite l'emittente Canal 36 e Radio Globo, più volte in queste ultime settimane oscurate con l'accusa di diffondere le notizie dei sostenitori a favore di Zelaya. Ieri, il governo golpista aveva dato al Brasile dieci giorni di tempo per spiegare in base a quali criteri ha permesso a Zelaya di rifugiarsi nell'ambasciata, da giorni circondata dai militari. L'ultimatum è stato respinto qualche ora dopo dal presidente Lula, il quale ha precisato che "se i golpisti entreranno con la forza nell'ambasciata, considereremo violata ogni norma internazionale".

GOVERNO LADRO E RECIDIVO

Meglio mettere tre vignette al posto delle foto dei protagonisti di questo ennesimo scempio italiano verso chi lavora e paga le tasse molto più del giusto in quanto lavoratore dipendente,è meglio sorriderci(ridere è troppo)sopra piuttosto che incazzarsi e andare a prendeli per il collo(ma pure questo momento tra non molto accadrà).
Padroni che dichiarano meno dei propri dipendenti,è questo che è emerso da indagini della Guardia di Finanza in tanti casi su tutto il territorio nazionale,e Tremonti servo per la terza volta elargisce questo indulto per evasori che hanno portato le loro fortune,ovvero le nostre disgrazie,al di fuori dell'Italia in paradisi più o meno fiscali.
Reati gravi che in altri paesi vengono puniti con anni di carcere come il falso in bilancio qua da noi si concludono con una strigliata ed al massimo una multa irrisoria che piuttosto che contrastare il fenomeno evasivo lo incitano,visto che chi lo pratica(se viene beccato)se la cava alla grande,un investimento aziendale diciamo.
L'articolo di Ilvio Pannullo tratto da Altrenotizie.org e Senza Soste traccia il proflo dell'ennesima porcata del regime pronto a tendere le mani verso i ladri ed avere il braccino corto verso la classe operaia,aprire gli occhi please!
Lo scudo della vergogna.

Il divo Giulio difensore dei poveri ha gettato la maschera. Dopo aver incassato il 22 settembre l’approvazione in Consiglio dei Ministri della finanziaria 2010, il presunto no-global alla guida del dicastero dell’economia italiana ha pensato bene di benedire l’ultima porcata, in ordine di tempo, del governo Berlusconi. Quello che era nato come l’ennesimo regalo ai tanti evasori fiscali che ingrassano le file dei sostenitori della destra nostrana si è trasformato, dopo l’approvazione dell’emendamento proposto dal senatore del Popolo della Libertà, tale Salvo Fleres, in un vero e proprio mostro giuridico.
Non bastava sanare il comportamento illecito di quanti avevano esportato all’estero capitali che avrebbero dovuto dichiarare in Italia evitando di pagare le dovute imposte; non bastava far pagare un ridicolo obolo come premio per la condotta antigiuridica; non bastava estendere una simile misura a dichiarazioni inerenti ad anni fiscali sui quali la Guardia di Finanza ancora stava indagando. Si è dovuto andare oltre e permettere quello che mai un Governo dovrebbe permettere: il vilipendio dell’ordine legale e costituzionale del paese.
Lo chiamano «Scudo ter». È infatti questa la definizione con cui si indica lo scudo fiscale varato quest'anno, dopo quelli del 2001 e del 2003, e che consente di far riemergere capitali e patrimoni che si trovavano all'estero fino al 31 dicembre 2008 e non erano in regola con le norme sul monitoraggio dei capitali, né erano riportati nelle dichiarazioni dei redditi. L’infame scudo immaginato dal paladino Tremonti proteggerà i più furbi tra tutti i contribuenti italiani non solo da tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere il fisco e trasferire il denaro all'estero, ma anche dai delitti di frode fiscale, emissione e utilizzazione di false fatture, falso in bilancio e persino le cosiddette ''frodi carosello''. Reati che potranno dunque essere ''sanati'' con il pagamento di una somma pari al 5% dell'imposta evasa.
"Il diritto penale richiede certezza ed effettività della pena, e non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie, in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e fiscali". Questa la posizione dell'Associazione nazionale magistrati che esprime "preoccupazione" per l'allargamento dello scudo fiscale. ''Si tratta – continua l'Anm – di reati oggettivamente gravi, puniti con una pena massima di sei anni di reclusione, per i quali lo Stato rinuncia alla punizione, in tutti i casi e indipendentemente dall'importo non dichiarato''. E poteva andare anche peggio. Fortuna infatti che nel pomeriggio di quello stesso tristissimo giorno le commissioni di Bilancio e Finanze del senato avevano modificato il testo dell’emendamento, che nella sua versione originale prevedeva l’estensione della sanatoria anche ai procedimenti in corso.
Lo stesso Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico non nuovo ad emendamenti lampo di questo tipo(si ricordi su tutte la questione poi scoperta dalla trasmissione Report riguardante un presunto emendamento alla prima finanziaria del governo Prodi che prevedeva di fatto una norma salva Parmalat), tuona indignato: “Per fortuna lo scudo non è stato esteso ai procedimenti penali in corso, ma resta molto grave. Della portata di queste modifiche ce ne accorgeremo con il tempo, scoprendo quante e quali persone si nasconderanno dietro lo scudo fiscale per evitare di dover rispondere di falso in bilancio una volta scoperte”.
Ancora più diretto è il commento della presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che dopo aver definito il provvedimento sullo scudo fiscale ampliato «una vera porcata» incalza: «Era più onesto il cartello di Medellin. Si è presentato con i suoi capi, con nome e cognome, al Governo colombiano per offrirgli di far rientrare i capitali dall'estero e aiutare così il bilancio pubblico. Il Governo colombiano non accettò. Ma da noi no. In violazione di tutte le norme si fanno rientrare capitali sulla cui costituzione nessuno indagherà mai e si garantisce l'anonimato». Un’allusione simile a quella sbandierata dal partito di Di Pietro che direttamente nell’aula del Senato dà luogo ad una protesta che ha il sapore dell’amara verità non raccontata. Una decina i cartelli comparsi fra i banchi dei senatori con slogan alternati: «Governo antitaliano» e «Mafiosi e evasori ringraziano». Il fedele tributarista del papi italiano non può, però, essere tacciato di incoerenza: se le grandi banche internazionali derubano gli Stati sovrani, che anche i cittadini furbi siano messi nelle condizioni di rubare. Un ragionamento che sarebbe un ossimoro ovunque, ma non in Italia.
La situazione è, infatti, più che critica, quasi pietosa. Se tre indizi non fanno una prova aiutano certo a farsi un’idea della reale situazione dei conti pubblici. L’ultimo in ordine di tempo è la benedizione all’emendamento Fleres, quello appunto che stringe i tempi dello scudo e ne allarga i confini. Il primo è invece contenuto nell’obbligo stabilito a gennaio per la Sace – un gruppo finaziorio di assicurazione del credito, protezione degli investimenti, cauzioni e garanzie finanziarie – di garantire i crediti nei confronti delle amministrazioni statali: una brillante trovata per non far pesare fino al 2011 l’extra-debito degli enti locali sul rapporto defecit - Pil. Il secondo indizio è l’emessione lampo da 2 miliardi di BPT (scadenza 2025), effettuata il 18 settembre a poche ore da una conference-call con le banche d’affari.
Ora questo scudo a caccia di soldi ”pochi, maledetti e subito”, dopo un’intera estate passata a fare da moralizzatore del sistema bancario. Tutto lascia presagire tempi cupi. Ma gli italiani possono stare tranquilli: il governo non metterà le mani nelle loro tasche. Il Robin Hood dei ricchi le tasse non le aumenta. È disposto a trasformare questo paese in una latrina del terzo mondo ma le tasse non le aumenta.

sabato 26 settembre 2009

CHI AIUTA E CHI AMMAZZA

Poco commento alla notiza dell'Ansa battuta ieri che vede protagonista uno tra i fondatori di Emergency,Gino Strada,che in poche battute rende bene l'idea che"l'invasore"se ha progetti di pace vera e se lo scopo finale di aiutare realmente le persone sofferenti si vede il proprio lavoro ripagato dalle vite salvate e non ostacolato o altro come avviene a chi va a guerreggiare.
La frase"Noi facciamo ospedali e nessuno ci spara"la dice lunga sulle intenzioni di chi va in un paese straniero a cooperare per una giusta ricostruzione e non per fare da schermo agli avvoltoi pronti a pasteggiare sulle carcasse di una nazione attaccata dal mondo intero.
La notizia dell'altro giorno di un mercenario ferito ad un braccio ha tenuto banco nuovamente nei titoli dei quotidiani e dei telegiornali a scapito di tutte le morti avvenute sul lavoro(con la L maiuscola)accadute in quelle ore:eh,sì,tutta la stampa di"sinistra"tanto odiata dal premier profumato,i nemici della democrazia a detta di uno che la Costituzione la calpesta ogni giorno.
Chi fa del bene riceve del bene,che fa del male riceve del male...chi ha ammazzato verrà ucciso ed è quello che capita da qua a otto anni in Afghanistan.
Gino Strada: ''Noi facciamo ospedali e nessuno ci spara''.

Siena. "Il mio lavoro non cambia perché ho passato sette anni della mia vita in Afghanistan e non mi ricordo un giorno in cui sono morte meno di 10 persone".

Lo ha detto il fondatore di Emergency, Gino Strada, ai giornalisti che gli chiedevano se, dopo l'attentato del 17 settembre scorso, costato la vita a sei paracadutisti italiani, possa cambiare anche il suo lavoro e quello dei volontari dell'organizzazione. "Noi facciamo ospedali - ha aggiunto - e nessuno ci spara addosso: se i militari fossero rimasti a casa, certamente...". Parlando a margine dell'8/a Conferenza regionale toscana sulla cooperazione internazionale in corso a Siena, alla vigilia del suo ritorno in Afghanistan ("dove tornerò a fare il mio lavoro che è quello di stare 12 ore al giorno in sala operatoria"), Strada ha ribadito la differenza tra il lavoro di Emergency e le operazioni di peacekeeping che "sono due cose opposte e non devono avere neppure un punto di contatto". "Fare la guerra - ha precisato - deve chiamarsi fare la guerra. Sono anche stufo di tutte queste bugie. Almeno un Paese abbia il coraggio di dire 'partecipiamo ad un'occupazione militaré e si prenda la responsabilità, e nonspacciamo l'attività dei militari per peacekeeping o umanitaria.Perché se dovessimo prendere per buone queste bugie, quanto meno verrebbe da dire che sono una massa di cretini visto che, per distribuire due caramelle, spendono 20 milioni di euro".

venerdì 25 settembre 2009

PER QUESTO SBAGLIO NESSUNO PAGHERA'

E per fortuna dopo un paio di giorni sono spuntati fuori dei video registrati con il telefonino sui disordini dello scorso 21 settembre a Napoli in seguito alle proteste di alcuni disabili napoletani,dei loro familiari e dei lavoratori dei centri di riabilitazione minacciati di tagli economici ed in molti casi di chiusura totale.
Eh sì,perchè il questore partenopeo Santi Giuffrè aveva già insabbiato la denuncia fatta da una donna colpita da manganellate durante i momenti di tensione nati durante la manifestazione:evidentemente essendo certo che la donna avesse per conto suo solo la propria parola e quella di molti testimoni in pratica avesse in mano niente contro le testimonianze degli sbirri,perchè la loro di parola è sacrosanta verità.
E questo video l'ha messo in merda anche se il buon questore ha già fatto sapere che non verrà nemmeno sentito dalla disciplinare e che anzi è stato lui ad essere stato aggredito come testimonierebbero filmati della polizia scientifica che Giuffrè ha già assicurato che non verranno divulgati per non creare ulteriori polemiche.
Questo filmato,esistente o meno,non scagionerebbe per nulla lo sbirro che armato e bardato come un novello guerriero medievale non sa fare altro che prendersela con la madre di un ragazzo disabile presente in strada per manifestare il proprio sdegno.
A seguire un articolo tratto da Senza Soste ed uno da Repubblica Napoli a firma di Irene De Arcangelis con le smentite del questore e le assurde posizioni di difesa verso lo sbirro sotto tiro che pur essendo ritenuto colpevole di aver sbagliato non verrà perseguito come è giusto che sia.
Napoli: polizia carica disabili.

Succede anche questo: quattro manifestanti feriti, tre agenti che si sono fatti medicare in ospedale perchè "picchiati da disabili" e sei persone identificate e poi rilasciate: è il bilancio degli scontri verificatisi tra manifestanti e polizia durante la protesta degli operatori dei centri di riabilitazione che rischiano la chiusura. A dare notizia dei quattro manifestanti feriti sono gli operatori dei centri, che riferiscono di una donna finita in ospedale con una gamba fratturata e di una donna che ha perso i sensi ed è stata soccorsa da ambulanza (foto a fianco). Addirittura protesta un parlamentare di destra: «Appare a dir poco incredibile che stamani sia stata effettuata addirittura una carica della polizia proprio sui disabili che stavano manifestando legittimamente e correttamente il proprio malcontento dinanzi agli uffici della Regione». dice il coordinatore Grande Napoli del Pdl e vice-capogruppo alla Camera dei Deputati.Gli scontri sono avvenuti mentre i rappresentanti dei centri e dei lavoratori erano in riunione con l'assessore regionale alla Sanità, Mario Santangelo, il commissario dell'Asl Na 1, Maria Grazia Falciatore, e il capo della segreteria del presidente, Guglielmo Allodi. Spiega Maurizio Volpicelli, presidente dell'Associazione lavoratori della Sanità Privata: «Purtroppo il primo tavolo è stato infruttuoso, ci sarà un nuovo incontro nel pomeriggio. La Regione non ha i soldi e l'intero comparto andrà ridimensionato».
Fonte: Il messaggero,Il Mattino.

L´ammissione del questore "Sì, quel poliziotto ha sbagliato".
di Irene De Arcangelis

«Sì. Quel poliziotto ha sbagliato. Si è fatto prendere la mano e nel filmato si vede chiaramente. Le immagini sono nitide. Beninteso: non stiamo parlando di una carica della polizia ma del comportamento di un singolo». Tardo pomeriggio. Il questore Santi Giuffrè ha appuntamenti in agenda, ma lascia i suoi ospiti da soli e va dal suo capo di gabinetto per vedere in web il video che gli è stato segnalato.Ventuno settembre in via Partenope. Scatta la protesta dei dipendenti dei centri di riabilitazione, con loro a manifestare davanti alla sede della Regione ci sono i disabili. Il corteo (con il blocco della strada) non è autorizzato. Finisce in scontri. Il bilancio è di otto denunciati. E c´è chi riprende la scena di un poliziotto del Reparto mobile che dà due manganellate a una donna la quale, poco prima, si era aggrappata allo sfollagente. «Nessun contatto, nessuna carica», aveva detto il questore all´indomani della protesta. Ma ieri vede il filmato. Lo studia e riconosce l´errore dell´agente. Spiega: «Stiamo parlando del comportamento di un poliziotto, e non di una scelta di gestione dell´ordine pubblico. Il poliziotto è andato oltre l´atto di divincolarsi dalla donna che si era aggrappata al manganello. È questo uno spaccato professionale da criticare».E, dunque, le conseguenze? «Non credo che ci siano gli estremi per portare l´episodio in commissione disciplinare, ma il fatto va stigmatizzato. E aggiungeremo nell´informativa all´autorità giudiziaria questo nuovo elemento del video. Oggi La Digos ha anche denunciato una nona persona che non è un disabile e non è un dipendente dei centri di riabilitazione. Dalle indagini risulta l´istigatore degli scontri». Scontri in un contesto sociale delicato. «Beninteso - puntualizza Giuffrè - Qui non stiamo parlando di tensioni con manifestanti disabili. La parte della piazza con cui c´è stato contatto (e nessuna carica) era quella dei dipendenti dei centri di riabilitazione. I disabili non c´entrano con la piazza, come non c´entra la signora per terra».Che però ha preso due manganellate, anche se per lo stress psicologico di un solo poliziotto. «Sì, ma non ho niente da dire alla signora, anche dopo aver visto il filmato. Ha fatto resistenza, e anche noi abbiamo i nostri filmati della Scientifica in cui la stessa persona prende a schiaffi un poliziotto. La stessa persona che ha poi denunciato ai carabinieri quanto è accaduto. Un filmato che non verrà divulgato: non è il caso di scivolare a questi livelli della polemica».

mercoledì 23 settembre 2009

A CONSPIRACY

Gli statunitensi di Atlanta Black Crowes sono entrati in questa stagione nel venticinquesimo anniversario della loro nascita come band,che suona hard rock con influenze blues e del sud.
Capitanati dal vocalist Chris Robinson sono composti dal fratello Rich Robinson alla chitarra così come pure Marc Ford,alle tastiere Eddie Harsch,Johnny Colt al basso e Steve Gorman alla batteria:i Black Crowes nel pieno del loro successo pubblicano"Amorica"con un singolo molto orecchiabile e suonato molto bene che è per l'appunto"A Conspiracy",il cui video era molto trasmesso in quel periodo.
La cover dell'album fece scandalo negli States in quanto mostrava un pube coperto da uno striminzito tanga recante l'effige della bandiera statunitense con un ciuffo di peli che emergevano dal tessuto.
Non ho mai seguito più di tanto questa band ma la canzone che propongo merita,ed occhio alle congiure e le cospirazioni!

Did you ever hear
The one about last year
It was all a lie
Ain't it funny how the time flies
What we gonna do baby
What is left for us to prove
I've never stolen nothing, not a thing
Tried to stay away form this year's
Big thing
Ain't as easy as it seems
To find a mutual dream
Can you tell me wrong from right
Do you know when to freeze or take flight
Can you tell me more or less
I got to know-confess

Chorus:

Don't neglect me
Come be my conspiracy
Don't neglect me
Come be my conspiracy

Now you got a question about your answer
Say try your Adam's apple
You talk it try it bite it right
So now you want to fight? ok
Let's step outside I
got tradition in addition
My definition it don't hold me back
Well what you think about that
What you don't understand
This is a very old land
Can you tell me wrong from right
Do you know when to freeze or take flight
Can you tell me more or less
I got to know-confess

Chorus:

Don't neglect me
Come be my conspiracy
Don't neglect me
Come be my conspiracy

martedì 22 settembre 2009

CANE MANGIA CANE


Cane mangia cane,Mosley mangia Briatore.
A meno di due mesi dall'uscita di scena dalla F1 del boss Max Mosley,figlio di Oswald fondatore del British Union of Fascists ed amante di orge in stile nazi,ha epurato Flavio Briatore che del circo della formula uno era il pagliaccio più rappresentativo.
Un colpo di coda che ha fatto sì che il buon Flavio la pagasse per tutti:infatti la sua scuderia della Renault è stato condannata a soli due anni di squalifica con la condizionale(rischiava la radiazione)per aver fatto provocare a Nelson Piquet Jr. un incidente nello scorso Gran Premio di Singapore per poter far sì che vincesse il compagno Fernando Alonso.
Con tutti i rischi del caso visto che le auto durante le gare raggiungono velocità pazzesche ed il morto ogni tanto ci scappa:solo una mente malata come quella di Briatore poteva orchestrare una situazione simile e farsi anche beccare grazie al delatore Piquet.
E così il propietario e fondatore del fortunato Billionaire,socio assieme a gente del calibro di Marcelo Lippi,la Santanchè,Lele Mora e Paolo Brosio,se ne esce di scena ma non penso proprio così in silenzio come almeno per ora:ed in più rischia la sua avventura nel calcio inglese in quanto propietario assieme all'altro boss Bernie Ecclestone(grande estimatore di Hitler)del Queens Park Rangers,club londinese.
Ed in Gran Bretagna chiunque subisca una squalifica in qualsiasi federazione sportiva non può far parte di nessun altra,quindi Briatore dovrà riscoprirsi cabarettista di se stesso,cosa che sa fare molto bene e con grandi guadagni grazie all'importanza che scaturisce nell'ambiente delle donne(che si pagano)e della droga(montagne di cocaina).
Si può e consiglio di approfondire meglio la vita ed i fatti di Briatore sul sito di Wikipedia in quanto troverete molte sorprese e conferme:http://it.wikipedia.org/wiki/Briatore.
L'articolo tratto da"La Repubblica"odierna è di Vincenzo Borgomeo e riassume la vicenda ed anche gli ultimi scandali che hanno colpito il mondo delle corse automobilistiche di F1.
Formula uno
Due anni alla RenaultBriatore radiato dalla F1.

Nelson Piquet Jr: il principale colpevole è stato assolto.
PARIGI - Massima pena per il caso del falso incidente a Piquet Junior: il Consiglio Mondiale della Fia riunitosi oggi a Parigi ha deciso di sospendere per due anni con la condizionale la scuderia Renault (in pratica non gli succede nulla se nei prossimi due anni non ripetono una cosa simile) e di radiare dalla F1 l'ex team manager Flavio Briatore, già dimessosi da team manager della scuderia francese. Non solo: il direttore tecnico Pat Symonds, anche lui già dimessosi dall'incarico, si è beccato cinque anni di squalifica mentre Fernando Alonso, alla fine l'unico beneficiario di tutto questo macello (visto che si è portato a casa la vittoria in quel maledetto Gp) è stato prosciolto da qualsiasi accusa. Uno scandalo vero. Ma - se possibile - c'è ancora di peggio: Piquet, il vero colpevole di tutta questa vicenda, ossia il pilota che è andato volontariamente a sbattere, non ha subito alcun provvedimento in quanto si era garantito l'immunità denunciando il fatto. Max Mosley ovviamente sostiene il contrario: "La Formula 1 - ha spiegato dopo la sentenza - esce piuttosto bene da questa vicenda, perchè abbiamo dimostrato di aver eliminato le persone responsabili". Sarà. In ogni caso la pena è folle perché raggiunta in modo "sporco": la Federazione Internazionale è riuscita ad incastrare Renault e Briatore garantendo l'immunità al principale colpevole di tutta questa vicenda, ossia il pilota, quel Nelson Piquet Junior che dopo il suo licenziamento dal team ha iniziato a sputare fuori veleno. Anche Piquet però non accetta di essere crocefisso: "Sono sollevato dal fatto che l'indagine della Fia si è ora concluso - ha spiegato il pilota reo della manovra suicida - chi ora comanda nel Team Renault F1 ha deciso, come ho fatto io, che era meglio dire la verità e accettare le conseguenze. La cosa più importante è che ora non si ripeta mai più una cosa simile".
Nelson Piquet Junior ammette poi "di essere rammaricato per aver eseguito l'ordine che gli è stato dato. Ogni giorno desideravo di non averlo fatto". "Non so se la gente riuscirà a capire - aggiunge Piquet Jr - perchè per molti essere un pilota è un privilegio straordinario, come lo era per me. Tutto quello che posso dirvi è che la mia situazione alla Renault si trasformò in un incubo. Dopo aver sognato di essere un pilota di Formula Uno e dopo aver lavorato tanto per arrivare, mi sono trovato in balia del signor Briatore. Il suo vero carattere, precedentemente noto solo a coloro che avevano lavorato con lui in passato, è ormai svelato. Briatore è stato il mio manager, nonchè il boss del team, aveva il mio futuro nelle sue mani, ma non gli importava niente di questo. Dal momento dell'episodio del GP di Singapore mi ha isolato e mi ha spinto fino al punto più basso che avessi mai raggiunto nella mia vita. Ora che sono fuori di tale situazione - prosegue l'ex pilota della Renault - non posso credere che ho accettato il piano, ma quando mi è stato chiesto non ero nelle condizioni di rifiutare. Ascoltando la reazione di Briatore dopo il mio incidente e sentendo le osservazioni che ha fatto alla stampa nel corso delle ultime due settimane è chiaro che sono stato semplicemente usato da lui per poi essere scaricato e messo in ridicolo". "Ho dovuto imparare alcune lezioni molto difficili negli ultimi 12 mesi e - continua il brasiliano - riconsiderare ciò che ha valore nella vita. Ciò che non è cambiato è il mio amore per la Formula Uno e la fame per le corse. Mi rendo conto che devo iniziare la mia carriera da zero. Posso solo sperare che una squadra riconosca quanto male mi è stato fatto mentre ero alla Renault e mi dia l'opportunità di mostrare ciò che avevo fatto vedere in F3 e GP2. Di una cosa si può essere certi e cioè che non vi sarà alcun pilota in Formula Uno determinato come me nel mettersi alla prova". "Come ultima cosa su questo argomento - conclude Piquet Junior - vorrei ribadire che mi dispiace tanto per coloro che lavorano in Formula Uno (comprese le tante persone buone in Renault), i tifosi e l'organo di governo (la Fia, ndr). Non mi aspetto di essere perdonato o dimenticato, ma almeno ora le persone possono trarre le loro conclusioni sulla base di ciò che è realmente accaduto". In ogni caso è difficile a questo punto non credere che tutta la vicenda sia una semplice vendetta di Mosley nei confronti di Briatore. E a questo punto, vista la ferocia e la voglia di vendetta del presidente della Fia nei confronti di Ron Dennis (cacciato a suo tempo per una vicenda più o meno simile a quelle del caso Renault) e Flavio Briatore, viene anche più facile credere alle insistenti voci dai box che volevano proprio i due ex team principal di Renault e McLaren come gli organizzatori del festino a luci rosse costato la presidenza a Max Mosley. Insomma, per usare un sottile eufemismo, un vero schifo, nel quale la F1 precipita ancora una volta. E dal quale ormai da almeno due anni non riesce proprio a venirne fuori: ormai di questo pseudo-sport si parla più di gossip, intrallazzi e truffe che di sorpassi e tempi sul giro. Di questo passo nei giornali di F1 si dovranno occupare i colleghi di giudiziaria... Esagerazione? Non tanto. Ecco un piccolo memo con gli scandali in F1 degli ultimi due anni. Un elenco incredibile davvero:
Polverina trovata sulle Ferrari e culminata con la scoperta del passaggio di informazioni riservate sulla vettura di Maranello alla McLaren. Protagonista in negativo l'ormai ex Ferrari Nigel Stepney che trafugò i progetti della monoposto 2007 per venderli alla Mclaren che si beccò così 100 milioni di dollari di multa e l'esclusione dal campionato costruttori.
Orgia sado-maso a sfondo nazista del presidente della Fia Max Mosley e finita sui giornali di mezzo mondo, con lui mezzo nudo che frusta e si fa frustare da pseudo capò.
Diffusori irregolari o no? Mistero: Brawn Gp, Toyota e Williams sono sotto accusa ma poi la Fia dà l'Ok a questi sistemi e quindi li ammette alle gare.
La Williams presentò (per poi ritirarlo poche ore più tardi) un velenoso ricorso contro Ferrari e Red Bull perché secondo lei i deflettori delle pance delle rispettive monoposto erano irregolari.
Lewis Hamilton mentì (confessando poi tutto come uno scolaretto tutto in Malaysia) su quanto accaduto in regime di safety-car tra lui e il pilota italiano della Toyota Jarno Trulli che si riprese il terzo posto del Gp di Melbourne.
Poi si arriva al balletto sulle regole e il tetto al budget. Minacce di abbandono della F1 da parte di Ferrari, prese di posizioni durissime e insulti da parte della Fia, un inferno.
La Renault accetta - "Accettiamo pienamente le decisione del Consiglio Mondiale dello Sport della Fia. Chiediamo scusa senza riserve a tutta la comunità della Formula Uno in relazione al nostro inaccettabile comportamento.Ci auguriamo che si possa presto mettere tutto ciò alle spalle e concentrarsi in modo costruttivo sul futuro". Così Bernard Rey, presidente del team Renault F.1, all'uscita dalla sede della Fia a Place de la Concorde a Parigi.

lunedì 21 settembre 2009

I NOSTRI EROI FASCISTI

Chissà perchè non mi stupisce il fatto che due(per ora)dei 6 parà Folgore morti a Kabul,in Internet(Facebook)siano iscritti rispettivamente al Partito Nazional Fascista(Giandomenico Pistonami)e al gruppo"mamma grazie di avermi fatto fascista",il neo tumulato Roberto Valente.
Aver contribuito al pagamento dei funerali di Stato odierni da un lato mi fa girare un po le palle ma dall'altro almeno sono sicuro di aver fatto giusta colletta per ricacciare all'altezza della fogna dei ratti che proprio da lì provenivano.
I due piccoli contributi qui sotto sono di Indymedia Roma e Toscana mentre quello dopo la fotografia di quello che si ostenta a ritenere misione di pace ed in realtà è tutt'altra cosa è a firma di Rita Pani sempre tratto da Indy Toscana,in cui si legge che l'onore non è quello che è stato proferito in questi giorni a gente che appartenendo all'Esercito Italiano giura sulla Costituzione per poi cagarci sopra.
A questo punto non se se augurarmi come sia giusto che le truppe di ogni paese si ritirino dall'Afghanistan oppure mandare tutti questi nostalgici in divisa in missione augurandogli una
lieta fine.
Vedendo spezzoni del rito funebre mi spiaceva veramente solo per i figli piccoli di questi fascisti legalizzati dallo Stato,vittime innocenti come in tutte le guerre,mentre esorto le mogli e le madri di soldati o appartenenti alle forze del disordine di dissuadere i propri mariti,amici e familiari a partire dietro alla sporca facciata del patriottismo(che al limite si fa in Italia nonostante siano delle merde nere)mascherata dal lauto guadagno percepito.

L'eroe di Kabul iscritto al partito Nazional Fascista.

Begli eroi...e così si scopre che una delle vittime di Kabul era iscritto al gruppo di un partito illegale,il gruppo dei nazional fascisti.

Si sente sempre di più il bisogno di un'inchiesta sulle deviazioni ideologiche all'interno di un corpo, come quello della Folgore, che sembra il ricettacolo di invasati che inneggiano al nazionalsocialismo e al fascismo.

Ecco un altro "eroe"... FASCISTA!

Ecco il profilo su Facebook di un altro "eroe" morto a Kabul...
Ecco cosa spunta fuori spulciando in rete la vita poco segreta dei nostri "eroi" morti a Kabul...
http://it-it.facebook.com/people/Pistonami-Giandomenic...
Giandomenico Pistonami, un altro dei 6 soldati morti, anche lui come altri non faceva mistero delle sue "simpatie" politiche:
I suoi amici:http://it-it.facebook.com/people/CasaPound-Italia-Sien...
Le sue iscrizioni:http://it-it.facebook.com/pages/partito-nazional-fasci...
Iscritto al virtuale "Partito Nazional Fascista", prestava servizio nell'EI dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione...
Dici folgore, dici fascisti...
Rendere onore è un’altra cosa.

Di quanta retorica ha bisogno il popolo italiano, per digerire che l’Italia sia in guerra?

Non ho visto i funerali di stato di Mike Bongiorno teletrasmessi in diretta TV. Ho visto però qualche telegiornale dopo che oggi si sono svolti quelli dei soldati italiani morti nella guerra in corso in Afghanistan, e ho pensato che qualcuno avrebbe anche potuto confondersi.Di quanta retorica ha bisogno il popolo italiano, per digerire che l’Italia sia in guerra? Le bandierine tricolori messe a disposizione dal comune di Roma, quelle terribili inquadrature sui visi innocenti di due bimbi che hanno perso i rispettivi padri, le facce di circostanza, le dichiarazioni farneticanti di politici e giornalisti. Il primo bossi, il quale dichiara di aver votato per la missione senza però sapere che qualcuno avrebbe rischiato di tornare dentro una bara; evidentemente a bossi nessuno ha spiegato cosa sia una guerra, ed evidentemente per questo, due su tre, continua a lanciare l’idea di una “secessione” non necessariamente pacifica. I giornalisti poi: costretti a sostenere i ritmi di uno show d’intrattenimento, senza probabilmente curarsi di cosa stia davvero succedendo, microfono in mano ci ricordano che “il matrimonio è appena terminato” (SKY TG 24 ore 13.00), oppure indugiano sui passaggi delle frecce tricolori che “sono molto coreografiche”(Diretta SKY). E questo quindi il modo in cui si rende onore a chi muore? Spettacolarizzando il dolore delle famiglie, e mostrando il patriottismo di chi dopo, intervistato col tricolore gentilmente offerto dal comune in mano, viene tagliato quando inizia a dire che: “è ora di smetterla!”Non ho contato per quante volte sia stato ribadito il concetto che queste sei persone sono morte in missione di pace. E’ strano però, dal momento che il comandante in capo americano ha chiesto a Obama l’invio di nuovi uomini … o … Otto anni di guerra, migliaia di morti per liberare le donne dal burqa non saranno serviti a nulla.

domenica 20 settembre 2009

SANTANCHE' UMILIAZIONE PER LE DONNE

Daniela Santanchè stamattina a Milano,pur commettendo diveri reati che vanno dall'interruzione di funzione religiosa ad aggressione premeditata,non è stata incarcerata ma addirittura vorrebbe passare come vittima!
Come spiegato nell'articolo tratto da"Repubblica on line"odierno che tra l'altro riporta un titolo fasullo(Manifestazione contro il burqa,picchiata Daniela Santanchè)in quanto circondata da un cordone di poliziotti e qualche merda di Movimento per l'Italia(il suo ultimo partito dopo averne cambiati cinque in una decina d'anni)sarebbe stato impossibile solo sputargli in faccia.
Si vede che quando lei e qualche deficiente,in tutto non saranno stati nemmeno una ventina,hanno tentato di strappare il burqa alle signore musulmane che stavano recandosi in moschea per le celebrazioni della fine del ramadan,si sia sfondata una tetta rifatta per qualche contatto spinto con i propri simili o con i poliziotti(che poi sono la stessa marmaglia).
Vuole essere portavoce delle donne italiane ed occidentali,rispettabilissime apparendo perfette e semi nude in televisione in qualsiasi fascia oraria,contro quelle islamiche che le fa sembrare come bestie di allevamento.
La propaganda della Santanchè usa la vestizione di queste donne e pratiche che definisco anch'io orribili come l'infibulazione non perchè realmente interessata ad un'ipotetica libertà di decisione femminile in un ambito prettamente maschile come quello del mondo islamico,ma solo per derive xenofobe contro il popolo musulmano per fomentare odio tra la gente ignorante come lei.
Non è certo aggredendo e strappando il velo che si risolve il problema reale della situazione femminile nel mondo islamico,ma questo un cervello ottuso messo in una testa fascista non può capirlo...meglio che si limiti a respirare e basta senza interessarsi di fatti che umiliano piuttosto che aiutare le donne.
Che se ne stia al Billionaire a tirare bamba con Briatore e Mora piuttosto che inzozzare con la sua presenza Milano(mi spiace per i sardi però!)...io una così non la toccherei nemmeno perchè mi fa schifo,figuriamoci picchiarla!
A Milano tafferugli davanti alla Fabbrica del Vapore dove si festeggia la fine del Ramadan.
L'europarlamentare protesta per l'integrazione e contro il fondamentalismo islamico.

Manifestazione contro il burqa,picchiata Daniela Santanchè.

L'esponente politico: "La legge italiana vieta che si giri con il volto coperto e va rispettata"Abdel Hamid Shaari: "Nessuna aggressione. Loro hanno cercato di strappare il velo alle donne".

MILANO - Daniela Santanchè è stata aggredita e colpita con un pugno mentre manifestava, davanti alla Fabbrica del Vapore, contro l'ingresso delle donne in burqa che andavano a festeggiare la fine del Ramadan. La polizia in assetto anti sommossa è intervenuta e sta identificando l'aggressore. La leader del Movimento per l'Italia, impegnata da tempo in una battaglia per l'integrazione e contro il fondamentalismo islamico, era giunta stamane con l'intento di vietare l'ingresso delle donne in burqa. Nei giorni scorsi l'europarlamentare aveva lanciato un appello contro l'uso del burqa come atto di solidarietà e testimonianza per la tragica fine della giovane Sanaa uccisa dal padre per la sua relazione con un ragazzo italiano. Prima dei tafferugli aveva tra l'altro detto ai giornalisti: "La legge italiana vieta che si giri con il volto coperto e va rispettata. Non ce l'ho con queste povere donne ma con chi le manda e le soggioga. Il burqa è un'umiliazione per le donne. Non a caso anche in Francia - aveva proseguito la Santanchè - stanno approvando una legge per impedirne l'uso. Il burqa è come l'infibulazione perché sono strumenti per annullare la sua identità più profonda". Qualcuno ha anche divelto un cartello stradale tentando di colpire il gruppo di manifestanti che erano con la Santanchè. Contestata la decisione degli organizzatori che in un primo momento hanno cercato di far entrare le donne con il burqa da un ingresso posteriore. Dopo i tafferugli Daniela Santanchè ha ottenuto di poter entrare nel luogo dove i musulmani stanno pregando. L'europarlamentare è entrata in un clima di forte tensione scortata dalla polizia ed ha parlato con alcune donne. Esponenti della comunità musulmana hanno stigmatizzato l'aggressione e gli insulti verso la leader del Movimento per l'Italia, ma hanno anche rivendicato il diritto delle loro donne ad indossare il burqa e hanno fornito la loro versione dei fatti, parlando di "atto propagandistico fatto sulla pelle dei musulmani".
Alla Fabbrica del Vapore i partecipanti negano l'aggressione e sostengono che sia stata l'esponente politico, con le persone che l'accompagnavano, "ad aggredire strappando il velo alle donne e a gettarsi a terra" aggiungendo che "comunque la festa non è stata assolutamente rovinata". Il presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, molto sereno, ha affermato: "Se la signora Santanchè ritiene che qualcuno l'ha aggredita faccia la sua denuncia e poi ci sono organi preposti ad accertare la verità. Comunque nessuno l'ha aggredita o minacciata, cosa impossibile visto che c'era un cordone delle forze dell'ordine che ringraziamo. Oggi siamo in festa e lei ha cercato con un manipolo di persone di strappare il velo alle donne velate. Una provocazione vera e propria". Analoghe le accuse del portavoce dell'Ucoii e imam di Firenze, Izzeddin Elzir: "L'ex parlamentare Santanchè è andata a provocare le donne musulmane con un gruppetto di squadristi. E' un atto gravissimo togliere il velo. C'è stata una reazione e nel caos è successo quel che è successo". Daniela Santanchè è stata poi accompagnata al pronto soccorso dell'Ospedale Fatebenefratelli dove è stata sottoposta a visita medica e accertamenti radiografici. I sanitari hanno riscontrato contusioni toraciche estese con una prognosi di venti giorni. La Santanchè che era accompagnata dalla polizia non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Solidarietà all'ex parlamentare è stata espressa da diversi esponenti politici del centrodestra. "E' un episodio grave e inaccettabile. A Daniela Santanchè vanno la mia solidarietà e vicinanza", ha detto il ministro il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini. "L'omicidio di Sanaa pochi giorni fa e l'aggressione a Daniela Santanchè, cui va la mia solidarietà, sono segnali pericolosi e preoccupanti di un'immigrazione che fatica a riconoscere i diritti umani e l'uguaglianza di genere": ha affermato in una nota il ministro degli Esteri Franco Frattini. Solidale con la Santanchè si dice anche la parlamentare del PdL, Souad Sbai, che difende "la battaglia sacrosanta di Santanchè perché è da tempo che manifestiamo contro il burqa per difendere le donne sottomesse che non hanno voce per parlare e l'unica occasione che hanno per uscire in strada è quella di andare in giro con un velo che annulla la loro personalità".

VIENI A PRENDERMI!

Brutto puzzolente schifoso di un ministro che ha fatto dell'assenteismo il suo stile di vita fino alla conversione(per gli altri e non per lui)della dedizione al lavoro,vieni e prendermi visto che mi vuoi ammazzare,vieni a prenderci e fucilarci che ti aspettiamo a braccia aperte.
Ieri durante il suo intervento a Cortina durante un congresso Pdl,sotto l'evidente effetto della cocaina passatagli dal premier pusher,ha farneticato contro possibili colpi di stato della sinistra che si ritiene detenere l'elite culturale del belpaese facendo suo il pensiero degli italiani(!?),in un crescendo di deliri dove persino il suo aspetto fisico cambiava come se si stesse trasformando sotto gli occhi di tutti nella bestia che è.
Giungendo alla fine del discorso si augura che i militanti della sinistra"per male"in cui mi identifico e ne vado fiero possano venire tutti ammazzati!
Un esempio di concretezza da Olocausto propria di un regime di stampo nazista cui Brunetta appartiene(e che probabilmente sarebbe lui stesso uno dei primi a lasciarci la pelle)in un periodo molto caldo della fase politico sociale italiana dove la destra ribalta grazie all'informazione dittatoriale ciò che è evidete agli occhi di tutti quelli che non sono già anestetizzati dal cancro dell'intolleranza e del razzismo di stampo neofascista.
Per maggiori informazioni su questo essere rimando ad un post scritto a marzo nella sezione"neuro deliri"http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/03/il-primo-dei-fannulloni.html.
L'articolo proposto è tratto da Indymedia Roma e raccolgie sia i deliri del ministro fannullone che i commenti di alcuni politici...Brunetta stai attento che quello che rischia di essere ammazzato sei tu.
Deliri, Brunetta: "La sinistra prepara un colpo di stato".

Il ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, attacca ancora la sinistra «elitaria e parassitaria», accusandola di preparare niente meno che un colpo di Stato. Alla «sinistra per male» manda a dire: «Vada a morire ammazzata».
Che cosa intenda per sinistra "per male" il ministro lo ha spiegato a modo suo. "Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione. E questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto - ha detto Brunetta - le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita". Evidentemente un caso di contagio istituzionale: sembra di sentire l'eco delle accuse di Berlusconi ai giornali, alla stampa, ai farabutti e comunque a chiunque non la pensi come lui.
Brunetta tuttavia salva almeno una parte della sinistra, che neanche a dirlo è quella "per bene", alla quale rivolge un pressante invito a liberarsi i dall'oppressione di questa "elite di merda". "Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra. Tornate alla politica, allo scontro politico, senza farvi dettare l'agenda dai giornali. Lo dico alla sinistra sindacale, politica e culturale 'per bene'. Quella che è 'per male' vada pure a morire ammazzata... Lor signori - ha concluso Brunetta - stanno preparando un vero e proprio colpo di Stato, che noi combatteremo con la ricostruzione dell'Aquila interagendo con la gente, varando un grande piano per il Mezzogiorno. Noi vogliamo confrontarci con l'opposizione istituzionale, non con quella delle rendite".
Ce n'è per tutti, però, non solo per la sinistra. «Dobbiamo lavorare anche con la Chiesa e nei settori, lo dico da laico mangiapreti, dove la Chiesa fa meglio dello Stato», ha detto il ministro, piantando allo stesso tempo polemici paletti: «Certamente non collaboreremo con certi esponenti che giocano al massacro, che fanno ideologie politiche con la tonaca. Mai - conclude - la Chiesa ha avuto tanto dallo Stato, in termini dell'8 per mille. Questa è la nostra serietà».
«Brunetta evidentemente dimentica di essere un ministro della Repubblica. I suoi insulti sguaiati rivolti all'opposizione accusata di non fare quello che vuole lui, l'uso a vanvera di parole come colpo di stato sono assolutamente non degni di un rappresentante istituzionale»: è il commento della presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro alle contumelie del ministro Brunetta contro la sinistra.
«Brunetta non esageri - ammonisce Finocchiaro - e soprattutto non si illuda che questi strepiti e questi insulti riescano davvero a nascondere la difficoltà di un governo diviso su tutto, anche su un argomento delicato come le missioni internazionali».
«Le parole farneticanti del ministro Brunetta appartengono a un periodo della vita politica italiana superato e sconfitto. Il suo delirio e il suo fanatismo testimoniano il fallimento di un governo che ha esaurito anche gli annunci propagandistici»: è il commento laconico del presidente dei deputati del Pd, Antonello Soro, alle contumelie rivolte dal ministro Renato Brunetta a quella parte della sinistra che ha definito «per male».

venerdì 18 settembre 2009

FESTA NAZIONALE GRAZIE AI FOLGORATI


Altro che lutto nazionale lunedì prossimo,qui festeggiamo allegramente la splendida dipartita di sei merde umane in divisa che sono esplosi assieme ai loro carretti ieri mattina in Afghanistan.
Anche ieri sera brindisi inneggianti al valoroso popolo resistente afgano che fa quello che può per annientare l'illecita occupazione repressiva del loro territorio dalla minaccia occidentale mascherata da missione di pace.
E poi sono stati ammazzati degli appartenenti alla Folgore,il reparto militare più fascista che ci sia resosi già triste protagonista di azioni ripugnanti di guerra e occupazione in tutto il mondo corredata da torture e stupri,ed anche in Italia famosi per il forte cameratismo sfociato in parecchie morti molto dubbiose e di suicidi dovuti ad atti gravissimi di nonnismo.
Ebbene questi parassiti della razza umana hano avuto una piccola parte di quello che meritano per i comportamenti da regime dittatoriale militaresco consoni di uno stato ed un esecutivo guerrafondaio e colonialista.
Tutti o quasi esprimono il loro cordoglio per queste morti e a volte mi chiedo se sono io un essere aberrante e bastardo che giosco per queste notizie,ma mi rispondo che non possiedo nè giornali nè tantomeno televisioni e che non devo seguire nessuna diplomazia politica visto che devo rendere conto delle mie azioni solamente a me stesso.
Comunque fa piacere che palrando con amici condividiamo le stesse idee che esprimo liberamente in questo spazio dove emergono a volte verità scomode come questa misssione che di guerra e non di pace si tratta,con questi militi(ricordiamoci che l'uomo finisce dove comincia il soldato)guadagnano paghe profumatissime e sanno i rischi cui vanno incontro,bastardi mercenari al soldo di uno stato fascista.
Conscio e speranzoso che questo non sia che il proseguimento di altre morti"folgoranti"mi auspico che sempre più teste di cazzo dal cervello così ottuso ed insignificante crepino dilaniati grazie ad ordigni sempre più devastanti,feccia umana capace solo di essere dei servi e dire"sissignore"ed obbedire,obbedire obbedire...ribrezzo e schifo verso tutti i soldati che fanno di Dio patria e famiglia il loro stile di vita fascista.
Morte agli usurpatori e viva la resistenza afgana!
L'articolo proposto è di Danilo Zolo tratto da"Il Manifesto"odierno preso a caso dai numerosi commenti di cui oggi sono zeppi gli organi informativi italiani e vorrei proporre un bel post di un compagno che la sa lunga sulla controinformazione(a cui ho preso l'ultima foto)http://precariopoli.leftlab.com/tag/mercenari-fascisti/ e su quello che l'Italia sta espordando fin troppo bene:guerra e morte.
Afghanistan, i terroristi siamo noi.

In occasione delle scontate propagande a reti unificate e gli immancabili funerali di stato dei prossimi giorni per i "nostri ragazzi" impegnati in "missione di pace", vale la pena rileggersi questo appunto dello studioso di Diritto Internazionale.
«Come comandante dell'Isaf nulla mi è più caro della sicurezza e della protezione del popolo afghano». Così si è espresso il generale Stanley McChrystal, il nuovo zar americano di Kabul, rivolgendosi al popolo afghano attraverso gli schermi televisivi. Usando questo linguaggio egli ha tentato di giustificare l'ennesima strage di innocenti compiuta dalle truppe occupanti: l'uccisione, ormai accertata, di 90 civili nel raid di un caccia statunitense F.15. Decine di vittime si sono così aggiunte alle migliaia di morti, mutilati e feriti che sono già agli atti della «sicurezza» e della «protezione» garantite in questi anni dalle milizie dell'Isaf e della Nato all'insegna della loro proclamata missione umanitaria.Come è noto, Stanley McChrystal è stato nominato comandante delle forze Isaf-Nato da Barack Obama solo di recente, ma sembra che del presidente egli cerchi di mutuare molto rapidamente sia l'ambizione politica che l'enfasi comunicativa. L'ambizione lo spinge a esigere l'invio in Afghanistan di altri 45mila militari americani per rinforzare ulteriormente l'operazione «Colpo di Spada», voluta dal presidente. L'enfasi lo ha indotto a dichiarare che il suo unico obiettivo è di conquistare «la mente e i cuori» degli afghani. Altrettanto persuasivo sarebbe stato Osama bin Laden se dopo la strage terroristica dell'11 settembre avesse promesso al popolo degli Stati Uniti «sicurezza e protezione» e si fosse impegnato a conquistare «le menti e i cuori» degli americani. In realtà chi conosce minimamente il popolo afghano e ha toccato con mano le sue infinite sofferenze, sa bene che la retorica umanitaria degli occupanti oggi non ha il minimo effetto. Sa bene che gli afghani non dimenticano le migliaia di vittime provocate dalle armi di distruzione di massa usate dagli aggressori a partire dall'ottobre 2001. Stando alle analisi dello studioso americano Marc Herold, almeno 3.700 sono stati i civili uccisi nei tre mesi della prima ondata dei bombardamenti statunitensi. In media 67 persone al giorno.Il popolo afghano ricorda la strage di almeno 500 detenuti nel carcere di Mazar-i-Sharif e le bombe perforanti sganciate nella regione di Tora Bora e ai piedi delle Montagne Bianche, oltre alle migliaia di tonnellate di bombe Blu-82 sparate dalle cannoniere AC-130, per non parlare dell'ondata di violenza sanguinaria scatenata nel 2006 nel sud Afghanistan dalle truppe Nato. E gli afghani non dimenticano - non potranno mai dimenticare - i micidiali ordigni sparsi sul territorio dalle cluster bombs sganciate dagli Stati Uniti e scambiati dai loro bambini per giocattoli o cibo, perché di colore giallo come le razioni militari. Il popolo afghano ricorderà a lungo le torture di ogni genere, inclusa l'infame waterboarding, praticate da esperti statunitensi in prigioni segrete a Kabul e a Bagram su prigionieri appartenenti all'etnia Pasthun e sospettati di essere terroristi talibani. E non può dimenticare il destino delle centinaia di «nemici combattenti», anch'essi sottoposti a trattamenti disumani, tuttora illegalmente incarcerati negli Stati Uniti - non solo a Guantanamo - e in molti altri paesi.È dunque una evidente impostura sostenere che la guerra contro i Taliban in atto in Afghanistan è una guerra per la pace, per il benessere del popolo afghano e per la sconfitta del «terrorismo globale». Gli eufemismi umanitari di Barack Obama e dei suoi stretti collaboratori come il generale McChrystal non possono illudere o ingannare nessuno. La guerra in Afghanistan è sempre stata una «guerra terroristica» sotto false apparenze umanitarie ed è tuttora motivata da ragioni strategiche alla luce di una visione egemonica e neo-imperiale del mondo nel contesto dei processi di globalizzazione economica, politica e militare. È una strategia che dopo il crollo dell'Unione sovietica ha portato gli Stati Uniti e i loro alleati a una lunga serie di guerre di aggressione, che non sono state meno crudeli, violente e sanguinarie del global terrorism, e che non lo hanno sconfitto. Se tutto questo è vero, allora il primo passo politico e teorico da fare dovrebbe essere quello di rivedere in profondità la nozione stessa di «terrorismo internazionale». E domandarsi chi sono i terroristi da combattere, senza escludere l'ipotesi che terroristi siamo anzitutto noi occidentali, inclusi gli italiani.

mercoledì 16 settembre 2009

REALTA' E FINZIONE

Come la gente non l'abbia ancora capito(che Berlusconi sia un pagliaccio manipolatore)arrivati ad un certo punto non è che me ne importi ancora molto,queste persone le considero nemiche mie e della democrazia e ne prendo atto.
Ieri sera dopo aver fatto slittare la prima puntata stagionale di"Ballarò"il direttore Masi della Rai ha permesso che la televisione di Stato italiana venisse nuovamente violentata grazie all'onnipresente Vespa cagnolino alla stregua di Fede del tiranno premier Dio con la messa in onda in prima serata di"Porta a porta"che ha avuto come tema principale(anzi unico!) la consacrazione di Berlusconi dinanzi agli occhi(ricoperti dalle classiche fette di salame)dei telespettatori.
Le balle sul terremoto e soprattutto sulla sorte dei terremotati abruzzesi sono state messe a tacere dalla disinformazione di regime e pure ieri in particolar modo su Rai Uno e Rete 4(chissà perchè?)le panzane sull'accoglienza reale tributata al nuovo duce sono state insabbiate ad hoc.
Le riprese ristrette sulla sua persona di merda e su poca altra gente,comunque rappresentanti del governo,autorità e altra feccia in divisa,fanno da controaltare alle altre immagini visibili in rete dove il campo visivo è allargato e non solo fanno notare che il pubblico presente nonostante la gran risonanza fatto all'evento sia stato scarso,e che togliendo chi ho citato prima e altri merdosi del Pdl reclutati coi pullman da Roma e dall'Abruzzo(come per la strage di Viareggio)tutto il resto della gente è li a protestare.
La parola più ripetuta è stata"vergogna"ma nei servizi della televisione di regime non si sentono gli insulti perchè sono stai montati degli alti pali con delle altoparlanti che trasmettevano applausi posticci,che strazio!
Altro ciarpame è descritto nei due artioli seguenti tratti da Indymedia Toscana a firma di Miss Kappa il primo mentre l'altro è di Infoaut.org preso da Senza Soste..rabbrividete!
Berlusconi contestato ad Onna

Lo show mediatico di Berlusconi (ancora in corso in TV) è stato rovinato da diversi contestatori che sono riusciti a esporre striscioni di protesta

L'arrivo del presidente era previsto ad Onna per le 15,30.Alle 14 ero già lì. Decisa ad entrare fra e con i cittadini. Cittadini pochissimi, spiegamento enorme di forze dell'ordine e protezione civile e croce rossa e dame di carità e misericordia e tantissimi giornalisti. Entro senza problema. Mi accolgono le macerie di Onna che vedo, dal vivo, per la prima volta. Una curva, si apre davanti a me lo scenario delle casette mobili. Villaggetto colorato, fiori alle finestre. Il prato solo davanti ad una casa, quella che servirà per il set. Le altre hanno terra battuta coperta di paglia. Mi avvicino, apro una porta e varco l'uscio. Vedo un'abitazione che mi fa pensare ad una roulotte, ma decorosa e vivibilissima. Mi guardo intorno in cerca di cittadini. Nulla. I comitati avevano preparato degli striscioni e stavano arrivando alle 14,30, come da appuntamento. Decido di tornare all'ingresso del paese, dove si era stabilito di incontrarci. Appena arrivano i ragazzi del 3e32, la polizia si fa avanti. L'ordine è quello di non farli passare. E li bloccano. Io sono dall'altra parte. Dentro. Auto blu, sirene. Arriva Bruno Vespa. A seguire il presidente. Qualche cittadino arriva alla spicciolata.Mai avevo visto Berlusconi dal vivo. Fa impressione: una statua di madame Tussauds è molto più espressiva e mobile. Suda. Entra nell'unica casina col prato davanti. Mi rendo conto di essere invisibile. Ma voglio parlargli. Aggiro la casetta per raggiungere un'altra entrata. Improvvisamente un gruppo di signore, mai viste alle riunioni dei comitati, srotola uno lenzuolo, debitamente conservato in borsa. A seguire un altro. Recitano quello che vedete nelle foto. Il presidente esce dalla casina ed urlo con tutta la voce che ho, lui è lì a due passi, "presidente, venga a parlare con i cittadini", "presidente venga a sentire le nostre istanze". Subito un nugolo di poliziotti mi oscura, ma ora urlano anche le altre, "presidente, esistiamo anche noi, non solo i cittadini di Onna, questo non è un teatro, 5.000 sfollati chiedono di rimanere sulla propria terra". Lui suda e si allontana verso l'asilo. Qui iniziano i discorsi di rito. Ma intanto la stampa si è accorta di noi. E ci intervista. Sento degli applausi, voglio vedere chi applaude, se è Aquilano. Cerco mani che battono e non le trovo. Ma gli applausi ci sono, escono da un altoparlante. Come in una sit com. Dopo il nauseante discorso del vescovo Molinari, che d'amblé riconcilia i vescovi con il malcostume presidenziale, esaltando l'uomo del fare,il nostro decide, vista la protesta, di abbreviare la cerimonia e, sotto i fischi, si allontana. Nel frattempo, sono riusciti ad entrare, attraversando i campi, anche i comitati, con un altro striscione. La festa è finita. Noto che l'ottanta per cento dei presenti era gente di fuori, in divisa. Ma noi, stavolta, ci siamo fatti sentire.Incredibile, ci sono riuscite le donne delle nostre frazioni. Le massaie, mamme di famiglia. Qualcosa si sta muovendo. Non so cosa si riuscirà a vedere in televisione della nostra protesta. Probabilmente poco o nulla. Ma c'è stata. Ora tutti a Roma, per la manifestazione di sabato. Per la libertà di espressione. E per reclamare il diritto di vivere in un Paese democratico.
Il Reale vs lo Spettacolo: Berlusconi tra Onna e Porta a Porta.

Entrato in una fase critica del proprio mandato, tra cali del consenso e sovraesposizione mediatica dei propri privati vizi, con l'elettorato cattolico sempre meno accondiscendente e la spada di Damocle sospesa del giudizio Vaticano, il Cavaliere tenta un recupero in extremis della sua immagine pubblica.Quale occasione migliore allora di quella offerta dal tragedione nazionale del terremoto abruzzese per mostrarsi buon cristiano, sovrano premuroso vicino ai patimenti del popolo. E quale migliore palcoscenico di un Porta a Porta esteso dagli studi Rai ai terreni degli sfollati (con tanto di fuori-Onda costruiti a tavolino di lavoranti e terremotati che salutano gioiosi "Ciao Silvio"...) ?Qualcosa però ieri non ha funzionato come doveva. L'inaugurazione in pompa magna delle nuove casette super-accessoriate degli abitanti di Onna ha incontrato l'imprevista protesta degli sfollati rimasti fuori(campo), comunque decisi ad entrare nella notizia-Onna, a farsi sentire... e ce l'hanno fatta nonostante l'oscuramento in auditel del Vespone. L'opposizione in pectore e i suoi organi (La Repubblica) preferiscono fare i conticini in tasca là dove Berlusconi vince comunque... Avrà avuto meno spettatori della Champions League e di una soap (cosa che rientra nella media del consumo televisivo italico) ma 3.000.000 e fischia di spettatori sono comunque un risultato importante...Quello che conta - della giornata di ieri - è piuttosto l'insistenza(resistenza), minoritaria ma incancellabile, di quell'avamposto di sfollati decisi a non rimanere invisibile. Un'irruzione di Reale non programmato nella tavola ben apparecchiata dello Spettacolo governativo, tramite l'apparato di informazione-e-controllo televisivo.Oggi i siti di movimento riportano la notizia della contestazione al Presidente del Consiglio. Ma prima di loro bloggers e social networks diffondono - come un virus benigno - il video del benvenuto Aquilano al Papi. La distanza tra l'apparato comunicativo di stato messo in scena da Vespa e l'infinita riproducibilità della comunicazione in Rete è l'esemplificazione migliore della differenza quasi ontologica che intercorre oggi tra Potere Mediale (sempre più un ibrido di Stato e Pubblicità) e la molecolarità della comunicazione dal basso, l'unica oggi in grado di fare un autentica (non ideologica) informazione (messa-in-forma parziale) sul Reale. Senza ideologie (o innamoramenti del "nuovo" incarnato nella tecnologia della comunicazione), il conflitto è quello tra le trasmissioni à-la-Vespa (azzurre, rosse o rosa che siano) e i video riprodotti da YouTube e YouReporter; non tra "Porta a Porta" e "Ballarò" o "Matrix"... con buona pace di quanti manifesteranno sabato 19 a Roma per "la libertà di informazione".